I corridoi del Moonlight High School erano vuoti e silenziosi. Gli studenti erano ormai andati via quasi tutti, e gli ultimi rimasti si accalcavano verso l'uscita per lasciarsi alle spalle l'ennesima giornata scolastica. Mina uscì dalla palestra quasi in punta di piedi, silenziosa e demoralizzata. Quella lite con Colin l'aveva provata parecchio, più delle precedenti, e la ragazza si sentiva svuotata e sola. Vedendola, una delle bidelle le sorrise appena, immergendo il mocio nell'enorme secchio rosso che si portava dietro. Mina ricambiò quel sorriso, più per gentilezza che per voglia di farlo. Era gentile, Mina Ramon, ma nessuno sembrava saperlo. E lei non voleva si sapesse.
Uscì dall'edificio che il sole era ancora visibile. Le giornate iniziavano ad accorciarsi, ma non era ancora il periodo di uscire da scuola col buio pesto. Il silenzio di quel momento la turbò. Non amava il silenzio, la obbligava a pensare, e Mina odiava pensare. Perché i suoi pensieri erano turbolenti e bui, pieni di paure e di lacrime. Amava, al contrario, la scuola. Non aveva mai avuto problemi, era un'ottima studentessa, e a scuola il caos regnava sovrano. Borbottii, sghignazzi, urla. Gli studenti producevano costantemente rumore, quel rumore che permetteva a Mina di distrarsi da ogni suo demone.
Arrivando al parcheggio, notò Micol combattere con l'enorme borsa in pelle che si portava dietro ogni giorno. Una borsa che Mina odiava, e che Micol difendeva a spada tratta. Si avvicinò all'amica quasi senza accorgersene, come se fosse un gesto involontario.
«Hai perso le chiavi per l'ennesima volta?» disse, per spezzare l'imbarazzo. Era un passo verso la sua migliore amica. Non si sarebbe scusata, non era lei a doversi scusare, ma sentiva la mancanza di Micol. Non avevano più parlato, dopo quella sera a casa Ramon, e Mina aveva un disperato bisogno della sua unica vera amica.
Micol si voltò stupita, riconoscendo immediatamente la voce bassa e avvolgente di Mina. Le sorrise, cercando di sistemare le ciocche bionde ribelli dietro le orecchie. La guardò con imbarazzo, consapevole di essere nel torto. Per averla giudicata male, per non essersi scusata subito. Aveva lasciato che i giorni passassero senza provare a rimediare, troppo presa da tutti i suoi problemi. Micol riusciva a sentirsi in colpa anche per avere dei problemi, se questi prendevano il sopravvento sulle vite degli amici.
«Mi dispiace per l'altro giorno» sussurrò, guardandosi nervosamente le mani. Mina sollevò le spalle, quasi a voler minimizzare l'accaduto. Ci era rimasta male, ci aveva pensato e ripensato, ma Micol era sua amica da sempre, e non voleva che una sciocchezza del genere rovinasse quel rapporto. In fondo, i dubbi di Micol erano leciti: era sempre stata la prima nelle prese in giro, come poteva darle torto?
«Non importa... erano dubbi giustificati, comunque» ammise, facendo annuire Micol, come sempre comprensiva e attenta. «Ti ho vista parlare con Margot, l'altro giorno.» Micol sbuffò affranta e, come un fiume in piena, iniziò a raccontarle le ultime novità. L'incontro con Lip e Margot, lei a scuola a inveirle contro, Lip a casa sua. Mina ascoltò ogni parola, facendo attenzione alle espressioni dell'amica, sognanti come ogni volta che parlava di Lip. Pensò di invidiarla, in qualche modo. Avrebbe voluto amare come Micol amava Lip. Avrebbe voluto una storia passionale e travolgente come la loro. Avrebbe voluto una persona con cui lasciarsi andare, invece di essere ancora così terrorizzata dall'idea di fare sesso.
«Siete fatti per stare insieme» sentenziò non appena Micol finì quel monologo pieno di amore e di dettagli. «Lo ami, lui ama te. Dici di averlo lasciato per non soffrire, ma a me sembra che tu soffra il doppio». La biondina sbuffò, consapevole. Mina aveva ragione, ma lei non riusciva ad ammetterlo. Non voleva che avesse ragione, voleva semplicemente superarla, come ogni diciassettenne che passa con facilità da una relazione all'altra pensando di essere innamorato ogni volta.
«Ha troppi casini» sussurrò semplicemente. Mina ridacchiò.
«Chi non ne ha?» chiese retorica, facendo alzare le spalle a Micol che la indicò con naturalezza. Mina rise ancora, di gusto. «Io? Ma se sono la persona più incasinata del mondo. Vado a cercarmeli, i casini»
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Moonlight
RomanceNella piccola cittadina di Moonlight i contrasti sono all'ordine del giorno: ricchi e poveri, centro e periferia, city e the shadow. Due realtà distinte, che faticano a convivere ormai da anni. Mina Ramon, diciassettenne bellissima e piena di talent...