Era passato qualche giorno dalla nottata al lago. Più di qualche giorno, in effetti, e molto era cambiato. In Mina, nel suo modo di comportarsi, nel suo interagire con gli altri. Non riusciva ancora a essere del tutto sincera con Andrew, Wilma, Nicole e tutti gli altri, ma riusciva a trovare scuse su scuse per metterli da parte, barricandosi dietro quel progetto di letteratura che lei riusciva a far sembrare certamente più difficile di quanto fosse in realtà.
Dal giorno dopo il lago, Mina aveva smesso di ignorare Colin. Aveva cominciato a salutarlo, a fermarsi a parlare con lui nei corridoi, a sorridere sincera alle poche battute del ragazzo, senza allontanarsi nemmeno quando lui era in gruppo, circondato da Micol, Hannah, Leo e qualche altro loro amico di cui Mina nemmeno ricordava il nome. Wilma continuava a guardarla con sospetto ormai da giorni. Quella non era Mina, non la Mina che conosceva, comunque. Stava succedendo qualcosa che nessuno riusciva a comprendere. Quando Mina le aveva detto di annullare il piano, Wilma le aveva sorriso quasi con compassione. Aveva pensato che fosse improvvisamente diventata pazza. Le aveva chiesto se qualcuno la stesse ricattando. Mina si era fatta una risata, prima di mollarla in mezzo al cortile per raggiungere Colin.
Ormai le sue giornate erano caratterizzate da ogni tipo di scusa, immersa completamente in quel compito che poteva tenerla accanto a Colin senza rendere la situazione troppo ambigua. Non avevano più parlato della sera al lago o dei problemi di Mina. La ragazza sembrava stare meglio, e Colin non voleva in alcun modo risvegliare in lei sentimenti ostili. Non voleva vederla come l'aveva vista quella sera, non voleva più sentirla piangere, stremata dalle lacrime, come l'aveva sentita al telefono. Colin amava vedere Mina sorridere, e in quei giorni Mina Ramon aveva sorriso tanto. E aveva mangiato, sempre. Ogni pranzo condiviso, l'aveva vista mangiare qualcosa in più di una semplice mela.
I problemi con Eva non erano, tuttavia, scomparsi. Le due quasi non si rivolgevano la parola, creando continuo imbarazzo in tutti, in casa. A cena la ragazza continuava a non toccare cibo, fingendo stanchezza, o portando avanti la stupida convinzione che avesse mangiato troppo a pranzo. Il padre le credeva, a Eva non importava. Le lezioni pomeridiane cominciavano a diminuire, e l'unica a cui Mina non mancava mai era quella mattutina con la signorina Delacroix. Da quella non poteva scappare.
«Ci sei per una sessione di shopping pomeridiana?» chiese Wilma poggiandosi su un armadietto, con Nicole sempre un passo indietro. Mina non le prestò molta attenzione, troppo presa a risistemare il suo, di armadietto, come al solito nel caos. Estrasse dalla borsa tutti i libri delle prime ore, poggiandoli in modo piuttosto ordinato e togliendo quelli di letteratura, sua prossima lezione. Aveva aspettato impaziente quell'ora per tutta la mattina e ora quasi volava per la contentezza. Disse a Wilma l'ennesimo no, senza curarsi troppo del disappunto della ragazza. La riccia, dagli occhi sempre perfettamente truccati, alzò un angolo della bocca fingendo un sorriso.
«Ma che succede?» chiese spazientita «Non sembri nemmeno tu»
Mina alzò le spalle, fingendo di non capire. Wilma aveva ragione, stava cambiando, stava succedendo qualcosa. E Mina non se ne vergognava. Quel continuo nascondersi era più una protezione, verso se stessa e verso Colin. Sapeva che, se fosse stata onesta, il ragazzo sarebbe diventato un bersaglio per l'intera scuola. Lo avrebbero devastato in ogni modo, e Mina non poteva permetterlo.
«Ve l'ho detto» sorrise appena, guardando entrambe le sorelle negli occhi. «Questo progetto mi sta uccidendo. Sto saltando anche le lezioni di Eva, che ormai è pronta a uccidermi» Nicole sorrise comprensiva alle parole dell'amica, accarezzandole dolcemente una spalla mentre Wilma guardava torva entrambe. Non credeva alle parole di Mina, ma ci passò sopra, fingendo indifferenza. Fingendo che quelle ennesime scuse le andassero bene.
Mina salutò in fretta le sorelle Smith, correndo verso l'aula della professoressa Burke. Non c'era ancora nessuno. Era l'ora prima della pausa pranzo, e spesso gli studenti provavano a tergiversare, così da ridurla e arrivare al più presto in mensa. Entrando, Mina notò Colin, che subito le sorrise. La ragazza lo raggiunse. La smania di avere quel primo banco era del tutto scomparsa. Ormai, quell'angolo vicino la finestra iniziava a piacerle, stava diventando un rifugio. La vicinanza con Colin, poi, riusciva a calmarla del tutto. Quel sorriso pudico, gli occhi profondi, i capelli sempre scompigliati. Colin stava diventando una piacevole costante nella vita di Mina Ramon, un porto sicuro, mai invadente ma sempre attento e presente. Mina sapeva che, qualora avesse avuto bisogno, avrebbe potuto parlare con lui liberamente, senza paura di giudizi affrettati.
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Moonlight
RomanceNella piccola cittadina di Moonlight i contrasti sono all'ordine del giorno: ricchi e poveri, centro e periferia, city e the shadow. Due realtà distinte, che faticano a convivere ormai da anni. Mina Ramon, diciassettenne bellissima e piena di talent...