ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 11 ℙ𝕠𝕧. 𝔼𝕧𝕖𝕝𝕪𝕟

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La carrozza percorse velocemente le vie tortuose di Città Cielo per poi frenare bruscamente davanti ad un ingresso. Dalla porta di legno scuro emersero Evelyn, avvolta in un lungo cappotto nero che in parte copriva il vestito in broccato turchese e l'ambasciatore che sfoggiava il suo completo trasandato ed un cappello a cilindro sfondato.
Non appena Archibald bussò alla porta dall'aria piuttosto ordinaria di fronte a loro, questa si spalancò, rivelando sulla soglia una domestica che si affrettò a far strada ai due con fare nervoso.
La scena che si presentò davanti agli occhi dei due cugini
fu quella di uno sconfinato giardino al centro del quale si stagliava un'imponente villa, la scena tuttavia sarebbe stata molto più gradevole se non ci fosse stato in corso un violento temporale.
La giovane donna era stata alla villa di Berenilde numerose volte per visitare l'amica e ormai aveva imparato a capire che quel brutto tempo stava ad indicare che la proprietaria della casa non era certo di buonumore.
Una volta attraversato il grande giardino, ignorando l'illusione della pioggia che si abbatteva su di loro, la domestica fece entrare i due all'interno dell'abitazione per poi prendere e riporre via i loro cappotti nonché il cilindro di Archibald.

<Signor Ambasciatore, madama Evelyn, madama Berenilde vi sta aspettando nel salone rosso. Vogliate seguirmi prego.>

Ad aspettarli seduta su un divanetto con la grazia di un cigno c'era proprio la dama favorita fra le favorite. Nononstante ormai gli anni della sua giovinezza stessero passando, Berenilde si presentava sempre bella e luminosa come un tempo. I riccioli biondi della dama erano raccolti in un'intricata acconciatura ed il vestito avorio che portava le donava una candidezza quasi disumana. L'espressione spensierata ed amorevole della donna sarebbe sembrata autentica a qualsiasi straniero, ma abitare al polo significava imparare a diffidare delle apparenze per salvarsi la pelle e per Evelyn era abbastanza ovvio che la donna fosse decisamente di malumore.

<Una visita dalla rete, mi cogliete di sprovvista ambasciatore! Evelyn, cara, anche voi di passaggio? Sedete, sedete, presto arriverà del tè.>
Berenilde prese parola non appena i due entrarono nel salone.

<Madama Berenilde! È sempre un piacere vedervi, ma aihmè, i miei doveri non mi permettono di venirvi a trovare quanto desidererei!>
Esclamò con una risata gioviale Archibald mentre si accomodava sul divanetto di fronte alla dama.
Evelyn si limitò a salutare con educazione Berenilde e a prender posto sul divanetto di fianco al cugino.

<È stato un peccato non vedervi alla festa del conte Harold, tutta l'attenzione della serata è finita su madama Séraphine, che adora circondarsi di efebi. La festicciola è stata squisitamente decadente, ma abbiamo rimpianto la vostra arguzia. Ci siete mancata.>
Archibald interruppe il suo sproloquio sulla festa solo una volta arrivata una cameriera che servì il tè ai presenti. Evelyn non potè far a meno di annusare il contenuto per individuare eventuali odori estranei, la giovane sapeva che Berenilde non l'avrebbe mai avvelenata, ma crescendo al Polo era sempre buona abitudine accertarsi di cosa si stesse ingerendo.
Una volta confermato che quello nella tazzina era del semplice Earl Grey prese un piccolo sorso del liquido caldo.

<Cosí come sentiamo la vostra mancanza a corte>
Continuò Archibald dopo aver sorseggiato anche lui il suo tè.

Berenilde fece un sospiro.
<Ora come ora credo che anche lei, ambasciatore, capirete che la corte per me non è un posto sicuro.>

<Lo so, ed è il motivo per cui siamo venuti a trovarvi.  Le gazzette vi descrivono in termini cosí allarmanti che credevo di trovarvi agonizzante!>
Rispose Archibald con tono teatrale.

<Il sire Faruk, pur non essendo il tipo che si dà pensiero per qualcosa di diverso dal proprio piacere, si è dimostrato preoccupato nei vostri confronti.>
A prendere parola per la prima volta nella conversazione era stata Eve, sapeva del debole che la dama aveva per Faruk e se volevano convincerla ad accettare la loro proposta dovevano giocarsi tutte le carte possibili.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora