ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 53 ℙ𝕠𝕧. 𝔼𝕧𝕖𝕝𝕪𝕟

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Non c'era molto da fare sul treno diretto verso Sabbie d'Opale. Per la maggior parte le vie ferroviarie del Polo erano protette per non essere danneggiate dalle bestie e questo forniva ai passeggeri un'entusiasmante vista su muri grigi o tunnel buii, tanto in contrasto con i divanetti in velluto e i morbidi cuscini colorati del vagone.
Evelyn se ne stava seduta, la testa poggiata sul palmo di una mano ed un libro in grembo, mentre di fronte a lei sedeva a braccia incrociate Jane, che continuava imperterrita a fissare il vetro della finestra con espressione contrariata.
Eve stava disperatamente provando a leggere per distrarsi e far passare le ore del viaggio anche se, persa com'era nei suoi pensieri, non riusciva neanche a prestare attenzione al singolo paragrafo che continuava a rileggere distrattamente.
Eve era frustrata, quello era certo e si sentiva anche un fallimento. Le ultime settimane era stata così presa dalla questione delle bestie, dalla serata con Nathaniël e dalle proprie insicurezze tanto da non notare che i suoi ospiti venivano rapiti proprio sotto il suo naso.
Era irritata anche con Archibald, per non averle riferito tutto subito quando poteva. Sapeva che da quando si erano chiariti il cugino stava cercando di farla riposare un po' di più, facendosi carico di  alcuni lavori per l'ambasciata che normalmente svolgeva da sola, ma arrivare ad omettere completamente che un loro ospite era sparito misteriosamente a seguito di una serie di minacce le sembrava assurdo.
Ad Eve tornò in mente lo shock nello scorgere la notizia fra le pagine del Nibelungen, il tè che stava bevendo le era quasi andato di traverso. Era subito corsa a parlarne con Archibald solo per scoprire che ne era al corrente da molto e che si stava già adoperando per conto suo nelle investigazioni senza interpellarla minimamente. Avevano discusso per quasi tutto il pomeriggio e alla fine l'ambasciatore aveva acconsentito con riluttanza ad informarla di eventuali nuove scoperte sul caso. Tutto taceva, nemmeno uno straccio d'indizio, o almeno questo era il caso fino a quella stessa mattina. 

Era stata svegliata da Archibald, che continuava a ripeterle insistentemente di arrivare il prima possibile in una delle sale da tè riservate alla Rete nell'ala ovest. Evelyn aveva indossato un abito blu notte in fretta e furia e si era fatta uno chignon disordinato per poi raggiungere la stanza, dove si erano radunate anche tutte le sue cugine. Dolce, la più piccola, si stava ancora strofinando gli occhi assonnati mentre Delizia le allacciava il corsetto, Gaia e Chiaramonda ridevano sotto voce mentre Pazientina cercava di fargli sorseggiare il tè compostamente. Appena entrata Grazia le aveva fatto posto sul divanetto fra lei e Melodia mentre Archibald sedeva a cavalcioni su una sedia con le braccia poggiate sullo schienale. Guardava le sorelle con un sorriso, ma ad Eve non era passata inosservata la stanchezza nei suoi occhi. Quello che aveva detto dopo aveva solo confermato i suoi sospetti:  lei e le sue cugine avrebbero passato un po' di tempo a Sabbie d'Opale e lui non poteva partire con loro perchè doveva solo sbrigare alcune faccende a Chiardiluna. 

"Prendetela come una vacanza" aveva detto sfoggiando un sorriso a trentadue denti. Fra le sue cugine erano scoppiati gridolini di gioia e mormorii eccitati, ma ad Evelyn non poteva darla a bere così facilmente.

Quando la giovane chiamò il cugino da parte, di lì a poco li raggiunse Pazientina con aria impettita, era la più grande delle sorelle, la candidata più probabile per il titolo di ambasciatrice se Archibald si fosse mai ritirato. C'era voluta un po' di insistenza da parte di tutte e due, ma dopo un po' il cugino aveva parlato. Checov, il direttore del Nibelungen era stato rapito a seguito di una lettera minatoria. Le dinamiche erano le stesse della sparizione precendente: lettera, porte chiuse, nessuna traccia. Alcuni ospiti avevano già iniziato a fare i bagagli da Chiardiluna e non appena il Nibelungen avesse trovato un  sostituto le notizie avrebbero cominciato a circolare.

"Dovete lasciarmi svolgere le indagini da solo, vi metto solo in pericolo facendovi rimanere qui." Aveva detto Archibald per spronarle a partire, "Devo garantire che stiate bene."

Eve aveva protestato, avrebbe potuto essergli d'aiuto, Chiardiluna era stata la sua casa per tutti quegli anni, voleva investigare, voleva rendersi utile. Niente, l'ambasciatore era stato irremovibile e alla fine Pazientina l'aveva trascinata con lei a fare i bagagli.                                         
" Sciocca, gli saremmo solo d'intralcio." Aveva detto la cugina con un gesto sbrigativo della mano mentre impartiva ordini ad un valletto. 

Ed era proprio quello che si sentiva ora Evelyn, un intralcio. Seduta su un treno per una vacanza rilassante quando suo cugino si adoperava per la loro casa. 

<Fissi quella pagina da mezz'ora.>  I pensieri di Eve vennero interrotti dalla voce di Jane,

< E tu sembri particolarmente infuriata con quella tartina.>
Ribattè la giovane osservando l'amica infilzare uno degli antipasti del servizio in prima classe con decisamente più foga del necessario. La giovane Drago le lanciò un'occhiataccia.

< Va bene, va bene, non riesco a concentrarmi per leggere.> Sospirò la giovane appoggiando la testa allo schienale e chiudendo il volume per poi riporlo accanto a lei.

<Allora è grave.> Disse Jane alzando un sopracciglio.

<Oh dai! Non dirmi che tu sei felice di stare su questo treno?> Esclamò Evelyn.

<Per niente,> rispose Jane con sguardo corrucciato <Dovrei stare in città ad aiutare Thorn con le indagini...Invece zia mi manda su un treno perchè "è troppo pericoloso rimanere a Chiardiluna">

<Touchè> Disse la ragazza spostandosi un ciuffo di capelli via dal viso.

Jane stava per riprendere a parlare quando il treno prese a salire velocemente per poi continuare la sua corsa come niente fosse, ora però al posto della vista sul muro di pietra le finestre si aprivano sul mare mosso, sul cielo limpido e sui candidi ghiacciai in lontananza. Eve poteva vedere delle casette variopinte vicino ad un bosco di abeti di un verde intenso. La vera natura, nessuna illusione, quella vista mozzafiato le fece dimenticare per qualche secondo, Città-cielo, Chiardiluna ed Archibald.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora