ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 38 ℙ𝕠𝕧. 𝕁𝕒𝕟𝕖𝕥𝕥𝕖

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Jane cominciò a sentire in lontananza delle voci ovattate che discutevano tra di loro, cercò di farle smettere, stavano disturbando il suo sonno,
<B-ast-a>
Disse con un filo di voce, cercò piano piano di aprire gli occhi per vedere dove si trovava, più prendeva coscienza e più sentiva un dolore lancinante alla gamba e alla spalla. Aperti gli occhi vide solo delle alte figure nere, non riusciva a riconoscere chi si trovava in quella stanza, provò ad articolare un altra frase con un filo di voce un po' più alto,
<Dove sono?>
Disse cercando di tirarsi su a sedere, ma una mano la distese subito sul letto, cominciò ad identificare le figure davanti a lei, la persona che l'aveva tirata giù era la zia Berenilde, che con i suoi grandi occhioni azzurri la guardava preoccupata,
<Oh cara, stai bene>
Affermò per poi abbracciare la ragazza, Jane sentì un' altro forte dolore alla spalla,
<Zia così mi fai male>
Disse cercando di spostarla con la mano, la ragazza si guardò intorno, si trovava sicuramente in una stanza di Chiardiluna, alla fine del suo letto si trovava in piedi Evelyn, con gli occhi lucidi e pallidissima che guardava l'amica senza dire una parola, vicino a lei , serio e immobile, osservava la scena il visconte Nathanaël. Jane prese sempre più coscienza, e tutto d'un tratto le tornarono in mente come saette tutti i ricordi della caccia, i cadaveri sanguinanti a terra, le bestie inferocite, le urla di paura.
<Le be-stie... I Dra-ghi...co-sa...>
Cominciò a balbettare freneticamente Jane cercando di rimettersi di nuovo seduta, ma venne nuovamente spinta giù dalla zia,
<Jane, non ti agitare stai giù e riposati>
Disse la zia accarezzando la guancia della nipote, Jane però non riusciva a riposarsi, tutti quei ricordi orribili le viaggiavano nella mente. Scoppiò a piangere,
<No-n cap-isco>
Disse tra un singhiozzo e l'altro, Evelyn finalmente si avvicinò e si sedette anche lei sul letto vicino alla ragazza,
<Jane, adesso devi riprenderti, avrai tempo per capire, adesso pensa a dormire>
Disse Eve visibilmente preoccupata, Jane si asciugò le lacrime che le uscivano e cominciò a scuotere la testa,
<Voglio sapere adesso, non dopo, io mi sento bene>
Disse riuscendo a non balbettare, la zia sospirò,
<Evelyn e il visconte ti hanno trovato inerme ai piedi di una feroce bestia, sono riusciti a salvarti, ma tu sei l'unica della famiglia ad essere sopravvissuta>
Jane sgranò gli occhi, non poteva essere vero, non riusciva a crederci,
<Sono tutti morti? Tutti i Draghi?>
La zia annuì silenziosamente guardando il pavimento, Jane guardò l'amica come in cerca di una conferma ma anche lei abbassò il capo rattristita, Jane si alzò dal letto, stavolta la zia non oppose resistenza, appoggiandosi a tutto quello che trovava e zoppicando andò verso l'armadio per andare a vestirsi ma un alto ragazzo le si piazzò davanti
<Cosa avete intenzione di fare?>
Chiese Nathaniël alzando un sopracciglio, la zia e Eve la guardarono esasperate,
<Voglio riandare lì, se qualcuno è sopravvissuto, devo vederlo con i miei occhi>
Disse Jane reggendosi a una sedia e cercando di ignorare il dolore lancinante alla gamba,
<Mi spiace ma non posso permettervelo , non in queste condizioni>
Disse lui, Eve si alzò e porse una mano all'amica,
<Sto bene, non ho bisogno di una mano>
Eve sbuffò,
<Jane smettila di fare la bambina e ritorna a letto, non stai affatto bene, hai una frattura alla gamba e un grossa ferita sulla spalla. Di certo in queste condizioni non puoi tornare laggiù>
Jane alzò un sopracciglio e guardò male l'amica,
<Torna a letto Jane>
Stavolta a parlare era stato qualcun'altro, Jane si voltò verso la porta e vide sull'uscio un alto uomo dai capelli rigorosamente pettinati all'indietro e di un colore biondo platino, Jane sbuffò alla vista del cugino Thorn
<no, non voglio stare a letto a non fare niente>
Si oppose la ragazza, l'uomo fece qualche altro passo in avanti,
<Non è una richiesta, ma un ordine>
E detto questo si avvicinò alla ragazza, la scrutò come per esaminare meglio le sue ferite,
<Sei messa meglio di quanto mi aspettassi, ma devi comunque riposare>
Jane sbuffò per poi accettare finalmente la mano dell'amica che l'aiutò a mettersi a letto.

~~~~~~~~~~~~~

Erano passate diverse ore, ormai tutti erano andati a fare altre cose, da quello che aveva capito la zia Berenilde aveva intenzione di presentare la fidanzata di Thorn a Faruk, le aveva anche spiegato tutta la situazione, Ofelia era stata per mesi travestita da valletto, lo stesso  valletto che era stato imprigionato per l'attentato a madre Ildegarda e che Jane ritrovava ovunque. Le sembrava strano non averlo capito da sola, ma poi ripensò che infondo non  aveva mai dato tanta importanza alla servitù, quindi forse era normale non averlo capito.

Stava nel letto a rimuginare all'accaduto durante la caccia, Evelyn e Nathaniël le avevano spiegato tutti particolari, ma lei non riusciva a darsi pace, trovarsi lì era stato devastante. Mentre ripensava a tutto questo qualcuno bussò alla porta,
<Avanti>
Disse Jane pensando che fosse una cameriere con la cena, ma fu sorpresa di vedere Archibald sull'uscio, aveva il suo solito sorriso ma nel suo sguardo si leggeva che era preoccupato,
<Ciao...>
Disse Jane che notando di essere in pigiama e con i capelli disordinati arrossì violentemente, cercò di nascondere la sua vergogna tirando un po' su le lenzuola fino a coprirsi metà viso ma l'ambasciatore se ne accorse e scoppiò a ridere.
<Vedo che stai abbastanza bene. Mia cugina mi ha detto che hai la gamba rotta, quindi non potrai camminare per un po' suppongo>
Disse lui prendendo una sedia e avvicinandola al letto per poi sedersi, Jane annuì,
<Sai...>
Cominciò a dire Archibald togliendosi il capello a cilindro dalla testa,
<Pensavo fossi morta quando Eve mi ha mandato l'allarme...>
Disse pensieroso, non sorrideva più, Jane capì che infondo anche lui ci teneva a lei,
<E invece sono ancora viva, dovrai sopportarmi ancora per un bel po'>
Disse Jane cercando di sdrammatizzare un po', lui tornò a guardarla e sorrise,
<Suppongo di sì... E ne sono contento>
Ci furono un paio di minuti di silenzio dove i due si guardarono senza dire una parola,
<Adesso devo andare, il sire Faruk mi attende>
Jane annuì, l'ambasciatore si alzò per poi chinarsi sulla ragazza per stampargli un bacio sulla fronte, Jane arrossì,
<Rimettiti presto, verrò a farti visita uno di questi giorni.>
Disse per  poi uscire dalla stanza. Jane sgranò gli occhi, stava cominciando a provare qualcosa per Archibald?

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora