ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 47 ℙ𝕠𝕧. 𝕁𝕒𝕟𝕖𝕥𝕥𝕖

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<Allora direi tutto apposto, la gamba si sta riprendendo in fretta e la ferita alla spalla e quasi del tutto rimarginata.>
Spiegò il dottor Herman mentre scriveva qualcosa sui suoi appunti, Jane era seduta su una poltroncina e si ciondolava annoiata mentre Evelyn, che aveva insistito per accompagnarla visto che la zia era al gineceo, ascoltava ogni singola parola del dottore.
<Quindi tra quanto potrà ricominciare a camminare?>
Chiese la giovane ambasciatrice preoccupata, Jane guardò l'amica per poi rivolgerle un dolce sorriso, a volte non si rendeva conto di quanto fosse fortunata ad avere lei come migliore amica.
<Bhe, direi che la gamba potrebbe anche già essere in grado di sorregge il peso, ovviamente Janette potrà ricominciare a camminare quando si sentirà pronta...>
<Jane, per favore.>
Intervenne per la prima volta la ragazza, Eve le lanciò un'occhiataccia e Jane roteò gli occhi,
<Va bene va bene, mi scusi doc, continui pure>
Eve sbuffò esasperata, mentre il dottore continuò a parlare facendo finta di non aver sentito niente,
<Vorrei solo ricontrollare la ferita alla spalla tra una settimana per essere sicuri che non si infetti>
Concluse poi non alzando lo sguardo dal suo foglio, Eve annuì convinta per poi lanciare uno sguardo alla ragazza stravaccata sul divano,
<Grazie dottor Herman, noi adesso andiamo, ci vediamo tra una settimana>
Disse Evelyn porgendo una mano a Jane per alzarsi, la ragazza la accettò volentieri per poi, con l'aiuto dell'amica, uscire dalla stanza.
<Mi sembra un totale idiota>
Affermò Jane dopo essersi allontana un bel po' dallo studio del dottore, Eve sbuffò,
<Jane a te tutti i dottori sembrano degli idioti>
<Perché è così! Ma dove imparano a fare i medici? Cioè guardalo, sembrava un totale incapace!>
Eve sospirò, e prendendo l'amica per il braccio l'accompagnò fino alla sua stanza mentre la ragazza continuava a lamentarsi.
Entrate dentro la grande stanza di Jane, Eve aiutò la ragazza a sedersi su uno dei grandi divani che si trovavano al lato della camera, mentre lei chiamava una cameriera per farsi portare del tè.
<Allora, quando hai intenzione di riprendere il lavoro all'intendenza?>
Chiese Eve una volta essersi accomodata anche lei e aver afferrato una tazzina di tè portato poco prima da Vanessa, Jane smise all'improvviso di parlare male del dottor Herman e guardò l'amica negli occhi,
<Il lavoro all'intendenza...>
Ripeté un po' spaesata per poi fare un leggero sorriso,
<Non ci avevo pensato, a dir la verità non sento mio cugino Thorn da un bel po'. Forse ha capito che sono abbastanza inutile>
Disse Jane evidentemente dispiaciuta, Eve sorrise,
<Jane non dire così, Thorn in questo periodo ha così tanto da fare per la storia del matrimonio. Sicuramente non ti ha chiamato per non volerti pressare a tornare, vuole che ti riposi. Ma adesso che stai meglio sarebbe ora di cominciare a pensare un po' a cosa farai>
Jane annuì, l'amica aveva pienamente ragione, come sempre. Lei ormai non era più una bambina, non poteva pensare solo a divertirsi, se voleva veramente il rispetto e la fiducia da parte della zia doveva dimostrare a tutti di esserne all'altezza.
<Sì, oggi pomeriggio chiamerò Thorn>
Disse per poi prendere un biscotto dal vassoio poggiato sul tavolino.
Dopo un po' che le due amiche chiacchieravano qualcuno bussò alla porta. Jane si girò e riconobbe sull'uscio l'ambasciatore, subito il suo viso si tinse di un colorito rosso e cominciò a sentire improvvisamente caldo,
<Ciao Archibald>
Disse Eve sorridente dopo aver riconosciuto il cugino alla porta, lui sorrise,
<Scusate il disturbo, posso entrare?>
Chiese sorridente, Jane annuì perché era sicura che se avesse aperto bocca sicuramente avrebbe cominciato a balbettare, Eve si accorse del disagio dell'amica e le rivolse un sorriso divertito,
<Certo Archibald, entra>
Disse Eve lanciando una occhiata loquente all'amica, Jane sgranò gli occhi, Eve aveva forse capito quello che lei provava per Archibald? Bhe probabilmente sì, Eve era una ragazza molto intelligente e conosceva bene l'amica, per di più Jane era sempre stata negata a nascondere le proprie emozioni.
<Tutto bene? Ho saputo che oggi hai avuto la visita dal dottor Herman>
Disse Archibald sorridendo a Jane, una volta essersi seduto. La ragazza cercò di non incrociare lo sguardo dell'ambasciatore, così si ributtò sul vassoio di biscotti e ne afferrò qualcuno mentre annuiva cercando di essere il più naturale possibile, con scarsi risultati.
Eve vedendo l'amica in difficoltà corse subito in soccorso,
<Sì, tra poco Jane potrà riniziare a camminare>
Disse mentre sorseggiava il suo tè, Archibald annuì sorridente mentre continua a guardare fisso la ragazza di fronte a sé, Jane sentiva il suo sguardo addosso e diventava sempre più difficile evitarlo, ormai era il quinto biscotto che mangiava, così afferrò la tazzina e mandò giù il contenuto velocemente, ricordandosi solo dopo che il tè era completamente bollente, per il dolore fece cadere la tazzina a terra.
Eve sgranò gli occhi,
<Jane, ma che stai facendo?>
Disse fissando l'amica, mentre Archibald scoppiò in una fragorosa risata, si alzò dal divano e si avvicinò di più alla ragazza,
<Ti sei bruciata la lingua? Il tè era bollente>
Disse con il suo solito ghigno in faccia, Jane non rispose ma cominciò a guardare invece un quadro appeso lì vicino,
<Vado a chiamare Vanessa per ripulire questo disastro>
Disse Eve per poi alzarsi, Jane seguì l'amica con lo sguardo mentre usciva dalla stanza e lasciava lei e l'ambasciatore da soli, la ragazza ricominciò a guardare il quadro, cercando di sembrare il più interessata possibile.
<Non vuoi parlare o sei diventata improvvisamente muta?>
Jane prese un bel respiro per poi voltarsi verso l'uomo affianco a lei, lo guardò negli occhi, aveva intenzione di rispondergli sarcastica come sempre, ma lui prima che lei riuscisse a dire qualsiasi cosa le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, Jane a quel contatto diventò ancora più rossa e non riuscì a dire una parola, da quando aveva cominciato a sentirsi così vulnerabile in sua presenza?
<Io->
Cercò di dire,
<Allora non sei muta>
Disse sorridendo Archibald, continuava a guardare negli occhi la ragazza, sembrava aver capito l'effetto che suscitava nella giovane e si divertiva molto a stuzzicarla.
<Eccomi tornata>
Annunciò Eve mentre entrava a gran passi nella stanza, Archibald si allontanò dalla ragazza continuando però a tenere gli occhi fissi su di lei, Jane tirò un sospiro di sollievo.
<Adesso devo andare, ero solo venuto a vedere come stava Jane.>
Disse Archibald alzandosi, Eve annuì per poi accomodarsi sul divano di fronte al tavolino,
<Ciao Archibald>
Disse sorridente Eve, Archibald fece una piccola riverenza mentre continuava a sghignazzare per poi uscire dalla stanza.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora