Evelyn si stava dirigendo verso la stanza dove alloggiava l'amica.
Era rimasta in biblioteca per un'ora circa dopo la visita del cugino e lei e Nathaniël avevano continuato a leggere i loro libri in silenzio.
Fortunatamente quel giorno non aveva alcun impegno e aveva deciso di approfittare della situazione per andare a fare un'altra chiacchierata con Jane.
Dopo qualche minuto la giovane era arrivata davanti alla porta della stanza di Berenilde e dell'amica.
Alle due era stata data una camera nella stessa ala di Chiardiluna dove alloggiavano Archibald, lei e le sue sette cugine, in questo modo la favorita fra le favorite avrebbe avuto la massima protezione.
Eve stava per bussare alla porta della stanza quando una voce dietro di lei risuonò per tutto il corridoio.<Cercavi me?>
Domandò Jane alle spalle della giovane.<No, mi diverto ad osservare le porte.>
Rispose la giovane in tono sarcastico girandosi verso l'amica.<Non mi stupirebbe.>
Ribattè la drago ridacchiando.<Comunque,> continuò Eve <come ti trovi qui?>
<Davvero?> ridacchiò Jane < Come sei formale! Mi troverei molto meglio senza il tuo caro cugino.>
Evelyn era consapevole di quanto Archibald irritasse la giovane drago, ma quella volta nel tono della ragazza c'era qualcosa in più. Sembrava sinceramente ferita.
<È successo qualcosa, non è vero?>
Chiese allora la giovane donna con tono interrogativo.<Se per qualcosa intendi il dare buca alla gente per flirtare con donne sposate allora sì.>
Jane sembrava più irritata del solito. Come se in fondo ci fosse qualcosa di personale.
Evelyn non aveva mai apprezzato i passatempi poco ortodossi di Archibald, ma quell'uomo era più testardo di un mulo quando si metteva in testa qualcosa.<Se ti dà troppo fastidio dimmelo, ci scambierò quattro chiacchiere.>
Sospirò Eve per poi appoggiarsi alla parete.<Tranquilla. Ce la faccio da sola.>
Disse Jane abbozzando un sorriso per poi cambiare improvvisamente discorso <Bene, hai fame? Io si, andiamo a mangiare qualcosa!>
E detto questo prese la giovane donna per il polso e la trascinò verso la sala da tè più vicina.-----------
Evelyn era in piedi in un grande salone da ballo dal pavimento di marmo.
Sentiva un forte peso sulla testa a cui lei cercava di resistere, se il dolore continuava le si sarebbe spezzato il collo.
Sopra al suo capo c'erano dei libri, una pila di libri cosí alta che Eve non avrebbe potuto vedere la fine neanche se avesse voluto.
Camminava.
Camminava mentre il dolore lancinante alla testa continuava e i libri minacciavano di cadere da un momento all'altro.
Avrebbe voluto fermarsi, si sentiva sfinita, ma non poteva, la familiare voce della madre dietro di lei le ripeteva di continuare.
Ogni passo era insicuro e oscillante e al quarto la giovane perse l'equilibrio facendo cadere tutti i libri sopra la sua testa.
Chiuse gli occhi dallo spavento, ma l'impatto con i volumi non arrivò.
Ora si trovava di fronte ad una grande specchiera e sembrava che non esistesse altro al di fuori di quella.
Tuttavia qualcosa non tornava, il riflesso che lo specchio rimandava mostrava un'Evelyn più bassina e giovane, dai capelli ancora corti e sciolti. Era lei, ma da ragazzina.
La giovane donna, incuriosita, allungò una mano verso quella riflessa nello specchio, ma l'immagine che vedeva cambiò di nuovo.
Di fronte a lei, dietro il vetro, c'era uomo.
L'uomo aveva corti capelli biondi e sulla fronte un tatuaggio a forma di goccia. Sorrideva e il viso mostrava piccole rughe, segno dell'età.
Evelyn lo conosceva, era il padre.
L'uomo dietro lo specchio all'improvviso era gigante.
Si era inginocchiato e tendeva una mano verso di lei.
Quando la giovane donna fece altrettanto si rese conto che non era lo specchio ad essersi ingrandito, ma era lei ad essere diventata piccola.
La mano che tendeva verso lo specchio era quella di un infante.
Appena la piccola manina raggiunse la superficie fredda del vetro questo si frantumò in mille pezzi.
Il padre era sparito, i vetri ancora riflettevano pezzi del suo sorriso che andava piano piano svanendo.
Evelyn era terrorizzata. Non voleva perdere di nuovo il padre.
La giovane donna, trasformata in bambina, cercava invano di afferrare le schegge di specchio che le tagliavano solo le mani, facendo sgorgare dalle ferite il liquido rosso che ora sgocciolava sul suo vestitino da bambina.
In lontananza ora si stagliava di nuovo la figura del padre.
La guardava con pietà ma le voltò lo stesso le spalle e si mise a camminare in quello sconfinato spazio nero.
Evelyn voleva inseguirlo, aveva paura di rimanere di nuovo sola.
La bambina si alzò e senza preoccuparsi delle schegge di vetro si mise a correre con i piedini nudi verso la figura che si allontanava, ignorando il dolore.
Nonostante Eve corresse sembrava sempre non riuscire a raggiungere il padre.Fermati.
Torna indietro.
Non abbandonarmi di nuovo.
L'invisibile pavimento dove Evelyn camminava era come sparito.
La giovane si sentí precipitare nel vuoto insieme alle schegge di specchio e aprí gli occhi.Legno scuro, fu la prima cosa che vide la giovane donna quando si svegliò con il respiro affannato.
Piano piano Eve prese coscienza delle morbide coperte che la coprivano e della flebile luce lunare che filtrava nel buio della stanza.
Era stato tutto un sogno, o un incubo ad essere precisi. Lei non era una bambina è non c'era traccia di ferite o sangue sulle sue mani. Tanto meno di specchi rotti.
La giovane cercò di calmare il respiro ed il battito del cuore accelerato. Ma il cervello sembrava esserle impazzito.
Continuava a pensare al sogno, facendola agitare ancora di più, cosí di certo non avrebbe mai ripreso sonno, constatò lei strofinandosi gli occhi.
La giovane donna decise che una passeggiata forse l'avrebbe aiutata a rilassarsi e calmare i nervi.
Evelyn scese dal letto e si infilò un paio di ballerine.
Sarebbe andata in una parte del giardino piuttosto isolata, quindi non avrebbe dovuto preoccuparsi del suo abbigliamento, anche perchè in quel momento non aveva proprio voglia di vestirsi.
E cosí, con la lunga camicia da notte nera e i capelli ancora sciolti sulle spalle e arruffati Eve si diresse verso i giardini.
STAI LEGGENDO
Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)
FanfictionJanette, una giovane Drago spensierata e ribelle, pronta a sfidare gli schemi e le tradizioni di famiglia per dimostrare il proprio valore. Evelyn, del clan della Rete, sotto pressione a causa delle aspettative della madre e volenterosa di mettersi...