ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 54 ℙ𝕠𝕧. 𝕁𝕒𝕟𝕖𝕥𝕥𝕖

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Jane era distesa su una sdraia, cercava almeno  di rilassarsi in quella vacanza forzata, non voleva stare lì, avrebbe voluto aiutare a Chiardiluna, soprattutto avrebbe voluto stare di più accanto ad Archibald, anche se non lo avrebbe mai ammesso davanti ad altri, lui aveva insistito per restare lì e condurre delle indagini e Jane non aveva fatto in tempo neanche a salutarlo prima di essere trascinata via dalla zia.
Eve stava accanto a lei, con le braccia incrociate mentre guardava  incuriosita i parenti di Ofelia, erano arrivati qualche giorno prima e Jane già non li sopportava più, erano rumorosi, espansivi, sempre allegri,  insomma insopportabili per una che già era di malumore. Eve invece li trovava interessanti, diceva che avrebbero potuto sapere molto da loro e che potevano imparare molto riguardo le abitudini della loro arca, a  Jane però non interessava imparare cose nuove quindi preferiva evitare quei rumorosi ospiti.
Mentre le due giovani discutevano su alcune ipotesi riguardanti gli scomparsi si avvicinò a loro la zia Berenilde,
<Buongiorno ragazze>
Disse avvicinandosi a loro,
<Ciao zia>
<Buongiorno signorina Berenilde>
Dissero insieme, Berenilde rivolse un sorriso alla giovane della Rete per poi voltarsi a guardare Jane,
<  Cara, sto per andare da mamà, vieni con me?>
Jane fece una faccia schifata,
<Ho da fare>
Disse semplicemente,
<Ah sì? E cosa avresti da fare?>
<Lavori per l'Intendenza, anche se sono in vacanza non posso certo lasciare Thorn a gestire tutto da solo. Gli dò una mano anche a distanza>
Berenilde alzò un sopracciglio ma non perse il suo solito sorriso pacato,
<Va bene allora, ci vediamo dopo>
E detto questo si alzò per andarsene.
<Devi lavorare?>
Chiese Eve non appena la zia fu abbastanza lontana,
<No in realtà no, non sento Thorn da un po' in verità...>
L'amica sospirò,
<Tua nonna non sta bene, potresti anche andarla a trovare>
<Non ci penso proprio, piuttosto passerei un'intera giornata con quei marmocchi lì>
Disse indicando i fratelli di Ofelia che giocavano poco lontani da loro. Eve sbuffò,
<Sei proprio un caso perso>

~~~~~~~~~~~~~~

Passarono dei giorni e Jane era sempre più di malumore, voleva ritornare a Chiardiluna, aiutare con le indagini e soprattutto rivedere Archibald, era preoccupata per lui.
Aveva avuto da poco la notizia da parte della zia che avrebbe dovuto partecipare ad un banchetto insieme alla famiglia di Ofelia, era venuto Thorn ed era il momento delle presentazioni ufficiali a quanto pareva, cosa che a Jane dava veramente fastidio. Non capiva cosa c'entrasse lei in tutto questo, ma Berenilde insisteva, siccome lei non sarebbe potuta andare. Per questo si trovava nella sua camera a scegliere il vestito adatto, o meglio, Eve stava scegliendo il vestito mentre lei era distesa sul letto a leggere un libro.
<Direi che questo è adatto... Che ne dici? Jane potresti almeno guardarlo?>
Disse scocciata la giovane, Jane alzò lo sguardo annoiata, il vestito che teneva in mano l'amica era un semplice abito azzurro chiaro con il corpetto bianco e una cinta in vita di pizzo,
<Sì sì va bene, uffa non mi va>
<Lo so, lo avrai ripetuto almeno venti volte, ma devi andarci, tua zia ci tiene>
<Tu che farai?>
Chiese la giovane drago mentre si alzava dal letto,
<Non lo so, starò in stanza con le mie cugine>
<Insomma anche la tua giornata sarà molto divertente>
Eve sorrise per poi porgere l'abito alla ragazza che andò in bagno a cambiarsi.

~~~~~~~~~~~

Jane non aveva mai assistito ad un pranzo così teso, erano tutti in silenzio, ognuno guardava il suo piatto senza dire una parola,
< Il circo era divertente>
Farfugliò dopo un po' Ofelia, forse per rompere il ghiaccio. Jane, che era seduta vicino a due parenti di Ofelia di cui non ricordava il nome, alzò lo sguardo in direzione della piccola animista per poi passare in rassegna a tutti gli ospiti, era un'infinità di teste rosse e volti molto simili, Thorn si trovava a capotavola e guardava dritto nel suo piatto,
< Hai mostrato le fotografie che hai fatto?>
Continuò rivolgendosi al suo fratellino, che era di fianco a lei, il ragazzino alzò lo sguardo e con la bocca piena disse,
<Perché mai? Sono tutte venute male per colpa degli echi>
E calò di nuovo il silenzio, Jane guardò il cugino, avrebbe dovuto fare qualcosa per aiutarlo?
< Nove e quattro>
Tutti si voltarono, Thorn aveva alzato finalmente lo sguardo dal piatto,
<Vi dispiace ripetere, signor Thorn?>
<Nove>
Disse con voce sepolcrale,
<È il numero delle nostre proprietà di famiglia. Sì tratta per la maggior parte di castelli, quasi tutti di ottima fattura. Tre si trovano a Città-cielo, di cui uno è destinato a vostra figlia come regalo di matrimonio>
Jane alzò un sopracciglio, quello era il suo modo di interagire con i familiari della sua fidanzata?
<Vi suggerisco di visitare le nostre proprietà. E se trovate qualcosa che volete portare per ricordo su Anima>
Disse in tono freddo,
<vi prego di servirvi a piacimento.>
Jane sgranò gli occhi e guardò la madre di Ofelia alla quale era indirizzato l'invito, anche Ofelia sembrava stupita, perché Thorn doveva parlare proprio di quello?
Tutti gli ospiti sembravano nauseati e contrariati, la madre di Ofelia diventò rossa in viso,
<Signor Thorn>
Disse a denti stretti la donna,
<Sta forse cercando di comprare la nostra indulgenza come credo?>
Jane si voltò di scatto verso Thorn e fece segno di no con la testa, ma il cugino non la guardò neanche,
<Sì>
Rispose invece,
<Non sarò mai un genero ideale, né posso contare sul mio fascino per convincervi del contrario. Le proprietà sono l'unica cosa di cui posso vantarmi davanti a voi>
Jane ormai aveva perso le speranze, posò la forchetta e incrociò le braccia come per mettersi comoda e guardare la scena,
<Ed è tutto?>
Tuonò quello che Jane ricordava essere il prozio di Ofelia,
<È veramente tutto quello che hai da dirci? Ti va di litigare?>
Jane si drizzò sulla sedia,
<Mi scusi...>
Provò a dire, anche Ofelia cercò di intervenire,
<Ascoltate, vorrei...>
Ma Thorn interruppe tutte e due,
<No>
Jane lanciò un'occhiataccia al cugino, di solito era lei quella che doveva stare zitta  per non fare danni,
<Non è tutto ciò che ho da dire. Nove era il primo argomento per farmi apprezzare da voi. Quattro è il secondo>
<Quattro che, signor Thorn?>
Disse un'uomo, Jane pensò fosse il padre della giovane,
<Quattro giorni... Sono quelli che mancano al matrimonio. Durante questi quattro giorni, per quanto il mio comportamento verso vostra figlia possa scandalizzarvi o dispiacervi, vi chiedo di non immischiarvi>
Jane ormai si era arresa, peggio di così non poteva andare,
<Thorn, non dovreste forse...>
Ancora una volta Ofelia venne interrotta,
<Io mi immischio nella vita dei miei figli quanto mi pare e piace! Non posso oppormi a questo matrimonio, ma voi siete più freddo di un blocco di ghiaccio e non ho paura di dirvelo in faccia>
Esplose la madre diventando, se possibile, ancora più rossa.
<Quattro giorni>
Insisté Thorn,
<Dopo il matrimonio potrete dire a vostra figlia di venire a trovarvi su Anima quando e per tutto il tempo che vorrete>
Sembrò che quasi tutti si calmarono,
<Mi sembra, che potrei almeno...>
Provò ancora a parlare Ofelia,
<Ho la vostra parola?
La interruppe la  madre,
<Potrò fare tornare mia figlia a casa tutte le volte che vorrò?>
<Ve lo prometto>
<Non vi opporrete mai alla mia volontà?>
Domandò ancora la donna,
<No, non mi opporrò>
Jane tirò un sospiro di sollievo, sembrava che tutti si fossero calmati
<Se a qualcuno interessa il mio parere, penso che...>
Cominciò Ofelia, ma stavolta a interromperla fu la relatrice,
<Siete troppo accomodante signor Thorn, va tutto a vostro onore volerci mettere a nostro agio...>
Cominciò a dire con un sorriso indulgente, Jane la guardò male, che voleva fare quella donna?
<ma non siete tenuto a farci promesse del genere. Il posto della nostra piccola Ofelia è qui, al vostro fianco. Se le lasciate troppa libertà non onorerà mai i suoi doveri verso di voi e renderà una barzelletta questa alleanza diplomatica>
Jane voleva dire qualcosa, ma venne preceduta da Thorn,
<Riassumendo la situazione, vi offro quello che ho di più vantaggioso, i miei beni, e vi risparmio quello che ho di meno vantaggioso, la mia compagnia. In cambio esigo che in questi quattro giorni non vi immischiate nei miei affari>
La situazione si era aggiustata, tutti erano tranquilli, tranne la relatrice che era stata ignorata,
<Prenderò un altro pezzo di torta. Voi ne volete, signor Thorn?>
Disse la madre di Ofelia adesso che aveva preso un colorito normale.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora