ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 22 ℙ𝕠𝕧. 𝕁𝕒𝕟𝕖𝕥𝕥𝕖

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Erano passate un po' di settimane e Jane aveva evitato il più possibile l'ambasciatore, cercava sempre di cambiare strada quando lo intravedeva e se proprio non aveva altra scelta lo ignorava.
In tutta Chiardiluna però circolava una notizia, Madama Frida, nonché cugina di Evelyn e Archibald, era stata fulminata da un colpo al cuore che purtroppo l'aveva portata alla morte. Quel giorno ci sarebbero stati i funerali e Jane, in quanto ospite di Chiardiluna e amica di Eve, era stata invitata insieme alla zia Berenilde e la nonna.
Jane si preparò, indossò un semplicissimo vestito nero, con le maniche lunghe che si allargavano verso la fine e la gonna che ricadeva in qualche piega. Legò i capelli in uno chignon alto, lasciando ricadere due ciuffi davanti e poi indossò delle scarpe basse nere.

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Janette, accompagnata dalla nonna e dalla zia, raggiunse la cappella di Chiardiluna, dove si sarebbe svolta la cerimonia, dopo un po' le raggiunse un valletto con un cesto di arance sotto braccio e un ombrello, che avrebbe dovuto mantenere sopra la testa delle tre donne per ripararle dal finto temporale che si trovava nella cappella,
<Perché queste arance? Non mi sembra di avertele chieste>
Domandò la zia Berenilde, Jane guardò incuriosita il valletto a cui prima non aveva dato molta importanza, il ragazzo era bassetto con gli occhi a mandorla e i capelli neri. Lui cominciò a gesticolare come per farsi capire, la giovane donna capì allora che il ragazzo era muto,
<Ora non c'è tempo, il funerale sta per cominciare, che aspetti ad aprire l'ombrello?>
Domandò la zia Berenilde, il valletto provò ad aprire l'ombrello ma sembrava avere qualche difficoltà avendo l'altra mano impegnata a tenere il cestino di arance, la nonna afferrò allora il cesto dalle mani del ragazzo per aiutarlo,
<Sei troppo buona con questo ragazzo , mammà>
Le rinfacciò la zia ,
<Troppo golosa, figlia mia. Vado matta per le arance>
Disse divertita la nonna, Jane la guardò male come se anche sentire la sua voce le desse fastidio,
<Non toccatele, non sappiamo da dove vengono, sbrighiamoci. Vorrei sedermi vicino all'altare di Odino>
Disse la zia cominciando a trascinare dietro di sé la nipote e la madre.
Jane si guardò in giro e tra i vari ospiti intravide Evelyn, si trovava vicino al cugino e alle sorelle di Archibard, sembravano tutti molto malinconici.
Anche l'ambasciatore, al contrario del solito, era vestito elegantemente per l'evento e si era anche rasato.
Jane li guardò per poi tirare un sospiro, magari per un giorno doveva dare una piccola tregua ad Archibald e smetterla di evitarlo.
<Zia io vado da Eve>
Annunciò Jane, la zia annuì per poi lasciarle il braccio.

<Hey, Evelyn>
Disse Jane una volta arrivata vicino all'amica mettendogli una mano sulla spalla, la giovane donna si voltò per poi fare un lieve sorriso.
<Oh ciao, sei tu>
Disse con voce lieve per poi guardare il cugino,
<Dai vieni mettiti vicino a noi>
Disse la ragazza per poi strattonare l'amica tra lei e il cugino. Jane guardò in alto per incrociare lo sguardo azzurro dell'ambasciatore, lui non disse nulla ma le rivolse anche lui un lieve sorriso, Jane ricambiò per poi voltarsi e evitare di guardarlo il più possibile.
Dopo qualche minuto i mormorii cessarono e la musica di organo iniziò a rimbombare in tutta la sala, un signore imparruccato e molto malinconico salì sull'altare di Odino, era anche lui membro della rete e probabilmente coniuge di Madama Frida,
<Un filo si è rotto>
Annunciò con voce tremante, poi nella sala calò il silenzio, tutti i membri della rete comunicavano tra di loro mentre il resto degli invitati stava rispettosamente in silenzio, Jane fece lo stesso, abbassò la testa fino a guardarsi le scarpe e tacque.

Dopo quasi una mezz'ora di silenzio finalmente il vedovo ringraziò tutti e se ne andò, tutti i valletti chiusero i loro ombrelli e i vari ospiti cominciarono a camminare tra le panche per andare a fare le condoglianze alla famiglia. Eve si asciugò qualche lacrima che le era scesa, Jane non si ricordava che lei e Madama Frida avessero un gran legame, ma sapeva bene che tra il clan della rete era diverso, se una persona moriva era come se una parte di te sparisse.
Dopo qualche secondo si avvicinò la zia Berenilde, bella e posata come sempre, fece una elegante riverenza verso le sorelle di Archibald per poi avvicinarsi nella direzione dell'ambasciatore. Jane, che era accanto a lui e alla cugina, cercava costantemente di non guardarlo,
<Buonasera... cerimonia toccante, vi porgo le mie condoglianze>
Disse la zia facendo un dolce sorriso rassicurante, Archibard annuì per poi fare un semplice baciamano di cortesia alla donna,
<Grazie Madama Berenilde>
Fu Eve a parlare, sempre con lo sguardo un po' triste. Jane allora alzò lo sguardo verso l'ambasciatore, dalla sua espressione sembrava aver visto una cosa molto seccante alle sue spalle, anche Eve si girò,
<Mi potete scusare>
Disse allora la giovane donna rivolta alla zia Berenilde e alla nonna, per poi prendere il braccio di Archibard e portarlo leggermente più in là, ma Jane riuscì a sentire la loro conversazione,
<Madre Ildegarda sta dando altri problemi con gli ospiti>
Constatò la ragazza guardando in direzione di una signora dalla pelle olivastra e un vestito a pois, Archibard alzò lo sguardo per poi sbuffare,
<Ci penso io>
Disse per poi avviarsi verso la donna, Eve si girò verso Jane per poi farle segno di seguirla. Le due seguirono l'ambasciatore e si fermarono poco più in là,
<Signora, state disturbando il nostro lutto. Vi dispiace comportarvi bene?>
Disse Archibald gentilmente, la donna sorrise,
<Come potrei rifiutarti un favore, Augustin>
Disse Ildegarda.
Jane sorrise leggermente, la donna, al contrario di Jane che lo faceva apposta, si sbagliava spesso a chiamare Archibald e lo chiamava con il nome del nonno,
<Archibald, signora. Archibard>
Disse lui seccato per poi avvicinarsi alle due donne,
<Non dovrebbe dare più problemi, tu comunque tienila d'occhio ok?>
Disse rivolto alla cugina, poi guardò Jane, la squadrò dall'alto in basso, ma non disse nulla per poi andarsene.
<Dai Jane, andiamo di qua devo raccontarti delle cose>
Disse la ragazza per poi trascinarsi l'amica dietro.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora