ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 15 ℙ𝕠𝕧. 𝔼𝕧𝕖𝕝𝕪𝕟

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Il giardino di Chiardiluna era particolarmente incantevole quella sera, merito del lavoro di alcuni miraggi chiamati appositamente per la serata.
Il ballo in onore di Berenilde si sarebbe svolto in una radura circondata da un piccolo bosco di salici piangenti.
Molti ospiti avevano già iniziato a brindare o ad assaggiare i vari piatti del buffet ed altri ancora già iniziavano a danzare sulle note del valzer.
Per Evelyn fu facile individuare il cugino in mezzo a quella folla. Indossava i suoi vecchi vestiti logori, il cilindro col fondo aperto e non si era nemmeno rasato, in una mano portava una vecchia canna da passeggio. Stava probabilmente dando il benvenuto agli ospiti che arrivavano.
Eve lo raggiunse facendosi largo fra la folla di nobili e non appena il cugino la vide arrivare le rivolse un sorriso allegro.

<Stavo cominciando a temere che quelle scartoffie ti avrebbero tenuta incollata alla scrivania per tutta la sera!>

<Stai forse dubitando della mia efficienza?>
Rispose allora Evelyn con tono sarcastico.

<Assolutamente no> esclamò Archibald sistemandosi il cappello in testa <Gustavo mi ha informato dell'arrivo di Berenilde, a momenti i nostri cari ospiti dovrebbero essere tra noi.>

Non passò neanche qualche minuto che sia Evelyn che il cugino intravidero la favorita fra le favorite farsi strada con un piccolo seguito.
Entrambi le andarono in contro ed Archibald con fare giocoso si tolse il cappello e fece una piccola riverenza.
Era incredibile come il cugino riuscisse ad essere cosí disinvolto nonostante l'atmosfera tesa che si era creata fra i nobili all'arrivo della dama.

<Berenilde, o l'arte di farsi desiderare!>

All'esclamazione dell'ambasciatore raggiunsero il piccolo gruppetto che si era formato anche le sue sorelle, prima impegnate in una conversazione. Evelyn sapeva dell'ammirazione che queste provavano verso Berenilde e non era quindi una sorpresa vederle unirsi al piccolo corteo di benvenuto.

Mentre Archibald fece il baciamano alla dama, Eve e le cugine chinarono il busto in una profonda riverenza finendo con l'apparire perfettamente sincronizzate.

<Pretendere che una donna sia puntuale significa conoscerla male. Chiedetelo alle vostre sorelle.>

Berenilde aveva risposto con tono soave per poi abbracciare le sette ragazze quasi come se fosse la loro madre.

<Grazia! Chiaramonda! Gaia! Pazientina! Melodia! Delizia! Ed ecco qua la piccola Dolce! Ah, come mi siete mancate!>

Quando Berenilde arrivò di fronte ad Eve le rivolse un sorriso angelico posandole una mano sulla spalla.
<Ed Evelyn cara! Purtroppo mia nipote ci raggiungerà più tardi, aveva alcuni impegni all'intendenza.>
Jane le aveva già parlato in precedenza della proposta di lavoro fatta dall'intendente e Eve era contenta di sentire che aveva accettato l'incarico.

<Siete venuta con un seguito ridotto, a quanto vedo>
A parlare era stato nuovamente Archibald. Evelyn allora si soffermò ad osservare il piccolo gruppo della dama.
Evelyn riconobbe l'anziana madre di Berenilde, a cui il cugino stava facendo il baciamano. Per il resto a comporre l'entourage c'erano una signora di mezza età dai denti sporgenti, vestita completamente in nero e con uno chignon impeccabilmente stretto e un valletto dai capelli neri e gli occhi a mandorla che era quasi completamente coperto da un carrello pieno di valigie.

Berenilde fece un gesto distratto per presentare la signora in nero.
<La mia dama di compagnia. L'ho scelta più per le sue doti di levatrice che per il piacere della conversazione>

Mentre la dama da compagnia annuiva educatamente, Archibald si avvicinò al carrello colmo di bagagli per poi tamburellare con le dita su uno di essi.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora