ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 34 ℙ𝕠𝕧. 𝔼𝕧𝕖𝕝𝕪𝕟

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Il salone del Sole era gremito di nobili che parlottava fra di loro dell'opera, ora che Bernilde se ne era andata con Faruk tutti i nobili che pochi minuti prima la stavano complimentando e ricoprendo di applausi si mettevano a criticare aspramente la sua performance ed il suo aspetto.
Evelyn era arrivata nel salone con Jane e poi di era messa a ringraziare alcuni ospiti per la presenza a teatro.
Dopo numerosi ringraziamenti e chiacchiere di cortesia finalmente Eve riuscí ad avere un attimo di pace.
Constatando che, fra un impegno ed un altro, non aveva mangiato niente da quella mattina, Eve si avvicinò al tavolo dei rinfreschi per prendere qualche macaron.
Mentre si saziava la ragazza iniziò a guardarsi intorno.
Nathaniël le aveva promesso che si sarebbero incontrati dopo l'opera, ma non riusciva a vederlo da nessuna parte.

<Davvero uno spettacolo incantevole...>
Disse una familiare voce dietro di lei, Evelyn si girò per incontrare lo sguardo del Miraggio.
Nathaniël, al posto del suo fedele cappotto nero portava una giacca  celeste con coda, allacciata sul davanti con due file di bottoni, una cravatta ed un paio di pantaloni bianchi.
Anche quel giorno il giovane uomo teneva fra le mani un bicchiere di vino rosso.

<Visconte, mi avete preso alla sprovvista! Non vorrei certo ripetere l'incidente dell'ultima volta.>
Disse Eve lanciando uno sguardo divertito alla coppa.
Il Miraggio fece una piccola risata per poi prendere un sorso dell'alcolico.

<Vedrò di finirlo prima che succeda qualcosa. Volete unirvi a me?>
Rispose Nathaniël facendo cenno verso un tavolo con calici pieni di vari e bevande.

<Non bevo molto... se non vi dispiace prendo qualcosa di leggero.>
Disse allora la giovane afferrando uno sherry e prendendone un piccolo sorso.

<Sono contenta abbiate apprezzato l'opera. La maggior parte della gente sembra più interessata a sparlare su madama Bernilde o cercare di dichiararsi alle mie cugine...>
Sospirò Eve dopo qualche sorso della bevanda.

<Avrei voluto seguire di più in verità...> disse il giovane, <Mio padre ha un tono di voce fin troppo alto.>

<Se vi interessa, l'opera è tratta da un libro, potrei mostrarvelo un giorno di questi.>
Propose Evelyn lanciando uno sguardo al Miraggio, che intanto aveva finito il suo bicchiere di vino.

<Mi farebbe piacere.>
Disse il giovane uomo per poi rimanere in silenzio per qualche secondo.

<Posso farvi una domanda?>
Esordí dopo un po' Nathaniël.

<Certo.>
Disse la giovane finendo il suo sherry per poi appoggiare il bicchiere vuoto sul tavolo accanto.

<Perchè non avete partecipato all'opera con le vostre cugine? Scommetto sareste stata una splendida attrice.>

Evelyn sentí il proprio viso scaldarsi, al momento doveva avere un colorito piuttosto roseo.

<Onestamente, nonostante ami il teatro, non desidero alcun tipo di attenzione.>
Iniziò a spiegare la giovane donna fissando con intensità il pavimento, nella speranza che il visconte non notasse il rossore.

<Non voglio attirare su di me le critiche di tutta Città-cielo e non voglio nessun'altro uomo interessato a sposarmi solo per uno status sociale, come quelli affollati ai camerini delle mie cugine.>
Concluse Evelyn con un sospiro.
Nathaniël dopo averla ascoltata si mise a fissare con intensità una colonna della sala per poi annuire.

<Vi capisco. E ne deduco che non siate promessa a nessuno?>
Chiese il Miraggio dopo un po'.

Evelyn fece una piccola risata.
<Nessun marito grazie al cielo.> Rispose la ragazza mostrando le mani, prive di anelli. <Se fosse per mia madre la storia sarebbe diversa...>
Alla menzione della madre di Evelyn seguí un breve silenzio che, imbarazzata, decise di rompere Eve.

<E voi visconte?>
Chiese la giovane, Nathaniël alzò leggermente le sopracciglia.

<Nessun matrimonio combinato neanche io...>
Cominciò il giovane uomo.

<Ho già fatto saltare due fidanzamenti in verità... credo la mia famiglia stia perdendo le speranze con me...>

Eve sgranò gli occhi dalla sorpresa prima di rendersi conto che la sua reazione aveva probabilmente offeso il visconte.

<Oh... mi dispiace davvero...>
Le parole della giovane furono interrotte dalla risata del Miraggio.

<Li ho fatti saltare volontariamente, madama. Non c'è bisogno che cerchiate di confortarmi, non che non apprezzi il gesto.>
Disse Nathaniël con un leggero sorriso divertito.

<Ad essere onesti detesto anch'io i matrimoni di convenienza e quelle donne erano solo alla ricerca di un marito dalle tasche larghe.>
Concluse il visconte ed Evelyn annuí pensierosa.
Intanto lo sguardo del giovane uomo, anziché fermo su qualcosa, setacciava l'intero salone senza mai fermarsi.

Eve stava per parlare quando la voce del visconte la interruppe.

<Vogliate scusarmi madama, ma non riesco a vedere Stanislav, nonostante mio padre sia presente voglio comunque assicurarmi di dove sia.
La vostra compagnia è stata un piacere.>
E detto questo il giovane fece un baciamano distratto alla giovane donna per poi sparire di fretta fra la folla del salone.

Eve, rimasta da sola, si domandò come mai il visconte era cosi tanto di fretta.
Ora che aveva un po' di tempo per riflettere la giovane non potè far a meno di ripensare al senso di sollievo che aveva provato nel sentire che Nathaniël non aveva una promessa sposa.

Passata circa una mezzora da quando il visconte l'aveva lasciata da sola, la giovane donna decise che in fin dei conti sarebbe stato meglio tornare in camera a Chiardiluna, la festa sarebbe comunque terminata a breve.
Il tempo da sola le stava solo facendo tornare in mente l'imminente caccia a cui stava per partecipare l'amica, facendola preoccupare come ogni anno.
Eve prese un profondo respiro e, ricordando a se stessa che l'amica era una eccellente cacciatrice e che se l'era sempre cavata alla grande, decise che una dormita era la cosa migliore che poteva fare per tranquillizzarsi.

Evelyn non perse tempo a prendere il grande ascensore e a farsi strada fra i giardini ed i corridoi di Chiardiluna fino alla propria stanza.
La ragazza una volta aperta la porta della sua camera corse a sciogliersi i capelli, che grazie alla treccia erano ancora più mossi del solito, e ad indossare uno degli unici pigiami con i pantaloni che possedeva.
La giovane aveva sempre amato la comodità degli indumenti maschili come i pantaloni, ma non si poteva certo permettere di indossarli fuori dalle sue stanza, dove si susseguivano ricevimenti e feste.
Dopo qualche minuto Evelyn era pronta per del meritato riposo.

Jane è forte, lo fa da anni, se l'è sempre cavata alla perfezione.

Starà sicuramente bene.

E con questi pensieri per rassicurarsi, la giovane donna si stese nel letto e cedette al sonno.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora