ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 40 ℙ𝕠𝕧. 𝕁𝕒𝕟𝕖𝕥𝕥𝕖

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Jane era ancora nel suo letto, ormai aveva perso ogni speranza di avere visite, tutti erano troppo impegnati per passare da lei, solo Eve ogni tanto veniva a trovarla, ma dopo qualche secondo doveva scappare via per qualche lavoro urgente. Odiava stare da sola, mentre tutto in torno a sé c'era silenzio, nella sua testa esplodevano mille emozioni. A volte scoppiava a piangere al ricordo di tutte quelle persone uccise e al pensiero che anche lei sarebbe potuta essere tra quelle. Altre volte si sentiva in colpa di essere sopravvissuta, come se non lo meritasse.
Durante un altro momento di depressione ripensò a Eve e Nathaniël, a coloro che avevano rischiato la loro vita per salvarla, Eve l'aveva già ringraziata mille volte, ma Nathaniël... Si era comportata da idiota con lui, non le aveva mostrato neanche un po' di gratitudine. Decise di rimediare subito, chiamò a gran voce una delle cameriere incaricate di tenerla d'occhio e le ordinò di andare a chiamare il visconte Nathaniël.
Dopo qualche minuto qualcuno bussò alla porta. Quando si aprì sulla soglia apparse un alto ragazzo dai capelli biondi, ordinatamente pettinati, dei pantaloni neri e una giacca celestina con una serie di bottoni.
<Buongiorno madama, mi avete fatto chiamare?>
Chiese Nathaniël dopo essere entrato e aver accostato la porta, Jane annuì,
<Stavo pensando che l'altro giorno sono stata veramente scortese e non l'ho ringraziata a dovere.>
Il visconte alzò un sopracciglio per poi accomodarsi su una sedia poco più in là,
<Ho fatto quel che dovevo fare, non mi dovete ringraziare>
Jane scosse la testa,
<Se non fosse stato per voi...>
Jane si azzittì un attimo e guardò in basso, non voleva pensare a cosa sarebbe successo se non fosse stata salvata,
<Prego>
Disse il visconte vedendo la ragazza in difficoltà, Jane sorrise. Ci furono qualche minuto di silenzio, ma Jane si accorse di qualcuno che urlava fuori dalla sua stanza.
Dall'espressione di Nathanaël anche lui se ne era accorto,
< Se fosse per voi a quest'ora Jane sarebbe morta!>
Jane si stupì di sentire il suo nome, si alzò con difficoltà, Nathaniël andò da lei per darle una mano, si avvicinò di più alla porta per ascoltare meglio. Nathaniël dopo essersi assicurato che Jane riuscisse a stare in piedi uscì dalla stanza per andare a dare un'occhiata e accostò la porta alle sue spalle,
<Ah, visconte! Speravo di riuscire a fare una chiacchierata anche con voi.>
Esclamò un uomo non appena Nathaniël mise naso fuori dalla porta della camera, Jane lo riconobbe subito, era Archibald.
<Ambasciatore...>
Disse con tono tranquillo il visconte,
<Quando vi avevo detto di rivolgervi a me in caso di qualsiasi problema non stavo certo scherzando,> continuò Archibald con tono freddo, <Allora perchè avete preferito disturbare la mia cara cugina?>
Jane allora capì che la voce che aveva urlato prima il suo nome era quella di Eve,
<Archi->
Ritentò a prendere parola la giovane delle rete, ma venne interrotta,
<Se vi avessi visto vi avrei riferito tutto, ambasciatore. Anche se onestamente dubito mi avreste mai creduto, ed io non avevo tempo per spiegazioni.>
Spiegò il visconte con il suo solito fare tranquillo, mentre sembrava che Archibald avesse completamente perso le staffe,
<Ma avevi certamente tempo per mettere in pericolo mia cugina!>
Strillò ancora più forte Archibard,
<Sono stata io a deciderlo, lui mi ha salvata!>
Strillò Eve, Jane fece qualche altro passo con difficoltà per ascoltare meglio,
<Non so che intenzioni abbiate, visconte, ma vi consiglierei di star lontano da mia cugina. Vi terrò d'occhio.>
Rispose Archibald senza ascoltare Eve,
<Jane è viva grazie a lui!>
Esclamò Eve a gran voce, Jane non ne poteva più, era veramente arrabbiata con Archibard per il suo comportamento,
<Ma->
Stava per ribattere Archibard, ma Jane si precipitò fuori dalla stanza prima che lui potesse finire la frase,
<Mi preferivi morta?>
Chiese la ragazza furente, tutti si voltarono a guardarla, Archibard sgranò gli occhi,
<Ovvio che no->
Si affrettò a dire Archibard alla vista della giovane Drago, Eve era rossa di rabbia, guardò male il cugino,
<Io me ne torno nelle mie stanze>
Disse per poi girare i tacchi e andarsene.
Jane e Archibald continuavano a guardarsi negli occhi, Jane sembrava offesa più che arrabbiata e l'ambasciatore tremendamente dispiaciuto.
Nathaniël continuava a guardare la scena, sembrava quasi interessato e consapevole che da un momento a l'altro stava per scoppiare una bomba, guardò prima la ragazza, con i capelli arruffati, rossa in viso e appoggiata a fatica alla porta, poi guardò l'uomo, guardava Jane senza riuscire a dire nulla, non era da lui.
Nathaniël tirò un sospiro,
<Vi lascio risolvere i vostri problemi, io torno nelle mie stanze.>
Affermò, fu come se Archibard si ricordasse solo in quel momento della sua presenza, si girò di scatto verso di lui,
<Non ho ancora finito di parlare con voi>
Disse, Jane lo guardò malissimo,
<Archibald, è grazie a lui se sono viva, ma sembra non importarti. Pensavo che ormai noi due...>
Jane si fermò, guardò gli occhi azzurri cielo dell'uomo, per poi guardare a terra. Come poteva essersi convinta di provare qualcosa per lui?

<Mi sbagliavo>
Disse con un filo di voce per poi rientrare nella sua stanza, ma venne fermata,
<Jane mi hai frainteso...>
Disse Archibard cercando di risolvere tutto con il suo solito sorriso, Jane lo guardò male, stava per scoppiare a piangere, nonostante aveva capito che a lui non importasse di lei,  a Jane continuava a piacere. Prese un respiro per poi strappare via la mano dalla presa dell'ambasciatore, entrò nella sua stanza e si chiuse subito la porta alle spalle. Non voleva vedere più nessuno, era veramente ferita, a pezzi. Si buttò sul suo letto e scoppiò a piangere con la faccia sul cuscino, finalmente si sfogò, tutto quello che aveva passato, tutto il dolore, sembrava uscire solamente ora.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora