ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 33 ℙ𝕠𝕧. 𝕁𝕒𝕟𝕖𝕥𝕥𝕖

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Jane finalmente trovò la sua amica, era sotto il palcoscenico che discuteva con alcuni nobili, la ragazza si avvicinò,
<Buonasera>
Disse la ragazza avvicinandosi, i nobili, che Jane riconobbe subito far parte del clan dei miraggi, fecero una smorfia alla sua vista, Eve se ne accorse e  aiutò subito l'amica,
<Sono contenta che lo spettacolo le sia piaciuto signora Criesti, adesso devo proprio andare grazie di essere venuta>
E dopo aver fatto una riverenza prese l'amica per il braccio e la trascinò via,
<Allora Jane alla fine non è stato così male lo spettacolo vero?>
<In realtà non ho avuto modo di seguirlo molto>
Disse la ragazza cercando di guardare da un altra parte,
<E perché? È successo qualcosa con la tua famiglia>
Chiese Evelyn preoccupata, Jane annuì silenziosamente,
<Cosa è successo?>
Jane cominciò a raccontare, il sogno, la madre, la caccia, tutto quanto e più ne parlava e più si sentiva un vuoto dentro di sé, Eve ascoltò silenziosa e quando l'amica ebbe finito l'abbracciò,
<Mi dispiace davvero tanto, ti senti bene>
<Si credo, in fondo non la conoscevo, la cosa strana che non capisco è perché io l'abbia sognata>
Disse Jane pensosa, la giovane donna alzò le spalle,
<Non so che dirti, farò qualche ricerca in biblioteca in questi giorni, magari c'è qualche libro che spiega questo collegamento tra sogno e realtà>
Disse Eve sorridendo e cercando di rassicurare la ragazza, Jane annuì,
<C'è un rinfresco nel salone del Sole, giusto?>
Chiese Jane cercando di cambiare discorso, Eve annuì,
<Bene voglio andarci, ho bisogno di distrarmi un po'>
Eve fece per ribattare ma poi ci ripensò,
<Va bene dai, andiamo>

~~~~~~~~~~~~

Arrivate nella sala del Sole le due amiche si separarono, Jane andò a cercare qualcosa da bere mentre Eve andò a parlare con qualche ospite.
Mentre afferrò un bicchiere di champagne da un maggiordomo che passava una voce alle sue spalle attirò la sua attenzione,
<Salve>
Jane si girò di scatto e sorrise alla vista di Archibald, da un po' di tempo le faceva piacere vedere l'ambasciatore,
<Buonasera, signor Augustin>
Lui rise per poi fare un baciamano alla ragazza,
<Tutto bene?>
Chiese all'improvviso afferrando anche lui un bicchiere di champagne,
<Sì, perché me lo chiedi?>
<Credo di aver, involontariamente, ascoltato la tua conversazione con mia cugina>
Disse l'ambasciatore ridendo,
<Involontariamente eh?>
Jane scosse la testa per poi mandare giù tutto il contenuto del bicchiere che tentava in mano,
<Sono abituata ormai, la mia famiglia è così...>
Continuò Jane cercando di essere più disinvolta possibile,
<E la storia di tua madre? Stai bene?>
Jane si sorprese che l'ambasciatore si preoccupasse così tanto per lei, ma annuì leggermente,
<Dopotutto per me non è mai stata una vera madre, non ho ricordi di lei, se devo considerare qualcuno mia madre allora la nomina andrebbe sicuramente a mia zia>
Disse cercando di convincere più sè stessa che Archibald,
<Anche se non l'hai mai conosciuta non vuol dire che tu non debba piangere la sua morte>
Jane sorrise leggermente,
<Forse hai ragione>
Prese un bel respiro,
<Grazie Archibard>
Disse la ragazza rivolgendo un sorriso all'ambasciatore, lui ricambiò,
<Nessuno problema>

Jane, mentre chiacchierava ancora un po' con Archibard, notò i cugini Freya e Godefrey aggirarsi tra gli ospiti, li seguì con lo sguardo finché non li vide avvicinarsi all'intendente Thorn, Jane sgranò gli occhi,
<Scusa Archibald, adesso devo proprio andare>
Archibald si voltò nella direzione dove guardava Jane,
<Devo intervenire?>
Chiese , Jane fece segno di no con la testa,
<Ci penso io>
<Sei sicura?>
Chiese l'ambasciatore, Jane annuì per poi rivolgergli un sorriso e allontanarsi dall'uomo.
<Ciao fratellino>
Annunciò l'uomo avvicinandosi a Thorn, Jane corse verso di loro per poi quasi inciampare addosso a un valletto che si trovava lì vicino, tutti e tre si voltato verso di lei,
<Janette cara, ti mancavamo?>
Continuò l'uomo con il sorriso stampato in faccia, Jane strinse i denti e guardò male il cugino, Thorn non disse niente,
<Di grazia, non vorrai ancora tenere il muso! Sono cinque anni che non ci ritroviamo tutti e quattro>
<Quindici>
Disse fredda Freya,
<Sedici>
La corresse Thorn con la sua solita rigidità,
<Accidenti come passa il tempo>
Disse l'uomo con il suo solito sorriso,
<Zia Berenilde è stata straordinaria, stasera! Ha fatto onore alla famiglia>
Continuò Godefrey allegro,
<Ne riparliamo domani, Godefrey>
Disse Freya, Jane le lanciò un'occhiataccia,
<La zia farebbe bene a conservare le forze invece di sprecarle a tubare. Un'incidente di caccia fa presto a capitare>
Disse Thorn gelido,
<La cosa non ti riguarda, sarai pure  intendente ma non hai diritto di unirti a noi. Non è meravigliosamente ironico?>
Affermò Freya con un sorriso sprezzante,
<Faccio voto di non rivederti più>
Disse per poi andarsene, Jane la seguì con lo sguardo per poi tornare subito alla conversazione tra i due cugini,
<Non era così antipatica quando eravamo piccoli, diventare madre non le giova. Da quando siamo arrivati a città-cielo non ha fatto che prenderci in giro a me e mia moglie. Non so se lo sai, ma Irina ha di nuovo abortito>
Raccontò Godefrey sorridente,
<Me ne infischio completamente>
Disse Thorn continuando a guardare male il suo fratellastro,
<È vero che d'ora in poi dovrai pensare alla tua, di famiglia. Compatisco la donna che dovrà vedere la tua lugubre faccia ogni mattina>
<Una lugubre faccia che hai decorato a modo tuo>
Disse in tono piatto Thorn, Godefrey rise,
<Le ho dato carattere, dovresti ringraziarmi. E poi l'occhio ancora ce l'hai.>
Poi fece per andarsene ma prima si girò verso Jane,
<Vieni con me?>
Jane scosse la testa, lui rise,
<Va bene allora a domani>
E detto questo se ne andò. Thorn guardò la cugina,
<Andrai alla caccia?>
<Sì>
Lui la guardò male per poi girare i tacchi e andarsene.

~~~~~~~~~~

Passate un po' di ore Jane decise di andare nella sua stanza per prepararsi alla caccia.
Aperta la porta trovò la zia Berenilde che dormiva e la zia Roseline che giaceva sul divano. Sgranò gli occhi quando riconobbe anche Ofelia, dormiva su una poltrona con un enorme giaccone addosso. Buttata lì vicino si trovava una livrea da valletto, Jane capì subito che il travestimento di cui parlava la zia era quello, lanciò un ultimo sguardo alla ragazza per poi decidere che avrebbe chiesto maggiori informazioni alla zia quando si sarebbe svegliata.
Si andò a vestire, indossò dei pantaloni marroni chiaro, degli alti stivali neri e un grande cappotto bianco che si stringeva sulla vita. Legò i capelli in una coda alta e poi si incamminò verso la porta. Lanciò un'ultima sguardo alla zia che dormiva tranquilla con una mano sulla pancia, Jane decise che non l'avrebbe svegliata, avrebbe detto a tutti gli altri che si sentiva male. Tirò un sospiro per poi uscire dalla stanza e andare alla caccia.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora