La giovane aveva il cuore che le batteva a mille e si chiese come non aveva fatto a sentire prima il profondo respiro della bestia dormiente scompiglarle i ciuffi ribelli.
Dopo qualche secondo Eve, presa dalla paura, fece qualche passo indietro finendo a sbattere contro il petto del Miraggio dietro di lei.<Non vi farà del male. È addomesticato.>
Rispose la voce di Nathaniël dietro di lei mentre una mano si posava sulla sua spalla.<Tenete una bestia viva dentro casa?!>
Fu l'unica cosa che la giovane fu in grado di sussurrare, parzialmente ripresa dallo shock iniziale.<È uno degli animaletti da compagnia di mio cugino. È innocuo, a meno che il padrone non gli ordini diversamente...>
Alle ultime parole il viso del visconte si era incupito. Se quella creatura era agli ordini del Cavaliere Evelyn poteva soltanto immaginare che cosa quel bambino tanto vendicativo gli avesse ordinato in passato.<La mia famiglia studia le bestie da generazioni...>
Iniziò a spiegare il visconte facendo cenno ad Eve di seguirlo. Questa, con riluttanza raggirò l'animale dormiente per raggiungere Nathaniël vicino ad una scrivania piena di scartoffie e libri polverosi.<Vedete... il potere dei Miraggi non si limita agli esseri umani, ma può influenzare persino le bestie. È difficile padroneggiare questo tipo di illusioni su delle creature con una psiche cosí diversa dalla nostra, ma non impossibile.>
Nathaniël aveva preso a sfogliare freneticamente uno dei manuali posati sul tavolo. Le pagine ingiallite sembravano contenere illustrazioni accurate dei sistemi nervosi di varie creature, con note illeggibili ai margini.<E voi riuscite a controllare le illusioni sulle bestie, è cosí che mi avete salvata.>
Eve aveva ipotizzato che si potesse trattare di una cosa del genere.<Esattamente come mio cugino ho studiato le tecniche per addomesticare creature non umane. Stanislav è sempre stato instabile, fin dalla morte dei genitori, ma non mi sarei mai aspettato che avrebbe usato le conoscenze della nostra famiglia per... un genocidio. Certo, ci sono stati precedenti ma...>
La frase rimase incompleta e il Miraggio prese ad osservare i libri con aria assente.
" Non potrete tenerlo nascosto all'Intendenza per molto. Non dopo quello che è successo."
Mentre parlava la giovane aveva iniziato a lanciare occhiate curiose alla scrivania piena di carte. si era posizionata in modo da stare il più lontana possibile dalla bestia addormentata e fortunatamente Nathaniël le copriva la vista di quelle due zanne affilate.
<Oh, di questo ne sono certo. L'Intendente dovrà certo iniziare a fare dei controlli, soprattutto ora che vuole convincere il resto del consiglio ad approvare la riabilitazione a corte dei decaduti. Per quanto mi possa far sembrare insensibile, mio cugino avrà quello che si merita. la sua ossessione ha causato danni a più di una famiglia.> Rispose il visconte con un sospiro.
<Non sapevo foste così informato di politica.>constatò Evelyn alzando un sopracciglio.
<La storia dei decaduti è sulla bocca di tutti, per il resto mi informo di quello che mi serve sapere per sopravvivere.>
L'unica cosa ad infrangere il silenzio che era caduto fra i due dopo quella frase era il pesante respiro della Bestia assopita. Eve si era messa a fissare con attenzione la piccola fiammella che danzava su una candela, non riusciva a capire come mai il visconte le stesse confidando tutte quelle cose se non per cercare di ingannarla in qualche modo. Eppure nel viso serio e nei sottili occhi grigi dell'uomo non vedeva traccia di malizia. Il Miraggio non era un santo, ma in fin dei conti lo si poteva dire di qualsiasi residente di Città-cielo, la corte non era un posto per gli ingenui.
Evelyn si era abituata per tutta la sua vita a fare affidamento solo su due persone, suo cugino e Jane, da quando si era avvicinata a Nathaniël era sempre cosí difficile capire come comportarsi.
<Perchè mi mostrate tutto questo pur sapendo del mio clan?>
La domanda sorse spontanea e il visconte incrociò le braccia con aria pensierosa.< Vi dovevo delle spiegazioni e non mi importa dell'opinione dell vostra famiglia o del vostro potere. È ridicolo che certa gente vi consideri un sistema di sicurezza vivente.>
Rispose dopo un po' Nathaniël.< Non è forse quello che deve fare la Rete?> Sospirò Evelyn abbassando il viso.
<E voi cosa volete?>
Lo sguardo del Miraggio, ora posato su di lei, si era fatto intenso e il cuore della ragazza saltò un battito.
Poi, dopo qualche secondo Nathaniël avvertí velocemente lo sguardo con aria infastidita. Quasi come per voler scacciare qualsiasi pensiero si fosse formato nella sua testa.< Beh, mi sembra di avervi fornito delle spiegazioni abbastanza esaustive.> La tensione presente prima nella stanza sembrò dissiparsi in un attimo e ad Eve scappò una risata divertita. Nathaniël non era certo un chiacchierone.
Ora che Evelyn ci rifletteva su, era passato così tanto dall'ultima volta che aveva riso. Gli ultimi mesi erano stati a dir poco stressanti, fra l'incidente delle arance e lo sterminio dei Draghi la giovane non aveva avuto neanche un secondo per respirare e tutto questo stress stava iniziando a pesarle.
<Grazie> Mormorò la ragazza facendo qualche passo verso la porta da cui erano entrati, il visconte rimase in silenzio.
<Perchè avete un pugnale?> Domandò Nathaniël di punto in bianco, lanciando un'occhiata alle balze della sua gonna, dove era nascosto il piccolo oggetto affilato. Poi, vedendo l'espressione sorpresa di Evelyn aggiunse con un sorrisetto divertito:
<Non sto dubitando di voi, ve lo assicuro. Se mi volevate assassinare lo avreste fatto molto tempo fa, vi ho concesso abbastanza occasioni. Ero solo... curioso.>
Ad Eve parve di vedere un velo di preoccupazione negli occhi del giovane che però svaní immediatamente facendole domandare se se lo fosse immaginato.
<Non tutti sanno difendersi. I draghi hanno il loro potere familiare, e voi avete le vostre illusioni. A me restano solo i segreti. I nobili temono la Rete per la sua connessione, ma una bestia, qualcuno che non ha niente da nascondere o niente da perdere? Non sarò una combattente, ma voglio avere almeno una possibilità di difendermi dopo...>
Non aveva bisogno di finire la frase per far capire a cosa si stesse riferendo, la caccia.Nathaniël annuí lentamente.
<Vi porto all'uscita. Più stiamo qui, più rischio di rovinare la vostra reputazione con qualche stupido scandalo.>Una volta fuori dalla stanza segreta Evelyn riaprí gli occhi per poi percorrere il salone della villa. Solo passando davanti ad uno specchio la ragazza si rese conto di qualcosa di strano.
Una corona di fiori viola dall'interno giallo era delicatamente appoggiata sulla sua testa.----------------------------------
Viola:
Il significato della viola del pensiero si rifà strettamente ad alcune leggende, soprattutto di origine francese, secondo cui nei petali di questo fiore sarebbe possibile riconoscere il volto della persona amata. Regalare una di queste piante, quindi, porta con sé un unico e semplice messaggio: “pensa a me che io ti penso."
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Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)
FanfictionJanette, una giovane Drago spensierata e ribelle, pronta a sfidare gli schemi e le tradizioni di famiglia per dimostrare il proprio valore. Evelyn, del clan della Rete, sotto pressione a causa delle aspettative della madre e volenterosa di mettersi...