ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 44 ℙ𝕠𝕧. 𝔼𝕧𝕖𝕝𝕪𝕟

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<Madama Berenilde e le signore di Anima!>

A quelle parole tutto il chiacchiericcio che prencedentemente faceva da padrone nella sala cessò e tutti i presenti si voltarono ad osservare con curiosità il piccolo corteo che saliva le scale del palco.
Insieme a Berenilde, splendente ed eterea come se i giorni passati non l'avessero messa a dura prova, c'erano l'Intendente, dal volto duro e la solita postura ingessata, ed altre due donne che Evelyn riconobbe subito.
Non fece fatica ad individuare la signora che per mesi si era finta dama di compagnia di Berenilde, ma che poi si era scoperta essere l'accompagnatrice della sposa di Thorn. La donna, dall'abito scuro che contrastava cosí tanto quelli  dei nobili circostanti, saliva i gradini con aria impettita e severa, ma era evidente che l'ansia si stava facendo sentire anche per lei.
Accanto a Thorn invece c'era una ragazza non tanto più piccola di Eve.
Il viso olivastro si cui erano poggiati degli occhiali rettangolari ed i folti capelli bruni erano coperti da una piccola veletta di pizzo, mentre il vestito della giovane era quasi interamente coperto da una grande sciarpa a tre colori che continuava ad attorcigliarsi sulla padrona come se dotata di vita propria.
Evelyn aveva visto la giovane Animista due volte ed entrambe non direttamente di persona, la ragazza le faceva quasi tenerezza per quanto sembrasse fuori posto in mezzo alla corte.
Evelyn aveva letto di Anima, o almeno sapeva quel poco che era riportato nella sezione della biblioteca dedicata alle altre arche e passare da un'arca cosí provinciale, dove raramente avvenivano crimini, alla brutale freddezza del Polo non doveva essere stato facile.

Intanto l'Animista, salendo l'ultimo gradino del palco, perse l'equilibrio per poi venir sorretta dall'Intendente, cosa che provocò uno scoppio di risa di tutti i nobili.
Eve dal canto suo tirò un sospiro esasperato mentre il visconte, accanto a lei, sembrava essersi completamente perso nei propri pensieri dalla loro discussione e non dava segni di aver nemmeno recepito quello che gli accadeva intorno.
La sala piombò di nuovo nel silenzio solo una volta che il sire Faruk prese parola.

<Chi è?...Dov'è l'aiuta memoria?>
La voce dello spirito di famiglia era antica e profondamente annoiata, non c'era altro modo di descriverla.

<Sono qui, mio signore!>
Alle parole di Faruk si fece avanti un giovane uomo biondo che Evelyn riconobbe subito, si trattava di un suo lontano cugino che faceva raramente visita a Chiardiluna per via del suo lavoro come aiuta memoria.

<L'ambasciatore ha sollecitato un'udienza per intrattenervi sulla situazione del vostro intendente signor Thorn, di sua zia madama Berenilde e della sua fidanzata signorina Ofelia.>
Intanto Archibald si era alzato dal posto sul quale era seduto e si era fatto avanti sorridendo.

<A che proposito?>
Domandò la pesante voce del sire Faruk.

<A proposito della scomparsa del clan dei Draghi, mio signore. Il tragico incidente che è costato la vita ai vostri cacciatori. Il signor Archibald vi ha spiegato tutto stamattina. Leggete, sire, l'avete annotato voi stesso.>
E con un gesto calmo della mano l'aiuta memoria indicò una pagina di un piccolo libricino che porse allo spirito di famiglia.

<I Draghi sono morti?>
Domandò Faruk scandendo lentamente ogni parola ed Evelyn non potè far a meno di notare il leggero turbamento nel viso candido e liscio del gigante bianco.

<Si mio signore. L'avete scritto come ultima cosa.>
Ripetè pazientemente l'aiuta memoria.
Gli occhi di Faruk si fermarono sul libricino.

<I Draghi sono morti...Berenilde appartiene al clan dei Draghi. L'ho scritto qui. Dov'è Berenilde?>
Lo spirito di famiglia aveva parlato con lunghe pause fra una frase e l'altra e con una grevità minacciosa che fece quasi rabbrividire Evelyn.
Da quanto riusciva a vedere, anche la ragazza Animista era rimasta impietrita alla vista di quel gigante.

In un baleno madama Berenilde era al fianco di Faruk con sguardo tenero ed ora anche lui sembrava riconoscerla.
L'amore che c'era fra quei due in quel momento sembrava la cosa più autentica in mezzo a quel mare di illusioni.

Dopo svariati momenti di silenzio si sentí il rumore metallico dell'orologio da taschino dell'Intendente e il sire Faruk riprese la parola.

<E quindi, madama, avete perso tutta la vostra famiglia, vi faccio le mie condoglianze.>

<Per fortuna non sono l'unica sopravvissuta. Mia madre sta facendo una cura in provincia, e non è al corrente dei recenti avvenimenti. Quanto ai miei nipoti, quello qui presente sta per prender moglie mentre mia nipote Janette si sta riprendendo velocemente. La prosecuzione della stirpe dei Draghi è assicurata.>
Era chiaro che la donna voleva dare agli altri clan una dimostrazione di forza, ribadendo che il suo lignaggio non era giunto ad un termine.

Alle parole di madama Berenilde, Evelyn notò che le sopracciglia del cugino, che fin'ora si era limitato ad ascoltare, si erano corrugate leggermente ed il volto sempre angelico aveva mostrato per un secondo un'ombra di preoccupazione, prima di tornare quello di sempre.
Il peso della discussione dei giorni prima tornò in un baleno a gravare sulla giovane donna.

Presto l'ambasciatore però riprese a parlare. Come Evelyn era stata informata precedentemente, la Rete aveva offerto alla coppia di fidanzati la propria alleanza. Il colloquio si susseguí con il piccolo corteo che cercava di dissuadere il sire Faruk dal far leggere il suo libro immediatamente all'Animista, per far svolgere il compito a Thorn a tempo debito.
La signorina Ofelia era una lettrice, ad Evelyn questo era stato detto.
La giovane immaginava ormai da tempo che la sua presenza al Polo era certamente per un doppio fine, certo però non si aspettava che l'Intendente si offrisse per il lavoro a cosí poca distanza dallo scambio di poteri familiari.
La nuova informazione occupò i pensieri della ragazza per quasi tutto il resto della presentazione, almeno finchè una frase del sire Faruk non destò di nuovo l'attenzione della giovane donna.

<Perfetto piccola di Artemide, mi racconterete storie. Sarà il prezzo della protezione che accordo a voi e  alla vostra famiglia. Vi nomino vicenarratrice.>

Con quelle parole si concluse la presentazione di Ofelia a corte ed Evelyn per poco non si ritrovò travolta dai nobili che facevano a gara per parlare per primi con l'Animista.
Si sentiva un gran vociare e il rumore di scatti di flash che frastornarono al quanto Evelyn, finchè un leggero sussurro all'orecchio della ragazza non le fece riprendere la piena attenzione.

<Allora fatemi sapere a quando sarà il nostro incontro.>

Non appena Eve si voltò, certa di vedere il viso di Nathaniël, si accorse che il Miraggio si era già allontanato, quasi sparito completamente nella ressa.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora