ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 12 ℙ𝕠𝕧. 𝕁𝕒𝕟𝕖𝕥𝕥𝕖

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Jane era rimasta diverse ore chiusa nella sua stanza a pensare alla sconcertante notizia avuta dalla zia, non riusciva ancora a crederci.
Dopo un po' decise di uscire dalla stanza per andare a fare una passeggiata nel cortile e prendere un po' d'aria, aprì la porta e uscì. Mentre percorreva il corridoio che conduceva alla porta di casa venne chiamata,
<Jane>
Un voce fredda e profonda alle sue spalle, Jane si voltò per incrociare lo sguardo di Thorn che la raggiungeva a grandi passi,
<Ehi, che c'è?>
Chiese tranquillamente lei quando lui la raggiunse,
<Dovrei parlarti...>
Si lanciò un'occhiata alle spalle e notando la signora Roseline scendere le scale aggiunse,
<In privato>
Jane annuì per poi seguire il cugino in un piccolo studio vicino al salone. Thorn chiuse la porta e si andò a sedere sulla sedia della piccola scrivania in legno scuro, Jane non entrava spesso in quella stanza, quello era il posto dove Thorn teneva alcune pratiche dell'intendenza e dove le studiava, lei preferiva non entrarci per non combinare guai e poi doversi subire le prediche della zia.
Si accomodò sulla sedia proprio di
fronte al cugino e poggiando i gomiti sulla scrivania gli rivolse un sorriso,
<Dimmi>
Disse lei dopo essersi accomodata, lui diede una veloce occhiata all'orologio da taschino per poi cominciare a parlare,
<Suppongo che questa mattina la zia ti abbia messo al corrente della sua attuale situazione>
Iniziò a dire lui, Jane annuì senza però dire niente,
<Come saprai quindi io mi sono preso una pausa dall'intendenza per stare al suo fianco e difenderla>
Jane annuì ma continuò ad ascoltare in silenzio,
<È proprio in questo momento che ho maggiormente bisogno del tuo aiuto...hai pensato all'offerta che ti ho fatto?>
Chiese Thorn mentre sistemava alcuni fogli sparsi sulla scrivania,
<Il lavoro all'intendenza? Thorn io...>
Cominciò a dire Jane ma venne interrotta,
<Credi di non essere in grado, lo so>
L'anticipò lui, Jane abbassò lo sguardo, si sentiva imbarazzata,
<Io credo che tu possa farcela, comincierai oggi stesso se vuoi, ci sono alcune pratiche che ho lasciato all'intendenza, dovrai semplicemente analizzarle e trovare eventuali errori>
Continuò a dire Thorn senza guardare la ragazza di fronte a lui, Jane sospirò, davvero Thorn si fidava di lei per affidargli dei compiti? Bhe se era così non voleva deluderlo,
<Va bene, accetto>
Thorn alzò finalmente lo sguardo verso di lei per poi fargli un semplice cenno con la testa e allungargli alcuni fascicoli,
<Correggi anche questi quando arrivi all'intendenza>
Jane annuì leggermente per poi afferrare i vari fogli. Dopo qualche minuto bussò alla porta una cameriera,
<Scusate se disturbo>
Cominciò a dire lei con un filo di voce, Thorn non alzò lo sguardo dai suoi fogli,
<Che c'è?>
Chiese semplicemente Jane mentre sfogliava i fascicoli che Thorn le aveva dato poco prima,
<Siete attesi dalla signora Berenilde nel salone rosso>
Detto questo fece una riverenza per poi uscire dalla stanza richiudendo la porta alle sue spalle. Thorn e Jane si lanciarono una veloce occhiata per poi alzarsi e dirigersi insieme verso la sala.
Nella sala ad attenderli si trovavano la zia, Archibald e Evelyn. Jane subito sorrise alla vista dell'amica,
<Buongiorno ambasciatore, miss...>
Thorn aveva pronunciando quelle parole con freddezza, ormai Jane sapeva bene quanto il cugino non sopportasse Archibald, cosa che appoggiava pienamente,
<Hey Eve, Augustin...>
Esordì lei divertita, procurandosi delle occhiataccie da parte della zia e dal cugino mentre Archibald scoppiò a ridere.
<Il nostro indispensabile intendente! Non ho ancora avuto occasione di congratularmi per il vostro fidanzamento! Non vediamo l'ora di conoscere la fortunata. Janette, splendida come sempre!>
Cominciò a dire divertito Archibald, Jane lo guardò male e stava per replicare ma venne interrotta bruscamente da Thorn,
<Per il momento la mia fidanzata sta bene dov'è>
<Immagino di sì>
Mormorò Archibald con il suo solito sorrisetto per poi continuare,
< Veniamo al sodo. Caro intendente, avete l'ordine di riassumere le vostre funzioni seduta stante. Città-cielo è abbandonata a se stessa!>
Thorn si accigliò,
<Non se ne parla>
Disse semplicemente con tono freddo e duro,
<È un ordine>
Ribatté l'ambasciatore,
<Non so che farmene dei vostri ordini. Intendo rimanere accanto a mia zia finché non darà alla luce il bambino>
Jane guardava la scena in silenzio, non capiva molto, ma si sentiva abbastanza offesa del fatto che anche l'ambasciatore e Evelyn erano venuti a conoscenza della gravidanza della zia prima di lei,
<L'ordine non viene da noi, ma dal sire Faruk. Su sua richiesta mio cugino ed io ci assicureremo la sicurezza di madama Berenilde.>
Questa volta a parlare fu Evelyn con tono deciso,
<Presumo di non avere possibilità di oppormi>
Esordì contrariato Thorn, Archibald sorrise e annuì,
< Nessuna, infatti. Date le vostre disposizioni fin d'oggi. Berenilde, Janette, voi vi presenterete a Chiardiluna stasera stessa. In vostro onore daremo un ballo! Madame, intendente, arrivederci.>
Disse divertito lui per poi fare una profonda riverenza, Jane sgranò gli occhi, sarebbe dovuta andare a vivere a Chiardiluna e sopportare Archibald ogni giorno? Guardò male l'ambasciatore per poi sbuffare,
< Se non vi dispiace io mi trattengo a parlare con Jane. Archibald, ti raggiungo dopo.>
Disse Eve prima che Archibald uscisse dalla stanza.

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<Quindi ci trasferiamo a Chiardiluna?>
Chiese Jane dopo aver chiuso la porta della sua stanza,
<Ordini di Faruk>
Si limitò a dire l'amica con un alzata di spalle, Jane sorrise,
<Almeno potremmo vederci un sacco più spesso! Stare rinchiusa qui tutto il giorno è una noia, almeno a casa tua potremo partecipare ai balli! Vivi in una casa in cui non ci si annoia mai!>
Cominciò a dire allegra Jane mentre rovistava nel suo armadio alla ricerca di alcuni abiti da portare,
<Certo dovrò sopportare il tuo simpaticissimo cugino ventiquattr'ore  su ventiquattro>
Aggiunse poi sbuffando, Eve scoppiò in una risata divertita,
<Chiardiluna è grande, di sicuro ci sarà modo di evitarlo. E fidati, le feste dopo un po' ti danno alla testa.>
Jane fece come per pensarci un po' per poi annuire divertita.
Le due amiche chiacchierarono ancora un po' per poi salutarsi pronte per rivedersi la sera.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora