ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 14 ℙ𝕠𝕧. 𝕁𝕒𝕟𝕖𝕥𝕥𝕖

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Jane percorse il lungo corridoio, per poi svoltare a sinistra e ritrovarsi davanti a una porta di legno scuro, bussò. La porta si spalancò per lasciare spazio a una bella donna dai boccoli d'oro,
<Oh Jane cara>
Affermò la donna vedendo la nipote,
<Ciao zia, vorrei scambiare due parole>
La donna annuì per poi lasciare entrare la ragazza.
Si accomodarono su dei divanetti e dopo aver ordinato a una delle cameriere di portare un po' di tè la zia rivolse tutta la sua attenzione sulla ragazza di fronte a sè,
<Ti ascolto>
Disse sorridendo la zia, Jane ricambiò il sorriso, voleva veramente tanto bene a quella donna la vedeva come una madre, da quando i suoi genitori erano morti era stata la zia a prendersi cura di lei.
<Ho accettato il lavoro all'intendenza, stasera stessa comincio>
La zia annuì compiaciuta,
<Arriverò in ritardo al ballo, farò portare i miei bagagli da un valletto>
Spiegò Jane, in quel momento entrò un piccola cameriera con in mano un vassoio con tazzine e teiera e dopo averlo posato sul tavolino e aver fatto un inchino se ne andò dalla stanza silenziosamemte. La zia Berenilde afferrò una tazzina e cominciò a bere,
<Perfetto, devi dirmi qualcos'altro? Sai ho molto da fare devo ancora finire i miei bagagli>
Disse la zia rivolgendo uno sguardo alle grandi valigie aperte posate sul letto a baldacchino. Anche Jane si versò un po' di tè,
<In verità sì>
Cominciò a dire mentre sorseggiava il tè nella maniera più elegante possibile, la zia ci teneva molto a queste cose...
<Ero curiosa di sapere cosa avevi in mente per la signorina Ofelia>
La zia sorrise,
<Non ti fidi di me? So cosa devo fare, ho già pensato a tutto, la signorina Ofelia e la sua chaperon verranno con noi a Chiardiluna>
Jane allora ripensò alla sera del ballo e all'incontro di Ofelia con l'ambasciatore, la zia non conosceva questo particolare, forse avrebbe dovuto informarla,
<Hai intenzioni di introdurre a Chiardiluna la fidanzata di Thorn? Sei sicura?>
A quelle parole il sorriso della zia si allargò ancora di più,
<Jane so quello che faccio, infatti ho rimediato per le nostre ospiti degli ottimi travestimenti, nessuno le riconoscerà, devi stare tranquilla...>
La zia fece una pausa per sorseggiare un altro po' del suo tè,
<La signora Roseline sarà la mia cameriera personale mentre Ofelia sarà un valletto, utilizzerà un illusione per confondersi tra gli altri valletti>
Concluse sorridente la zia, Jane annuì per poi guardare l'ora, era tardi, doveva ancora finire i bagagli per poi andare all'intendenza a fare i lavori che Thorn gli aveva assegnato.
<Devo ancora finire i bagagli, meglio che vada>
La zia annuì, così Jane posò la tazzina sul tavolino per poi uscire.

~~~~~~~~~

Dopo aver consegnato le sue valigie a un valletto uscì da casa di corsa, fuori al cancello c'era una carrozza ad attenderla .
Era già vestita con l'abito del ballo così poi sarebbe potuta andare direttamente lì senza dover passare a casa a cambiarsi. Il vestito era composto da un corpetto di pizzo bianco che lasciava le spalle e le braccia scoperte, per questo ballo non doveva preoccuparsi di nascondere i suoi tatuaggi, la gonna aveva una sfumatura dal bianco al verde acqua e aveva un nastro di raso bianco in torno alla vita. I capelli li aveva lasciati ricadere sciolti sulle spalle e portava una bella collana di perle rubata alla zia.
<All'intendenza perfavore>
Disse all'uomo alla guida della carrozza.

~~~~~~~~

Arrivata nell'edificio richiesto scese di fretta, salì nel grande salone e incontrò nella sala d'aspetto un maggiordomo in piedi davanti alla porta, era bassino e quei pochi capelli che gli rimaneva in testa erano di un grigio quasi bianco, aveva gli occhi di un' azzurro accesso e un' espressione molto seria
<Buonasera signorina Janette>
Disse lui inchinandosi,
<Jane, perfavore>
Lo corresse lei, lui annuì,
<Il signor intendente mi ha dato il compito di condurla nel vostro nuovo ufficio>
Jane sorrise, Thorn gli aveva riservato anche un ufficio personale?
<Mi scusi, mio cugino è qui? Sapevo che doveva tornare a lavoro oggi stesso>
Chiese Jane, il maggiordomo indicò una porta chiusa alla sua destra,
<Il signor intendente è sommerso di lavoro, non vuole essere disturbato. Adesso mi segua, il suo ufficio è di qua>
Jane lanciò una veloce occhiata alla porta indicata dal maggiordomo per poi annuire e seguirlo.
Procederono un po' per un corridoio illuminato solo da qualche candela per poi fermarsi a una delle ultime porte in fondo,
<Eccoci arrivati, il signor intendente vi ha già fatto recapitare tutto l'occorrente per eseguire i vostri compiti, buon lavoro>
E detto questo si inchinò per poi andarsene.
Jane aprì la porta per poi ritrovarsi in un piccolo ufficio illuminato da qualche finestra, al centro una scrivania di legno sovrastata da scartoffie e, in un angolo, un telefono rosso fuoco , dietro di essa si trovava una grande sedia in velluto rosso, forse troppo grande per lei, mentre di lato erano posizionati dei divanetti dello stesso velluto rosso della sedia e poco più in là un grande armadio, che Jane scoprì essere pieno di altri documenti.
Si avvicinò alla scrivania e il telefono cominciò subito a squillare, lo guardò incerta, chi poteva essere che chiamava?
<Sì?>
Chiese lei dopo aver alzato la cornetta,
<Per oggi devi solo lavorare ai fogli sulla scrivania, così puoi avere anche il tempo di andare a quel ballo. Quando tornerai dovrai occuparti dei documenti nell'armadio, tutto chiaro?>
Nella voce del telefono Jane riconobbe il tono freddo e duro del cugino Thorn,
<Si ho capito>
Si sentì un lieve rumore di carta, Thorn stava sfogliando qualcosa,
<Perfetto, tu dovrai occuparti maggiormente della parte burocratica>
Continuò lui,
<Va bene>
Attraverso la cornetta si sentì lo scattare dell'orologio da taschino di Thorn,
<Buon lavoro>
Concluse lui prima di riattaccare il telefono. Jane sbuffò e dopo aver guardato per qualche secondo la grande torre di scartoffie sulla scrivania si mise a lavoro.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora