ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 3 ℙ𝕠𝕧.𝔼𝕧𝕖𝕝𝕪𝕟

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Evelyn era seduta sulla confortevole sedia della sua scrivania. Davanti a lei erano posati in maniera disordinata alcuni moduli riguardanti i nuovi ospiti di Chiardiluna che dovevano essere revisionati e approvati per poi essere spediti all'intendenza. Nonostante la rete garantisse asilo diplomatico e assoluta segretezza riguardo le ragioni del soggiorno dei propri ospiti, era comunque necessario tenere un archivio ben dettagliato su tutte le entrate e le uscite, anche per facilitare il lavoro degli impiegati dell'intendenza.
Era un lavoro noioso, ma del resto il cugino era sempre impegnato fra feste ed eventi e qualcuno doveva pur occuparsi di queste pratiche burocratiche.
Nonostante il compito tedioso la giovane donna era estremamente grata ad Archibald, certo, era un uomo frivolo e libertino e a causa sua aveva impresse in testa immagini che avrebbe voluto tanto dimenticare, ma l'aveva accolta nella sua casa e le aveva dato un lavoro quando qualsiasi altro dei suoi parenti avrebbe rifiutato. Il cugino era sempre stato un uomo con un forte spirito di contraddizione, bastava osservare il suo vestiario per capirlo e forse era proprio questo ad averlo spinto ad accogliere la lei diciottenne, ancora spaesata e senza un posto nel mondo che si rifiutava di ubbidire agli ordini della madre. Evelyn fu subito distolta dai suoi pensieri sentendo la porta della camera spalancarsi con un botto, c'era una sola persona che conosceva a poter entrare con cosí tanta irruenza in una stanza.
Sulla soglia c'era una ragazza dai capelli biondo cenere raccolti in una treccia, dai brillanti occhi verdi e braccia adornate da intricati tatuaggi. Si trattava di Jane, appartenente al clan dei draghi, cugina dell'Intendente Thorn nonchè amica di infanzia di Evelyn.
Nonostante il carattere esuberante e ribelle della giovane drago fosse quasi l'opposto del suo, le due nobili erano sempre state inseparabili.

<Non si usa più bussare?>
Disse Evelyn alzandosi in piedi con una punta di sarcasmo nella voce, come di solito faceva ogni volta che l'amica spalancava senza preavviso la porta di camera sua.

<È un piacere anche per me rivederti.>
Rispose Jane scoppiando a ridere per poi sedersi comodamente sul letto dell'amica mentre questa con un sospiro si avviava a chiudere la porta, rimasta aperta.
Proprio in quel momento sull'uscio comparse anche suo cugino, sorridente come sempre.
<Archibald, che c'è?> chiese allora Evelyn.

<Stavo solo controllando che la tua amica fosse arrivata sana e salva senza litigare con nessun altro.>

Alle parole del cugino, la giovane della rete si girò verso l'amica con uno sguardo inquisitorio per poi rivolgersi di nuovo ad Archibald.
<Che cosa ha fatto?>

<Litigava qui fuori con la cugina Freya, i particolari te li racconterà lei, adesso devo proprio andare, ciao Evelyn.>
Rispose il cugino con un leggero inchino verso di lei per poi dirigersi a fare il baciamano all'amica e salutare anche lei.
Evelyn fece un altro sospiro esasperato, l'uomo flirtava un po' con chiunque, ma prediligeva particolarmente l'amica, che dal suo canto sembrava invece piuttosto disgustata dalle avances dell'ambasciatore.
Una volta aver fatto uscire il cugino la giovane donna chiuse a chiave la sua stanza e si girò verso l'amica.
<Allora?>
L'amica di tutta risposta si sdraiò sul letto con un sonoro sbuffo.
<Tranquilla, niente di che, Freya voleva informazioni sulla promessa sposa di Thorn ma io mi sono rifiutata e lei si è leggermente arrabbiata.>

Sentita la risposta dell'amica la ragazza si accomodò accanto a lei sul suo letto.
Sapeva dell'imminente matrimonio dell'Intendente con una animista. Del resto i Draghi erano pochi, anche se la giovane non capiva che senso poteva avere strappare una povera Animista per gettarla a capofitto fra la gabbia di leoni che era la corte.
La giovane donna aveva incrociato l'intendente svariate volte, del resto l'amica era sua parente e qualche faccenda burocratica a volte le richiedeva di recarsi all'intendenza.
Thorn era un uomo serio e stacanovista, aveva una cattiva reputazione per il suo status da bastardo, ma Evelyn, nonostante lo conoscesse solo di vista, lo rispettava.
<Ah già, l'ho sentito dire in giro, quindi è ufficiale? Thorn sta per sposarsi?>

Dopo aver annuito Jane rispose.
<Mi dispiace, non posso dirti di più.>

Erano questi i momenti in cui Evelyn detestava far parte della rete, non dubitava la fiducia dell'amica, ma comprendeva perfettamente perchè questa non potesse confidarsi con lei.
Certo, lei non avrebbe voluto assolutamente appartenere ad un clan frivolo e superficiale come i miraggi o estremista come i draghi, ma far parte della rete aveva la sua dose di lati negativi. Per la maggior parte dei nobili era come se i suoi occhi fossero soltanto una telecamera davanti alla quale fare bella figura per uno show importante.

<Tra qualche giorno il conte Harold dà una festa in maschera, voglio assolutamente andarci.>
Esclamò dopo un po' Jane per cambiare discorso, vedendo che l'amica si era rabbuiata.
Evelyn inarcò un sopracciglio, voleva partecipare ad una festa piena di miraggi?
<E allora? Non ti aspetterai che venga con te vero?> Chiese Eve con aria scettica.

<Certo che devi venire, sei già mancata alle ultime tre feste!>

<Va bene, va bene!>
Sbuffò allora Evelyn sapendo di non poter vincere quella discussione.

<Bene, dobbiamo cominciare a pensare ai vestiti da mettere!>
E cosí, sfoderando un ampio sorrisò Jane condusse l'amica verso l'armadio.




Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora