ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 58 ℙ𝕠𝕧. 𝔼𝕧𝕖𝕝𝕪𝕟

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Il vapore caldo colpiva la faccia di Evelyn mentre mandava giù l'ennesima tazza di caffè miracolo, ne aveva bevute talmente tante che il mal di testa le si era attenuato e a parte per qualche occasionale sbadiglio stava riuscendo a tenere la stanchezza sotto controllo. Era preoccupata a morte per il cugino, ma ora a differenza di prima poteva sentire una piccola fiammella che prima non c'era. Speranza, un obbiettivo. Dopo l'annuncio del sire Faruk alla sala della Roulette la giovane Animista era stata incaricata di ritrovare gli scomparsi e lei e sua cugina Pazientina erano state chiamate per dare alla fidanzata dell'Intendente l'accesso alla camera di Archibald. Era stato proprio un piccolo cerchietto dorato a farle tornare un barlume di speranza, il tappo di una clessirda blu. La signorina Ofelia aveva ipotizzato che le scomparse fossero tutte avvenute a causa di un meccanismo innestato in delle celessidre blu e si era precipitata insieme a Thorn alla manifattura di Madre Ildegarda per proseguire le indagini. Evelyn avrebbe voluto seguirli, ma sapeva di non potere. Non la spaventava quello che avrebbe avuto da dire l'Intendente se si fosse precipitata con loro, non la spaventava la possibilità di ritrovarsi incontro al rapitore, ma il suo compito era un altro. Il tempo scorreva, la vita di suo cugino era letteralmente appesa ad un filo e lei avrebbe fatto in modo di dare alla giovane Animista e a Thorn tutto il tempo che gli serviva.

Ora Eve sedeva su un divanetto della sala del Consiglio Ministeriale con una tazza vuota fra le mani e altrettante sparse sul tavolino accanto a lei, ogni tanto si affacciava un valletto in una austera redingote nera che ne portava via qualcuna. Le stanze del Consiglio erano imponenti, con le loro massicce colonne in marmo bianco e pavimento altrettanto candido. Il soffitto era dorato e vi pendeva un grande lampadario a forma di bilancia che a volte pendeva da un lato, a volte dall'altro senza alcun tipo di regolarità. Un po' una metafora di quello che era il sistema giudiziario di Città-cielo.

<Volete dell'altro caffè?> Le domandò Nathaniël porgendole un'altra tazza bollente.

Il Miraggio aveva seguito le investigazioni con l'Intendente finchè aveva potuto e poi aveva fatto ritorno a Città-cielo per firmare alcuni moduli da recapitare ad Hellheim. Quando Eve aveva detto di dover andare al Consiglio Ministeriale il visconte aveva insistito per accompagnarla nonostante la giovane continuasse a ripetergli che ora riusciva a camminare sulle sue gambe senza problemi.

Il liquido scuro contenuto nella tazza che gli era stata posta davanti emanava un odore diverso, troppo pungente, rispetto al classico profumo di caffè caldo che tanto piaceva ad Eve.

<Credo di aver preso abbastanza caffeina per il resto dei miei giorni. E senza offesa Nathaniël, siete un eccellente domatore di bestie e stilista di cappotti, ma le arti culinarie non sono il vostro dono.> Rispose Evelyn cercando di fare un po' di ironia, il Miraggio le sembrava così teso.

<Forse stavo cercando di avvelenarvi...> Rispose Nathaniël con un barlume di sorriso, Eve notò con sollievo che la sua postura stava iniziando a rilassarsi.

<Allora vi sopravvalutavo... del veleno in una tazza è un po' banale, non trovate?> Scherzò la ragazza.

<Forse...> Rispose il Miraggio bevendo un sorso del caffè, che altrimenti si sarebbe freddato. Il viso gli si contorse in una smorfia.
<Avete ragione... disgustoso...>
Ci fu un breve silenzio prima che il visconte riprese a parlare.
<Un giorno vi porterò a prendere un caffè come si deve...>

<Se... Quando avremo ritrovato gli scomparsi vi insegnerò a farne di decenti...>
Quando ritroveremo gli scomparsi...
Evelyn aveva bisogno di crederci e cosí sembrava anche il Miraggio, si attaccò con tutte le forze a quel pensiero, era l'unico modo con cui poteva andare avanti.

"La riunione avrà inizio a breve."
Evelyn sentí una voce nella testa e subito si alzò in piedi.

<Devo andare...>
Disse osservando Nathaniël, che si limitò ad annuire.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora