ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 64 ℙ𝕠𝕧. 𝕁𝕒𝕟𝕖𝕥𝕥𝕖

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Jane si trovava su uno dei suoi divani, finalmente era a casa, si guardava in torno malinconica, quante cose erano successe in questi giorni...
Si era scoperto che il rapitore degli scomparsi era il barone Melchior, che con l'aiuto delle clessidre era riuscito ad attuare il suo piano. Oltre tutto... Thorn era sparito, Jane era a pezzi per questo, non ce la faceva più a perdere le persone a lei care. Il cugino era rinchiuso in prigione e poi Jane non aveva capito a pieno cosa era successo, ma quello che sapeva era che non c'era più. Tirò un sospiro per trattenere le lacrime, improvvisamente qualcuno suonò al campanello, Jane si voltò quando vide entrare nella sala Archibald accompagnato da una delle loro cameriere,
<Signorina Janette, il signor Archibald è qui>
Disse la giovane ragazza, Jane sbuffò,
<Me ne rendo conto>
Disse sprezzante lanciando un veloce sguardo all'uomo,
<Chiami mia zia, io me ne vado nella mia stanza>
Disse per poi alzarsi dal divano, Archibald spesso veniva a far visita nella loro villa, dopotutto era il padrino della piccola Vittoria, ma Jane non ci aveva mai neanche scambiato una parola. L'uomo non era più ambasciatore, la sua famiglia non aveva neanche accettato il fatto che lui fosse ancora vivo, avevano celebrato il funerale e eletto Pazientina come nuova ambasciatrice. Jane sapeva che stava passando un momento difficile e che forse sarebbe dovuta stare al suo fianco... Ma lei non ce la faceva, ogni volta che incrociava il suo sguardo le tornava in mente l'imminente fatto che lei non era più libera, che era promessa sposa e per di più a lui non importava niente di tutto questo.

La piccola donnina fece un piccolo inchino per poi andarse a chiamare Berenilde, Jane cominciò a camminare verso le scale per andarsene,
<Neanche mi saluti?>
Jane si bloccò per mezzo secondo, voleva voltarsi ma non lo fece... Ricominciò a camminare, cercando di ignorare lo sguardo dell'ex ambasciatore su di lei.

Arrivata nella sua stanza aprì la porta e si buttò sul letto sbuffando, doveva essere forte, lanciò uno sguardo verso il cassetto del comodino, lo aprì, non sapeva perchè ancora conservava con tanta cura la lettera di Archibald, ma era così, non voleva che nessuna cameriera la toccasse o la spostasse, a volte la rileggeva... E riprovava tutto il dolore, Jane aveva raccontato tutto l'accaduto di qualche sera prima alla sua amica Eve, e le aveva anche finalmente detto quello che provava per il cugino,

<Io credo di essere innamorata di Archibald>
Disse con le lacrime a gli occhi la giovane drago, Eve scosse la testa,
<Archibald? Jane, ma tu sai...>
Jane annuì silenziosa,
<Quando gli ho detto del matrimonio lui... Era felice per me, capisci?>
Le lacrime scesero ancora più forti.

Jane quella volta però decise di non leggere la lettera, richiuse il cassetto e prese un bel respiro... Doveva pensare ad altro, ma a cosa? Al fatto che il cugino era sparito? No, sarebbe stata solo peggio, doveva distrarsi.

Si alzò dal letto e si incamminò verso la stanza che era stata assegnata all'amica, spalancò la porta senza troppe cerimonie per poi entrare a gran passi nella camera. La ragazza dai capalli biondi era ranicchiata sul letto mentre leggeva un libro, non appena vide l'amica lo chiuse per poi sbuffare,
<Dimmi Jane>
Disse Eve mentre l'amica cominciava a fare avanti e indietro per la stanza,
<C'è qualche problema?>
Chiese nuovamente la ragazza vedendo l'amica crugiolarsi nei suoi pensieri,
<Sì, tuo cugino>
Disse quasi strillando, Eve lanciò uno sguardo alla porta lasciata aperta dall'amica, per poi alzarsi e chiuderla,
<Abbassa la voce e calmati>
Disse mentre socchiudeva la porta,
<No non mi calmo. Dannazione Eve, è sempre qui, ogni giorno>
Eve guardò l'amica per poi sospirare,
<È il padrino di Vittoria, Jane. Cosa ti aspettavi?>
<Non saprei, forse che dopo avermi spezzato il  cuore si degnasse almeno...>
Si bloccò...si degnasse almeno di fare cosa? Effettivamente non stava facendo niente di male e non aveva dato alcun fastidio a lei, Eve guardò l'amica e fece una piccola risata,
<Sai Jane, non pensavo che qualcuno sarebbe mai riuscito a spezzarti il cuore, tanto meno mio cugino>

Jane sospirò, neanche lei se lo sarebbe mai immaginato, quando era piccola diceva sempre che l'amore era per stupidi ed Eve le diceva sempre che avrebbe cambiato idea, aveva ragione...

Prese un gran respiro,
<Ok ok basta piangere per lui, parliamo di altro>
Fece come finta di pensare un pò per poi fare un gran sorriso,
<Forse di quello che stavate combinando tu e il Miraggio?>
La ragazza rise ancora di più quando vide il viso dell'amica diventare paonazzo,
<Jane! Avevamo detto di non parlarne più>
<No tu l'hai detto, io non ho mai acconsentito. Daiii che fai non racconti niente alla tua migliore amica?>
Eve sbuffò,
<Te l'ho già detto Jane, non c'è niente da raccontare. Era ubriaco... Probabilmente non avrebbe neanche voluto farlo>
Jane scosse la testa sorridendo,
<Oh cara Eve, quante cose devi ancora imparare>
Eve sbuffò per poi lanciare un cuscino all'amica
<Falla finita Jane>
La ragazza rise ancora più forte,
<Sai quasi mi dispiacerà dividerti dal tuo amore>
Eve assunse un'espressione interrogativa,
<Di cosa stai parlando?>
Jane si fece seria per poi sedersi sul letto vicino all'amica,
<Ho ricevuto una lettera dai lord di Lux, pare che dovrò andare lì... Vorrei che tu venissi con me, nel ruolo di chaperon.>
Eve sgranò gli occhi,
<Sul serio?>
Jane annuì,
<Certo se non vorrai venire e rimanere con il tuo amato Nathaniël lo capirò>
Eve lanciò un piccolo schiaffo scherzoso all'amica,
<Certo che vengo, ho sempre sognato visitare altre arche.>
Jane accennò un sorriso, già forse quello era l'unico aspetto positivo di quel viaggio. Tra poco avrebbe perso la sua libertà, ma almeno avrebbe avuto al suo fianco la sua migliore amica durante questa avventura.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora