ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 21 ℙ𝕠𝕧. 𝔼𝕧𝕖𝕝𝕪𝕟

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La canzone che trovate qui sopra è quella che ho ascoltato mentre scrivevo il capitolo, credo sia ottima per l'atmosfera che volevo descrivere, se volete potete ascoltarla mentre leggete.
-Claire

Il lago Piatto d'Argento splendeva sotto la luce della perenne luna. Il leggero venticello primaverile increspava l'acqua limpida creando piccole onde.
Evelyn camminava sull'erba costeggiando lo specchio d'acqua.
Archibald aveva allestito un grande banchetto all'interno di una delle sale da ballo di Chiardiluna ed il giardino era deserto.
Era da tanto che Eve non aveva un incubo cosí vivido e quello appena avuto l'aveva agitata parecchio, le faceva tornare a galla emozioni e ricordi che aveva chiuso in un angolo della sua mente e che avrebbe preferito non ritirare fuori.
Suo padre era una delle persone che aveva ammirato di più.
Ancora si ricordava quando da bambini Archibald aveva provato a tagliare i capelli ad entrambi, sia sua madre sia i genitori dell'allora futuro ambasciatore si erano infuriati, ed entrambi erano dovuti scappare a gambe levate per nascondersi.
Ricordava il padre che aveva preso le loro difese e che aveva fatto l'occhiolino a loro due con aria complice.
Ricordava che quell'uomo era sempre stato buono con lei e che le aveva voluto bene come solo un padre avrebbe potuto.
Ora non c'era più, era morto quando Evelyn aveva sei anni.
Se ci provava poteva ancora sentire il senso di vuoto che aveva percepito quando era successo, lei non c'era, ma se ne era accorta subito, era come non riuscire a trovare più una parte di sé.
All'epoca non era ben riuscita a comprendere quello che era successo, si ricordava solo di essersi sentita spenta.

"Era un traditore."

Ecco le tre parole che le aveva sempre detto la madre ogni volta che la giovane l'aveva interrogata sulla morte del padre.

Dopo aver vagato un po' vicino la riva del lago Evelyn decise di sedersi su un masso e osservare la superficie d'acqua che si stagliava davanti a lei per distrarsi, senza però avere successo.
Forse era stupido sentire ancora la mancanza di una persona che ormai l'aveva lasciata cosí tanto tempo fa, tutto per colpa di uno stupido sogno, pensava Eve mentre le si annebbiava la vista a causa delle lacrime che minacciavano di sgorgare.
Prendendo un grande respiro la ragazza si asciugò gli occhi con la manica della camicia da notte, per poi rendersi conto dal rumore di passi che qualcuno si stava avvicinando al lago.

<È un'illusione incantevole.>
Eve sgranò gli occhi riconoscendo la familiare voce di un certo miraggio.
Girandosi dalla parte del suono la giovane incrociò il suo sguardo con quello di Nathaniël.
Solo dopo qualche secondo Evelyn si ricordò di essere in camicia da notte, con i capelli mossi sciolti ed arruffati e gli occhi ancora appiccicati dal sonno, non potè far a meno di arrossire per l'imbarazzo.

<V-vogliate scusarmi per il mio aspetto... non aspettavo visite...>
Disse allora la giovane con un filo di voce.
Il Miraggio però non sembrava particolarmente scandalizzato dal suo aspetto.

<Venite spesso al lago da sola?>
Fu la domanda che Nathaniël le rivolse poco dopo contemplando anche lui la luce della luna che si rifletteva sull'acqua.
Eve avrebbe dovuto nascondere la propria debolezza. Avrebbe dovuto comportarsi da nobile e non dar possibilità ad un potenziale nemico di scoprire i suoi punti deboli, ma per qualche motivo quel giovane le ispirava fiducia, le sembrava diverso dagli altri.
Sarebbe stata onesta, anche solo per una volta.

<Quando non riesco a dormire.>
Rispose lei guardandosi le ballerine bianche ai piedi per poi domandare, <E voi? Cosa ci fate qui?>

<Volevo un po' di pace.>
Sospirò lui appoggiandosi con il fianco al masso su cui era seduta Eve.

<Sembrate afflitta da qualcosa.>
Aggiunse il Miraggio dopo qualche minuto di silenzio.

La giovane decise ancora una volta di essere sincera, la sfiniva tenersi tutti i propri pensieri dentro.

<Vecchi ricordi di mio padre...>
La voce di Evelyn era diventata quasi un sussurro.

<Ma non voglio farvi carico dei miei problemi... Sentitevi libero di riprendere la vostra passaggiata...>
Aggiunse Eve dopo qualche secondo, rendendosi conto di essersi appena confidata con qualcuno che con tutta probabilità voleva soltanto un po' di silenzio.

<Non ho mai conosciuto mia madre.>
Fu la risposta proveniente dal giovane, che non sembrava avere intenzione di allontanarsi.

La giovane donna era rimasta a corto di parole, non si aspettava di certo quell'improvvisa confidenza.

Vedendo l'espressione stupita della giovane, Nathaniël si girò verso di lei accennando un leggero sorriso.

<Mi sembrava giusto dirvelo, dato che voi vi siete fidata abbastanza da condividere qualcosa con me.>
Il Miraggio era tornato a guardare il lago per poi aggiungere,
<Mi auguro solo, per il vostro bene, che non siate disposta a confidarvi cosí con tutti.>

Evelyn non potè far a meno di ridere.
< Altrimenti sarei già morta, non trovate?>

<Touchè>
Rispose lui con un'alzata di spalle.

Dopo un lungo silenzio passato ad osservare lo scenario di fronte al loro Eve decise di parlare nuovamente, nonostante la frase non fosse rivolta a nessuno in particolare.
<Mi è sempre piaciuto questo lago.>

<Volete fare un bagno?>
Chiese il Miraggio.
Eve scoppiò a ridere, per poi accorgersi guardando il viso del giovane che lui era completamente serio.

Intanto il Miraggio si era tolto le scarpe e il cappotto ed era entrato in acqua con tutti i vestiti.
Evelyn non potè far a meno di guardare stranita Nathaniël, che ora la guardava con l'acqua che gli arrivava fino alle ginocchia e gli bagnava i pantaloni neri.

<Ma fate sul serio?>
Chiese Eve alzando un sopracciglio.

<Trovo che fare un bagno sia ottimo per rilassarsi, volete unirvi a me?>
Rispose Nathaniël porgendo una mano alla giovane donna.

Eve era molto perplessa, quell'uomo non la smetteva di stupirla.
Alla fine la ragazza decise di seguirlo e smettere di preoccuparsi di tutto per una volta. Forse quel bagno le avrebbe fatto bene per davvero.

<Sapete, potrei benissimo pensare che stiate cercando di affogarmi.>
Disse Evelyn mentre si toglieva le ballerine e le lanciava sull'erba insieme alle scarpe di Nathaniël.

<Siamo a Chiardiluna, madama, non oserei mai...>
Ribattè il giovane Miraggio con un piccolo sorriso mentre Eve entrava nell'acqua, cercando di non far bagnare la lunga gonna della camicia da notte e fallendo miseramente.

I due camminarono nel lago finchè non furono entrambi immersi dalla testa ai piedi e dopo aver nuotato ed essersi rilassati per un po' decisero di uscire dall'acqua.

<Grazie per... la nuotata.>
Disse Evelyn, mentre cercava di strizzare la gonna del suo vestito che intanto le si era appiccicato addosso.
Nathaniël intanto era occupato del rimettersi le scarpe.

<Prendete.>
Disse dopo un po' lui, porgendo alla giovane donna il proprio cappotto nero.

<E voi? Gelerete!>
Ribattè Evelyn cercando di rifiutare l'offerta.

<Non fa cosí freddo. Ne avete bisogno più voi di me, non vi farei mai tornare in stanza da sola in queste condizioni...>
Rispose lui mentre si avvava già verso il castello, dopo aver fatto cadere il cappotto direttamente in testa alla giovane donna.

<Buonanotte allora> Disse Eve, <e grazie!>

<Buonanotte.>

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora