ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 17 ℙ𝕠𝕧. 𝕁𝕒𝕟𝕖𝕥𝕥𝕖

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Jane si svegliò un po' frastornata, la sera prima aveva decisamente esagerato con l'alcool, si stiracchiò per poi alzarsi dal letto. La zia e la signora Roseline erano già sedute sui divanetti che mangiavano la loro colazione, portata poco prima da una cameriera,
<Ben svegliata tesoro>
Disse la zia vedendo la nipote avanzare verso di loro,
<Come è andata a lavoro?>
Jane quasi si buttò su una delle piccole poltroncine per poi sbadigliare,
<Bene>
Si limitò a dire, la zia sorrise per poi porle una tazza di caffè,
<Ti aiuterà un po' a tenerti sveglia>
Disse mentre la nipote prendeva la tazza, Jane mandò giù il suo caffè senza neanche ascoltare quello che dicevano le due donne sedute vicino a lei, le faceva male la testa e aveva molti pensieri per la testa, come ad esempio il senso di piacere nel passare del tempo  con Archibald provato la sera prima, trovava strano quel sentimento, ma si sforzò di non pensarci. Le venne in mente invece l'amica Evelyn che  il giorno prima parlava con un ragazzo sconosciuto, voleva parlarne con lei e se possibile infastidirla un po', sorrise per poi posare la tazza e andare a vestirsi.
Indossò un semplice vestito bianco con il corpetto in pizzo e legato alla vita un nastro nero, si infilò delle ballerine nere e legò i lunghi capelli biondi in una treccia laterale che gli ricadeva sulle spalle.

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Uscì dalla stanza correndo per poi andare a scontrarsi contro qualcuno e ricadere a terra. Alzò gli occhi e cominciò a chiedere scusa finché non incrociò lo sguardo divertito dell'ambasciatore. Lui gli porgeva una mano e rideva mentre lei smise subito di scusarsi e cominciò a guardare male Archibald,
<Ah, sei tu>
Disse sprezzante Jane mentre si rialzava senza l'aiuto dell'ambasciatore, lui tirò giù la mano per poi sorridere,
<Ti sei appena svegliata? Oggi un po' di cattivo umore eh?>
Chiese divertito mentre raccoglieva il suo cappello a cilindro bucato che gli era caduto durante lo scontro, Jane sbuffò,
<Devo andare>
Disse per poi cominciare a camminare,
<Janette>
La chiamò lui , lei si voltò scocciata,
<Che c'è?!>
Archibald fece qualche passo in avanti,
<Oggi ci sarà una festa , ci sarai?>
Jane guardò il ragazzo di fronte a lei, non sapeva che gli stava succedendo ma sotto quello sguardo cominciò ad arrossire.
<Dev-o lav-orare>
Disse balbettando, Jane si stupì di se stessa, non aveva mai balbettato in vita sua, perché stava iniziando ora? Archibald sembrava accorgersi dell'effetto che stava causando alla ragazza per questo cominciò a ridere,
<Ma Janette, mi deludi, stai diventato uguale a tuo cugino, pensi solo al lavoro>
Jane sentendo le parole dell'ambasciatore ritornò in sé, lo guardò male per poi fare una alzata di spalle,
<Adesso vado a trovare tua cugina, sicuramente è molto meglio di te>
E detto questo si allontanò sentendo la risata di Archibald alle spalle e lui che gli strillava dietro,
<Va bene, ti aspetto alla festa allora>
Jane sbuffò per poi accelerare il passo.

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Jane corse velocemente per arrivare il prima possibile nella stanza dell'amica. Una volta essersi fermata davanti la porta in legno la spalancò senza troppi problemi, Evelyn era ancora nel letto che dormiva beatamente, sicuramente il giorno prima deve aver alzato un po' il gomito anche lei. Sorrise per poi buttarsi a capofitto sull'amica addormentata. Lei si svegliò subito e vedendo Jane sbuffò,
<Buongiorno principessa!>
Strillò Jane mentre rideva, Evelyn le diede una spinta per togliersela di dosso,
<Avrei dovuto chiudere la porta a chiave>
Disse tra sé e sé mentre si stropicciava gli occhi,
<Si, avresti dovuto>
Disse ridendo Jane mentre si alzava dal letto. Evelyn si alzò dal letto per poi prendere la tazza di tè fumante sul comodino portata poco prima da una cameriera.
<Ieri sera non ti ho visto, sei andata a letto presto>
Constatò Eve dopo aver posato la tazzina, Jane si sedè sulla sedia della scrivania per poi ripensare alla sera prima, era stata tutto il tempo con l'ambasciatore e si era anche divertita, ma non lo avrebbe mai amesso davanti a Eve perché il cugino poteva ascoltare ogni loro conversazione.
<Già, ero molto stanca dopo il lavoro>
Eve annuì per poi aprire l'armadio in cerca di qualche abito da indossare,
<È andato bene il primo giorno di lavoro?>
Jane alzò le spalle,
<Poteva andare peggio>
Finalmente Eve tirò fuori un vestito, si trattava di un pezzo unico in broccato viola scuro. Aveva maniche e colletto lungo e sul davanti era allacciato da una fila di bottoni argentati che si fermavano all'altezza vita.
<Ma adesso parlami un po' di quel miraggio, come si chiama?>
Chiese tranquillamente Jane, quando  l'amica uscì dal bagno dopo essersi cambiata sgranò gli occhi e guardò la giovane,
<Ehm... Nathaniël, ma tu come fai a saperlo?>
Jane rise,
<Ho i miei informatori>
Eve la guardò male,
<Bhe, è un ospite come tutti gli altri, mi sono comportata come faccio sempre>
Disse Eve a voce bassa e arrossendo, Jane scoppiò a ridere,
<Sicura? Bhe è un ospite molto interessate giusto?>
Chiese con un sorrisetto malizioso, Eve afferrò un cuscino per poi lanciarlo all'amica,
<Smettila di dire sciocchezze, non c'è niente tra noi due, abbiamo semplicemente ballato>
Jane alzò le mani in segno di resa,
<Va bene, farò finta di crederci>
Eve le lanciò un'ultima occhiataccia per poi cambiare argomento,
<Tu devi fare qualcosa adesso? Io pensavo di andare in biblioteca, ti va di venire?>
Jane storse leggermente il naso,
<Nah, penso che andrò in camera, tra un po' devo andare a lavorare>
Disse Jane sbuffando, Eve rise,
<La stai prendendo seriamente questa cosa del lavoro>
Constatò compiaciuta, Jane annuì soddisfatta,
<Ovvio, non voglio deludere la zia e Thorn>
Eve rivolse un sorriso all'amica per poi salutarla prima che uscisse dalla stanza.

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Jane arrivò nella stanza, la zia Berenilde e la signora Roseline non c'erano, Jane sorrise soddisfatta, finalmente un po' di pace, si sdraiò sul suo letto, ma neanche il tempo di chiudere gli occhi che il telefono cominciò a squillare,
<Oh ma chi diavolo sarà adesso?>
Esclamò Jane alzandosi dal letto e afferrando il telefono,
<Pronto?>
<Jane>
La ragazza riconobbe subito la voce attraverso il telefono,
<Thorn>
Esclamò,
<Non venire all'intendenza oggi, preferisco che tu rimanga a Chiardiluna al sicuro e che tenga sotto controllo la zia Berenilde, ti farò portare da un valletto le varie pratiche a cui dovrai apportare delle modifiche, così potrai lavorare anche da Chiardiluna>
Jane guardò in direzione della porta come se si aspettasse che proprio in quel momento sbucasse un valletto pieno di scartoffie in mano,
<Si ok... tu stai bene?>
Chiese Jane preoccupata, non vedeva il cugino da qualche giorno, lui non rispose subito,
<Non pensare a me, pensa a tenere d'occhio la zia e il bambino che porta in grembo, qualsiasi cosa succeda chiamami>
Poi fece una pausa,
<Stai attenta anche tu>
E detto questo attaccò, la stanza sprofondò nel silenzio e Jane continuò a pensare solamente a cosa gli stessero nascondendo Thorn e la zia Berenilde.

Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora