Evelyn non si sentiva bene. Lo aveva realizzato non appena aveva aperto gli occhi quella mattina. Si era svegliata con un mal di testa atroce e non appena aveva provato a mettere piedi fuori dal letto il mondo intorno a lei aveva preso a girare ed era barcollata a terra. Si sentiva esausta nonostante si fosse appena svegliata e le ci volle tutta la propria concentrazione per alzarsi dal pavimento e mettersi a sedere.
Cosa stava succedendo? Evelyn non beveva, forse Archibald si era ubriacato? Era l'unico della Rete con cui la giovane aveva un rapporto tanto stretto ed era già capitato a volte che Eve si svegliasse con la testa leggera per le pazze gioie a cui si era dato il cugino. Ma quella mattina era diverso, quella non era una semplice sbornia, c'era qualcosa che non andava.
Evelyn provò a raggiungere Archibald attraverso la Rete, come spesso aveva fatto quel mese per raccogliere informazioni sugli scomparsi, ma più si avvicinava al cugino più la testa le si faceva leggera, riusciva a sentire ancora la sua flebile presenza, era vivo ma non riusciva a raggiungerlo. Sentiva solo stanchezza e vertigini che, più si avvicinava, più le facevano venire voglia di appoggiarsi ai morbidi cuscini per una dormita.
No, svegliati, qualcosa non va.
Se Evelyn fosse stata nel pieno delle sue facoltà si sarebbe alzata in un baleno, ma al momento si sentiva quasi in un corpo estraneo, troppo lento e troppo stanco. Con gesti goffi la giovane raggiunse un campanellino d'oro che aveva sul comodino, facendolo squillare. Quasi immediatamente alla porta della sua camera dell'albergo si precipitò un valletto.
<Un caffè miracolo, grazie.> Chiese Evelyn massaggiandosi le tempie.
Passarono pochi minuti che il valletto ricomparse alla soglia della porta con una tazzina di liquido scuro bollente che emanava un gradevole odore, accanto alla tazzina vi erano posati ordinatamente dei cucchiaini e delle bustine di zucchero.
<Grazie, è tutto> Mormorò la ragazza prima di mandare giù velocemente il contenuto della tazza. Bruciava, ma magari il fastidio l'avrebbe tenuta sveglia. Fortunatamente l'effetto dell'illusione si fece sentire quasi subito ed abbastanza da consentire ad Eve di reggersi sulle gambe e vestirsi goffamente. Doveva assolutamente parlare con le sue cugine.
Anche solo percorrere il corridoio si rivelò un'impresa e finalmente arrivata alla loro stanza aggrappò al pomello con tutte le sue forze. Dentro la camera le sue cugine sembravano essere nella sua stessa condizione, perfino Pazientina, altezzosa e posata com'era sembrava ridotta ad uno straccio.
<È Archi vero?> Chiese Evelyn sorreggendosi sullo stipite della porta. Alle sue parole le cugine sbatterono gli occhi come se si erano fossero solo in quel momento della sua presenza. Grazia fece un sonoro sbadiglio e Dolce ancora dormiva.
<Non lo riusciamo a contattare...> disse Chiaramonda con espressione concentrata <Avrà... bevuto...> Continuò lentamente.
<E' successo qualcosa...> Sussurrò lentamente Eve.
<Su ragazze, ricomponetevi...siamo...impresentabili.> Disse Pazientina con un sonoro sbadiglio cercando di mettersi in piedi. <Gaia, ordinaci dei caffè miracolo.>
Ma il valletto che si presentò alla porta delle ragazze non aveva dei vassoi, ma un messaggio.>
<Le signorine sono pregate di far ritorno immediatamente a Città-cielo, sotto richiesta del sire Faruk e di tutto il Clan della Rete.>
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Quando Eve e le sue cugine presero posto nella sala della Roulette la trovarono piena di nobili comodamente seduti sulle loro poltrone, la maggior parte erano suoi parenti e sembravano essere tutti presi dallo stato di sonnolenza in cui era anche lei. Accanto a loro, Evelyn poteva sentire la madre della fidanzata di Thorn parlottare con aria entusiasta, avrebbe fatto più caso alla conversazione se non fosse stata così esausta e preoccupata.
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Vita al Polo: Storie di due nobili (Attraversaspecchi)
FanfictionJanette, una giovane Drago spensierata e ribelle, pronta a sfidare gli schemi e le tradizioni di famiglia per dimostrare il proprio valore. Evelyn, del clan della Rete, sotto pressione a causa delle aspettative della madre e volenterosa di mettersi...