0. Premessa

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Non so neanche io da quanti anni non scrivo.

Avevo un amore innato per la scrittura, da piccola, tanto da avventurarmi in siti di Fan-Fiction e scriverne a decine ogni mese. Crescendo, ho perso la passione e questo mondo mi è diventato sempre più estraneo. Quando ho iniziato a leggere storie su Wattpad, durante la quarantena che purtroppo ha colpito tutti, ho realizzato che un po' mi mancava tutto questo mondo. Scrivere per qualcuno, per intrattenerlo e divertirlo e, perché no, emozionarlo. E anche se una parte di me si chiede come io possa riprendere in mano questo "hobby" da adulta, l'altra parte di me risponde con un sonoro "sti cavoli". Quindi ecco qua la mia storia. Senza pretese, senza ansie, solo pura volontà di riprovare ancora una volta l'emozione di avere qualcosa di mio a disponibilità del pubblico.

Buona lettura, per chi ci sarà.


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Quando Lily Evans aprì gli occhi quella mattina, nulla, ma proprio nulla, avrebbe potuto infastidirla, ne era sicura

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Quando Lily Evans aprì gli occhi quella mattina, nulla, ma proprio nulla, avrebbe potuto infastidirla, ne era sicura. Il sole era già alto, la temperatura mite, l'aria ferma. Si poteva persino sentire qualche uccellino canticchiare dagli alberi vicino alla casa gialla, o il campanellino della bicicletta del "ragazzo del giornale" di cui era stata cotta tutta l'estate prima. Sorrise, gli occhi assonnati piantati sulla sveglia, dove un"01/09" si illuminava a intermittenza a ricordarle che sì, era finalmente arrivato il giorno. Si scoprì dal lenzuolo leggero, buttando le gambe pallide fuori dal letto. Con un saltello di gioia scavalcò il baule aperto, fiondandosi nel piccolo bagno rosa del corridoio, lavandosi la faccia con l'acqua fredda come amava fare tutto l'anno. In cucina, pochi minuti dopo, l'aspettavano al piccolo tavolo un uomo dai folti capelli scuri e gli occhi smeraldo e una donna dai corti capelli rosso scuro e gli occhi azzurri.

"Buongiorno, luce! Emozionata?" sorrise l'uomo alla sua vista.

Lily posò a entrambi un bacio sulla guancia, afferrò una fetta biscottata con la marmellata di amarene e corse di nuovo sulle scale, urlando un "corriamo!" di risposta.

Quando arrivarono alla stazione di King's Cross, alle 10:45, Lily salutò i genitori, fece un cenno con la testa (prontamente ignorato) alla sorella e corse verso il muro tra i binari 9 e 10. Il treno scarlatto l'aspettava dall'altro lato, bello e possente come negli ultimi sette anni, già sbuffante di vapore grigio. E Lily sorrise, immersa nel caos del binario, gli occhi smeraldo luccicanti di emozione. No, nulla, ma proprio nulla, avrebbe potuto infastidirla, quella mattina.

"Hey, Evans!".

O quasi.








Quando James Potter aprì gli occhi quella mattina, nulla, ma proprio nulla, avrebbe potuto farlo sorridere davvero, ne era sicuro

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Quando James Potter aprì gli occhi quella mattina, nulla, ma proprio nulla, avrebbe potuto farlo sorridere davvero, ne era sicuro. Il russare rumoroso del fratello, sdraiato per metà sul letto e per metà sul tappeto accanto a lui (come facesse era ancora un mistero), lo aveva tenuto sveglio tutta la notte, complice l'emozione del grande rientro che si avvicinava ogni minuto di più. Un colpo secco alla porta lo fece sobbalzare, mentre la figura di Euphemia (ipotizzava, vista la mancanza di occhiali che gli rendevano difficile vedere a pochi centimetri dal naso) camminava a passo svelto verso le serrande chiuse, spalancandole con un colpo solo.

"NON VI SIETE ANCORA ALZATI, RAZZA DI IDIOTI! IN RITARDO! COME TUTTI GLI ANNI! È LA VOLTA BUONA CHE VI CI LASCIO!" urlò la donna, buttando definitivamente a terra il figlio ancora dormiente e rivolgendo uno sguardo truce a quello sveglio.

"Io sono sveglio, donna!" fece James, spalancando occhi e bocca e portandosi la mano sul cuore, in un gesto drammatico, gli occhiali ora storti sul naso. Euphemia lo fissò, i capelli rossi striati leggermente di grigio stretti in una crocchia ordinata, le mani sui fianchi.

"Sai che sembri davvero la McGranitt quando fai così? È inquietante!" ridacchiò lui, passandosi velocemente una mano tra i capelli e scendendo finalmente dal letto. Si infilò di corsa nel bagno della camera, ignorando i borbottii della madre e le urla del fratello, probabilmente svegliato a suon di pizze.

Quando mezzora e tante imprecazioni dopo arrivarono alla stazione, James si era già subito diversi rimproveri dalla madre e altrettante battutine dal padre e dal fratello, facendogli precipitare l'umore sotto ai piedi. Passato al binario, con gli occhiali già appannati dal vapore, pensò che nulla, ma proprio nulla, avrebbe potuto farlo sorridere davvero quella mattina.

O quasi.

"Hey, Evans!".








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Tutti i personaggi principali della storia sono stati inventati da J.K. Rowling.

Alcuni personaggi minori saranno inventati da me. Cercherò di pubblicare con cadenza settimanale (questa è solo una premessa, quindi il primo capitolo potrei farlo uscire prima). Ci tengo a specificare che, nonostante io abbia riletto i libri di recente per la centesima volta, potrebbero esserci piccoli errori o cambiamenti. Ogni critica è ben accetta, ricordatevi solo che dall'altra parte avete un'essere umano (pure scorbutico, miseriaccia!). Scherzi a parte, spero qualcuno affronterà questa avventura con me!


PS. I primi due capitoli sono introduttivi dei personaggi/storie!


Fatto il misfatto *

Hurts Like Hell | JilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora