Lo Scherzo 1/4: Lo Scontro

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- Pad... Guarda... - sussurrò James dando una lieve gomitata a Sirius.
Il pranzo era finito da tempo e la Sala Grande si stava pian piano svuotando.
Emily e Alice avevano deciso di andare a Hogsmead per comprare dei vestiti che avevano adocchiato qualche giorno prima, Habram e Frank erano al campo da Quidditch ad allenarsi per la prossima partita contro i Tassorosso, Alexandra e Marlene si erano rifugiate in biblioteca per ripassare per i G. U. F. O. che si sarebbero tenuti quell'anno, e Remus ed Emmeline erano scomparsi a metà pranzo e solo loro sapevano dove.
Quindi James e Sirius erano rimasti nell'enorme Sala per progettare un nuovo scherzo.
- Mocciosus... - sussurrò Sirius guardando l'unico ragazzo rimasto altre a loro due.
- Che ne dici? Rimandiamo lo Scherzo? - disse James con uno sguardo complice.
- Ovviamente - disse Sirius ricambiando lo sguardo con un ghigno.
Sentendosi due paia di occhi su di lui, Severus decise di prendere i suoi libri e andarsene dalla Sala Grande con passo svelto.
- Piton! - esclamò la stessa voce che invadeva i suoi incubi ogni notte, e iniziò a correre cercando di seminare i due Grifondoro.
"Perchè sono così codardo?" si chiese Severus. Non aveva mai avuto il coraggio di affrontarli e mai lo avrebbe avuto.
Avrebbe tanto voluto essere Regulus Black, la prima persona ad avergli rivolto la parola. Lui era introverso e silenzioso, ma anche coraggioso e leale allo stesso tempo, qualità che non appartengono ad un comune Serpeverde.
Mentre correva e pensava inciampò e tutti i suoi libri che aveva tra le braccia caddero a terra.
La debole e poca luce che riusciva ad entrare nell'area sotterranea del castello, e che era presente nel campo visivo di Severus, venne coperta da due ombre.
Il ragazzo dai capelli unticci alzò piano lo sguardo, trovandosi davanti le figure snelle e scolpite di Sirius Black e James Potter.
- Ciao Mocciosus - disse Potter con il suo solito ghigno che sfoggiava solo con lui.
-Che...che volete? - domandò sussurrando Severus, mentre cercava di prendere i libri sparsi sul pavimento con le mani tremanti.
- Dai? Non lo sai? Dobbiamo fare degli indovinelli? - disse Black ridacchiando.
- Sai, non ci vuole molto a capirli - disse James, bloccandogli definitivamente una via di uscita.
- Davvero Black? - disse Severus, ghignando per la prima volta.
Stava per colpire il suo punto debole.
- Cosa, Mocciosus? - disse Sirius alzando un sopracciglio.
- Perchè non parli più con il piccolo Reg? Ah, giusto. Che sbadato! Te ne sei andato da vero codardo! - disse Severus ridendo.
James strinse i pugni e fece un respiro.
Prese per il colletto il Serpeverde e lo sbattè al muro freddo. La tentazione di mettergli le mani al collo era molta, ma non lo fece.
- Come osi? - urlò James puntandogli la bacchetta alla gola.
- È la verità... Non è così? - disse Severus guardando il ragazzo dagli occhi grigi, mentre sentiva la punta della bacchetta del ragazzo occhialuto spostarsi.
- No, Prongs. Vai, è una questione tra nio due - disse Sirius.
- Come? - disse James girando la testa verso il suo migliore amico, credendo di non aver sentito bene.
- Vai -.
- Sicuro per... -.
- Vai -.
James annuì lasciando andare Severus, ma lanciandogli un'ultima occhiata di fuoco. Appoggiò la mano sulla spalla di Sirius, poi si voltò andando verso la Sala Comune di Grifondoro.
Sirius si mise una mano tra i suoi capelli neri e si rivolse a Piton: - Non sono cazzi tuoi -.
- Allora quella stupida McKinnon se li fa molto bene i tuoi cazzi - rispose Severus, facendo attirare l'attenzione di Sirius.

- Allora quella stupida McKinnon se li fa molto bene i tuoi cazzi - rispose Severus, facendo attirare l'attenzione di Sirius

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- Non... -.
- Lei, infondo, che cos'è? -.
- Ti... -.
- Lo so io, una lurida sanguesporco! -.
- PERMETTERE! -.
Sirius lo prese per il colletto della camicia e lo spinse di nuovo al muro.
- Tu non sai cosa stiamo passando! Non lo sai! - urlò con le lacrime agli occhi. - Tu sei solo un codardo! E non saprai mai com'è aiutare un tuo amico, il tuo migliore amico, ad accettarsi. Tu non sei pronto a morire una volta al mese per il tuo migliore amico. Tu non ti rechi alla Stamberga Strillante durante una Luna Piena per affrontare il tuo migliore amico! -.
- Quindi le mie ipotesi sono sempre state vere... Lupin è un Lupo Mannaro... - disse Severus.
Sirius si staccò da Piton e iniziò ad indietreggiare. - Non dirai niente... - sussurrò.
- Forse... - disse Severus assaporando già l'odore di vendetta.
- Invece non dirai niente! - disse Sirius urlando, mentre la sua mano sinistra afferrava il colletto di Mocciosus e la destra si stringeva in un pugno.
"Non farlo Sirius... Non farlo...".
La voce di una donna gli rimbombò nella sua mente e decise di ascoltarla. Non era Alexandra, lo sapeva, ma il suo tono di voce era gentile e gli sembrava già di averla sentita.
La sua mano destra, quindi, si ammorbidì, ma Sirius sussurrò a Severus : - Non dirai niente... Niente... -.
Severus si staccò, si abbassò e riprese i suoi libri. Guardò un'ultima volta Black che aveva lo sguardo basso e corse via.
Sirius si lasciò cadere a terra, mentre le lacrime iniziarono a scendere sulle sue guance.
"Ho detto tutto".
- Ho detto tutto... - disse mentre appoggiava le testa sulle ginocchia. - Sono una merda... -.
Severus, intanto, rallentò il passo mentre sentiva i singhiozzi di Black aumentare ed allontanarsi. Adesso poteva avere la sua vendetta. Si toccò il braccio sinistro ormai già marchiato. "Adesso potrai portarmela, vero, Severus?" la voce del suo Signore Oscuro gli rimbombò in testa.
- Non dirai niente - disse Alexandra uscendo dall'ombra.
- Hai...senti...sentito - balbettò Severus con lo sguardo basso.
- Sai una cosa Piton? All'inizio provavo pietà per te, cercavo di farli smettere di prenderti in giro, ma non è servito a niente - disse la ragazza. - Non avrei mai pensato che arrivassi a tanto, ci hai diviso. È quello che volevi, no? Ma non hai pensato a noi. A me, a James, a Emmeline, a tutti noi. Sei davvero una persona da schifo, Severus -.
- Io...io... - cercò di difendersi il ragazzo.
- No, non voglio sentire niente. I tuoi pensieri già mi hanno fatto capire tanto, tantissimo. Ma non credere che questo mi faccia passare dalla vostra parte. Io sono una Grindelwald! E giuro sul mio nome che farò di tutto, di tutto, per ritornare come prima - continuò Alexandra. - Ma fino ad allora, non spiccherai parola con nessuno. O dovrai passare sul mio corpo -.
Alexandra si girò, dirigendosi verso la sua Sala Comune.
Severus non si era mai sentito come adesso, mai. Corse verso la sua Sala Comune, disse la parola d'ordine e si avviò in camera sua. Guardò il calendario che aveva nella sua stanza: tra tre settimane ci sarebbe stata la Luna Piena.
- È il mio turno - disse guardandosi allo specchio mentre Regulus entrò.
- Reg, mi serve il tuo aiuto. Assolutamente -.

𝐀𝐥𝐞𝐱𝐚𝐧𝐝𝐫𝐚 𝐆𝐫𝐢𝐧𝐝𝐞𝐥𝐰𝐚𝐥𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐚𝐮𝐝𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora