James mandò giù un altro sorso di thè caldo che aveva preparato, la terza tazza di thè caldo per la precisione. Era dal funerale dei suoi genitori che non riusciva a dormire e, ogni volta che appoggiava la testa al cuscino, essa veniva subito catturata dai peggiori incubi.
Si alzò dalla sedia e si avvicinò al frigo su cui c'era un calendario.
31 Agosto. Domani sarebbero tornati ad Hogwarts. Erano già passati due mesi dalla loro morte, e in quei due mesi erano successe tante - o tantissime - cose nella vita di James.
Il ragazzo aveva capito che la vita da casalingo non faceva per lui, in quanto non sapeva neanche fare la pasta, e chiese immediatamente aiuto alla sua adorata volpe. Aveva deciso che la sua, ormai, casa sarebbe diventata il nuovo quartier generale per l'Ordine della Fenice.
"Loro accetterebbero la mia decisione" si era detto.
Per non lasciarlo solo, Alexandra passava le notti con lui, nella speranza che James riuscisse a prendere sonno. Ma niente, era tutto inutile. Finivano sempre per parlare su qualcosa di stupido e facevano le tre del mattino; quando iniziava a fare più freddo (verso l'alba) si mettevano sotto le coperte ridacchiando come babbei e continuavano a parlare e ad organizzare qualcosa da fare durante la giornata.
Ma quella notte, James non riusciva a chiudere occhio. Fece addormentare prima Alexandra e poi si diresse verso il piano inferiore, cercando di fare passi silenziosi.
Si tolse gli occhiali e li appoggiò sul tavolo, mentre si passava le mani sul volto.
- Che bella sorpresa James - disse Gellert scendendo dalle scale. James deglutì, sperando di non venire fulminato. Gellert era vestito nel suo solito completo: pantaloni neri che gli cadevano morbidi sui fianchi, camicia bianca che gli arrivava ai gomiti e le scarpe nere lucide. I capelli biondo platino facevano risaltare il tutto, facendo capire che i Grindelwald non avrebbero mai rinunciato al loro stile, neanche di notte.
- L'ho svegliata? - chiese James preoccupandosi. Di solito aveva la delicatezza di una vacca, soprattutto di notte. Gellert mosse lievemente la testa, in segno di negazione.
- Mi è giunta voce - iniziò l'uomo mentre il ragazzo iniziava a sudare freddo. - Che tu e mia figlia stavate facendo qualcosa nello stanzino delle scope, prima di essere interrotti, vero? -.
James tossì leggermente, non aveva via di scampo.
- Secondo il mio intuito, stavate iniziando senza aver confessato i vostri sentimenti prima, giusto? - disse Gellert appoggiandosi sul piano della cucina, vicino al fornello.
James rimase sorpreso da quella frase. - Non mi uccide? - chiese.
Gellert alzò una mano, come per bloccarlo da qualcosa. - Non sottovaluto la potenza di mia figlia, purtroppo - disse sospirando.
- A qualcosa a che fare con la madre, giusto? - chiese James.
- Sì - rispose solennemente Gellert. - Malefica non è mai stata una donna normale, mai. Ma non sono qui per parlare di me, James, lo sai? -.
James incrociò gli occhi bicolore del primo grande signore oscuro e annuì.
- Dovresti dormire, prima di tutto - disse Gellert.
- Prima di tutto? - chiese James alzando un sopracciglio.
- Hai tante cose da fare, figlio mio - disse Gellert mettendogli una mano sulla spalla e portandolo verso il tavolo. - La seconda è quella di prendere un po' di coraggio da Grifondoro e dire tutto a mia figlia -.
James poggiò i gomiti sul tavolo e si prese il volto tra le mani. - Credo di non essere un Grifondoro - sussurrò.
- E cosa te lo fa credere? - chiese Gellert. - Non ho mai avuto la capacità di creare una frase filosofica come Silente, ma so dirle in faccia. A te, James, il coraggio non manca. E non pensare che se non riesci a dire i tuoi sentimenti non sei un Grifondoro -.
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𝐀𝐥𝐞𝐱𝐚𝐧𝐝𝐫𝐚 𝐆𝐫𝐢𝐧𝐝𝐞𝐥𝐰𝐚𝐥𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐚𝐮𝐝𝐞𝐫𝐬
FanfictionPRIMO LIBRO DELLA SERIE "HARRY POTTER". ⚠️ 𝖢𝗂 𝗌𝗈𝗇𝗈 𝗆𝗈𝗅𝗍𝗂 𝖾𝗋𝗋𝗈𝗋𝗂 𝗀𝗋𝖺𝗆𝗆𝖺𝗍𝗂𝖼𝖺𝗅𝗂, 𝗊𝗎𝗂𝗇𝖽𝗂 𝗏𝗂 𝖼𝗁𝗂𝖾𝖽𝗈 𝖽𝗂 𝗇𝗈𝗇 𝖿𝖾𝗋𝗆𝖺𝗋𝗏𝗂 𝖺𝗅 𝗉𝗋𝗂𝗆𝗈 𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗉𝖾𝗋𝖼𝗁𝖾 𝖺𝗇𝖽𝖺𝗇𝖽𝗈 𝖺𝗏𝖺𝗇𝗍𝗂 𝗆𝗂𝗀�...