Il Congedo Dei Potter

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Hogwarts era completamente immersa in un silenzio tombale. 

Due fenici si inseguivano intorno la Torre dei Grifondoro e una di quelle cantava una melodia triste che attirò l'attenzione di alcuni alunni, visibilmente all'oscuro dell'accaduto. 

- Ma cosa è successo? - sussurrò un ragazzino all'interno della sala comune, ricevendo alcune occhiatacce da parte di alcune ragazze.

- Perché ti devo sempre spiegare tutto, Pietro? - lo rimproverò una ragazzina. - Hai presente James Potter? Gli sono morti i genitori e la scuola, per rispetto, sta in lutto, in quanto i loro corpi sono stati ritrovati qui vicino -.

- Qui vicino, Wendy? E se fosse opera dei seguaci di Tu-sai-chi? - chiese il ragazzo con voce tremante, mentre la ragazza si sbatteva una mano in fronte.

- Dov'è ora? - chiese Remus aggiustandosi la cravatta nera.

- E' in infermeria, come sempre - rispose Emmeline mentre metteva nella sua borsetta dei trucchi. Emmeline era sempre stata una ragazza molto sicura di sé stessa e decisa nel proteggere i suoi amici, amante del rischio e della vita. Sospirò ripensando a quando il destino era stato crudele con James, ma soprattutto con lei. Sentì due braccia circondarle la vita e sorrise, mentre i suoi problemi iniziavano a scomparire.

- Andiamo? - chiese Remus sorridendole e lei annuì, passandogli un braccio sul bacino. 

- Finalmente! - esclamò Sirius mettendo le mani sui fianchi. - Ci stavi mettendo un'eternità, sorellina -.

- Lo so, fratellino - disse Alexandra scendendo l'ultimo gradino delle scale. - Lui dov'è? -.

- Dove può essere? - disse Marlene aggiustandosi alcune ciocche di capelli. 

Sirius le si avvicinò, mettendole una mano sotto il mento. Con l'altra le mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorrise vedendo le guance di Marlene arrossire leggermente. 

- Stai benissimo - le disse. - Ti piacerebbe se ti accompagnassi? So che odi i tacchi, ti potrei aiutare - continuò porgendo il braccio.

- Certo che mi farebbe piacere - disse Marlene prendendo saldamente il braccio e sorridendo.

- Io vado da lui - disse Alexandra avviandosi verso il quadro della Signora Grassa, ignorando gli altri. 

I suoi passi rimbombavano nei corridoi silenziosi, mentre nella sua testa i pensieri parlavano tra di loro. "Perché a noi?" si chiese senza trovare una risposta. 

Arrivò davanti all'infermeria e trovò molti parenti di James, tanto che lei stessa si meravigliò di quanti ne erano. 

- Signorina Grindewald - la salutò un uomo con barba e capelli castani, occhi scuri e zigomi molto marcati. Alexandra alzò leggermente la mano, non riconoscendolo.

Posò una mano sulla maniglia della porta e spalancò gli occhi. Si girò e si guardò intorno. Quel tizio era scomparso, ma Alexandra non si arrese. Si avviò verso sinistra e, per educazione, salutò alcuni parenti di James.

"Non ci voglio credere!"  pensò incrociando le braccia. 

- Sei un caso perso! - esclamò prendendo il braccio dell'uomo e tirandolo leggermente. 

- Come, miss? - chiese l'uomo confuso. - Credo che mi abbia confuso con qualcun altro. Sono il signor Garrett Grins -.

Alexandra mosse più volte la testa in su e in giù. - Si, certo...Garrett Grins - sussurrò sarcasticamente. - Chi vuoi prendere in giro, papà? -.

L'uomo sorrise leggermente e alzò le mani in segno di resa. - Mi hai scoperto, Alexandra -.

- Quante volte ti ho detto di non fare abuso di Pozione Polisucco? - disse Alexandra.

𝐀𝐥𝐞𝐱𝐚𝐧𝐝𝐫𝐚 𝐆𝐫𝐢𝐧𝐝𝐞𝐥𝐰𝐚𝐥𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐚𝐮𝐝𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora