La Mappa Del Malandrino

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- PRONGS! TI MUOVI! - urlò Sirius dal fondo del corridoio.
- UN ATTIMO! ARRIVO! - urlò James dal suo bagno in camera mentre si pettinava i capelli. Quel giorno erano più disordinati del solito, e questo James non lo sopportava. Quindi decise di prendere un po' di gel e aggiustarseli come il suo mito musicale, Elvis Presley. "Mmm... Sono molto più bello così" pensò aumentando il suo lato narcisista.
Posò il pettine e decise finalmente di uscire dalla sua camera.
- Ciao James - disse una voce che fece saltare il ragazzo.
- Oh, salve - James salutò cordialmente Gellert.
- Possiamo parlare un attimo James? - chiese Gellert guardandolo dritto negli occhi.
- Si... Certo - rispose James aggiustandosi i capelli.
Mentre si dirigevano verso la camera di Grindelwald, James non potè non notare lo sguardò curioso dell'uomo al suo fianco come se non fosse entrato in una camera per tanto tempo.
- So cosa mi vuoi chiedere adesso - disse Gellert aprendo la porta della sua camera e facendo entrare per primo il ragazzo.
Si avviarono verso il balcone mentre Gellert spiegava un paio di cose a James.
- Sai, quando ho 'addormentato' mia figlia quella notte, fui costretto a scappare. In quel periodo a Hogwarts era morta una ragazza e io era su tutti i giornali - inizò Grindelwald.
- Mirtilla Malcontenta... - sussurrò James. - Ma lei è morta a causa di... -.
- Di un basilisco, ma in quel periodo il Ministero Della Magia Inglese e Americano mi cercava. Non credevano sulle voci che Silente aveva messo sulla morte di... - Gellert deglutì. - Su mia moglie. E l'unico modo per scappare era rimane sotto i loro occhi, ma senza essere scoperto -.
- In che senso? - chiese James.
- So che siete degli animagus illegali, vi ho visti allenarvi. E ho anche la fortuna di ricoscervi in fretta in quanto lo sono anche io - disse Gellert.
- Lei... Lei è un animagus? - disse James guardandolo sconvolto.
- Si... Una fenice... Stranamente è uguale al mio patronus. Ma James ti voglio parlare del motivo per cui ti ho chiamato - disse Gellert.
- Mi dica - disse il ragazzo.
- James, dammi anche del tu - disse l'uomo estraendo due sigarette e, con un semplice sguardo, le accese. Ne passò una anche a James. Gellert fece un tiro e disse: - Com'è? -.
- Cosa? - chiese James.
- Essere innamorato di mia figlia - disse Gellert.
- Lo... Hai capito - disse James. Era una sensazione strana dare del 'tu' al primo grande signore oscuro di tutta la storia della magia.
- Avete tante cose da imparare. L'ho capito dai vostri sguardi, dai vostri gesti, da tutto. E questo I migliori amici non lo fanno - disse Gellert.
- Amarsi, vero? - disse James appoggiando le braccia alla ringhiera e portando la sigaretta alle labbra, mentre teneva lo sguardo fisso su uno dei tanti alberi che circondava Casa Potter.
- Perchè non glielo dici che la ami? - chiese Gellert sapendo, però, la risposta.
- È così semplice da dire, ma così difficile da fare - sbuffò Prongs. - Io la amo così tanto che ho paura di perderla, la amo così tanto che ho paura che un giorno possa trovare di meglio. Io in fondo sono solo un bambino narcisista, arrogante che ama fare scherzi -.
- Sai, credevo la stessa cosa quando ho conosciuto Malefica. Eppure eccomi qui, ad amare la figlia nata dall'amore mio e suo. James, per esperienza personale, rischia. Rischia come fai con gli scherzi. Fallo e non te ne pentirai - disse Gellert.
- E tu non mi uccidi? - disse James ridacchiando.
- Nah, ma se la fai solo piangere potresti dire che questa sarà l'ultima volta che vedrai la neve - disse Gellert ridacchiando anche lui e portandosi di nuovo la sigaretta alle labbra.
- Ah, quasi dimenticavo! - esclamò, tenendo sempre la sigaretta in bocca, mentre prendeva un pezzo di carta. Lo porse a James e disse: - Alexandra mi ha detto quello che volete fare, quindi ho deciso di darvi una spinta -.
- Incantesimo Omuncolo - lesse il ragazzo.
- Grazie mille, ma ora mi conviene andare prima che Sirius mi uccida. Davvero - disse James mentre si avviava alla ringhiera.
- James! - lo rischiamò Grindelwald. - Fallo, mi raccomando - disse.
James annuì e uscì fuori dalla stanza, mentre Gellert alzò lo sguardo verso il cielo.
- La storia sembra ripetersi, sai Maly? Una volta c'eravamo noi al loro posto, e solo uno di noi si trova qui ad incoraggiarli fino in fondo. Spero che tu riesca a guardarci - sussurrò. Un fulmine si fece spazio nel cielo, come se quella fosse una risposta. Gellert sorrise e si diresse verso il piano di sotto, dove c'era l'ordine della fenice al completo ad aspettarlo.

- ECCOMI! - urlò James spalancando la porta della stanza di Sirius e facendo saltare Alexandra e Remus.
- Era ora! Pensavamo fossi morto! - esclamò Alexandra.
- Sirius? - chiese James notando che non era presente in camera.
- In bagno a fare i suoi bisogni da cane - disse Remus facendo una faccia disgustata, ripensando quello che era successo poco prima. - Voi lo sapete che non siete obbligati? - chiese.
- Ancora con questa storia? - disse James alzando gli occhi al cielo.
- Moony, vogliamo aiutarti in tutti i modi possibili. Ora come ora, il mantello e la nostra abilità di animagus non ci basta - disse Alexandra.
- Quindi, per farla breve, non cagarci il cazzo - disse Sirius con la sua bellissima e delicatissima finezza.
- Un poco più delicato no eh? - disse James ridendo.
- Ehy! Io sono sempre delicato! - disse Sirius alzando le mani. - Passiamo alle cose serie, avete trovato qualcosa? -.
- Ah! Ecco! - disse James prendendo dalla tasca del pantalone il pezzo di carta dato da Gellert e lanciandolo a Remus, che lo prese al volo.
- Incantesimo Omuncolo, consente al proprietario di riprodurre ogni movimento di ogni persona o animale sulla carta - lesse Remus.
- Bene! Cosa c'è di tanto difficile? - disse Sirius.
- A dirla tutta, si dovrebbe prima disegnare la scuola e poi fare l'incantesimo, almeno qui così dice - disse Remus.
- Ottimo! Pads il foglio è tutto tuo! - esclamò James.
- Cosa? Io non disegno un bel niente! E poi non so disegnare - disse Sirius incorciando le braccia.
- Ah... Quindi non sei tu quello che disegna ogni santa ora? - disse James lasciandolo senza parole.

- Uffa! Va bene! Disegno io! - sbuffò Sirius avviandosi verso la scrivania

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- Uffa! Va bene! Disegno io! - sbuffò Sirius avviandosi verso la scrivania. - Però Alexandra fa il resto! - esclamò appena prese in mano la matita.
- Cioè fare l'incantesimo che una cavolata? Va bene - disse Alexandra stendendosi sul letto di Sirius e sorrise sentendo, di nuovo, la risata di James.
- Qui dice che c'è bisogno di una formula per aprire la mappa e per chiuderla. Quindi cosa facciamo? - disse Remus.
- Qual è la cosa che diciamo più spesso? - disse Alexandra guardando il soffitto pensierosa.
Sirius battè la mani e scattò in piedi.
- Giuro solennemente di non avere buone intenzioni! - disse quasi urlando.
- L'ho sempre saputo che era un genio! - disse James abbracciandolo e scompigliandogli i capelli.
- E per chiuderla? - disse Remus finendo di scrivere sul suo taccuino.
- Fatto il misfatto! - disse Alexandra portandosi a sedere.
- E potremmo scrivere: Messer Moony, Whitefox, Padfoot e Prongs solo orgogliosi di presentarvi... - inziò Remus.
- LA MAPPA DEL MALANDRINO! - dissero in coro i quattro ragazzi.
I ragazzi risero, ma tanto. James quando notò una cosa rise ancora più forte e, quando la fece notare anche a Sirius, si scatenò il putiferio.
- Perchè ridete ora? - disse Alexandra.
- Remus... Quelli sono... Succhiotti? - disse James scoppiando a ridere mentre il ragazzo correva verso il bagno.
- Oddio - sussurrò Remus mentre si guardava allo specchio.
- Tu ed Emmeline ci siete andati giù pesante eh? - disse Sirius ridendo.
- Oh Rem-Rem! Come ti sei fatto grande! - disse Alexandra asciugandosi un finta lacrima.
- Ma smettetela, imbecilli! - esclamò Remus ridendo anche lui.
- Dobbiamo dirlo a Minnie - sussurrò Sirius a James.
- Ovviamente - sussurrò a sua volta James.
Domani sarebbero tornati ad Hogwarts, ma i Malandrini non potevano sapere che quello sarebbe stato l'anno più difficile di tutti.

𝐀𝐥𝐞𝐱𝐚𝐧𝐝𝐫𝐚 𝐆𝐫𝐢𝐧𝐝𝐞𝐥𝐰𝐚𝐥𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐚𝐮𝐝𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora