Una Nuova Madre

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- No, Queenie Goldstein! È la mia cucina! - urlò Euphemia alzando il mestolo.
- Io ho le ricette, Euphemia Potter! - urlò, in sua difesa, Queenie alzando il quaderno con le sue ricette.
- Cosa succede? - disse Sirius entrando nella cucina. Il ragazzo guardò le due donne: una con il mestolo in mano e un'altra con un quaderno.
- E se vi riposate entrambe? - chiese capendo la situazione, ma guadagliandosi delle occhiatacce. - Va bene, va bene! Allora, Queenie cucina ed Euphemia lava i piatti - disse alzando le mani.
Le donne si guardarono e annuirono.
- Bene. Uscite e non entrate! - disse Queenie spingendoli fuori e chiudendo la porta.
"Bene... Che facciamo?" pensò aprendo il quaderno. "Direi che un pranzo di Natale Italiano sia perfetto! Mmm... Facciamo tre o quattro antipasti, quattro contorni, due primi e due secondi. Poi un po' di frutta e infine il mio strudel!" pensò prendendo la bacchetta e facendo comparire un grembiule.
- Ottimo! Mettiamoci al lavoro! - disse battendo le mani e facendo un incantesimo alla cucina, che divenne autonoma.

- Hey Queenie - disse Alexandra entrando in cucina.
- Quel maglione è di James? - disse Queenie sorridendo.
- Si, ho dormito con lui. E non mi guardare così! Non è successo niente... - disse Alexandra arrossendo.
- Si, si, certo. In ogni caso, hai scritto agli altri? - chiese Queenie.
- Oh certo! Sei anche fortunata, perchè tutti hanno accettato - disse Alexandra con un sorriso.
- Uuu ma che bel profumino! - fece la sua entrata James dirigendosi verso il forno dove c'erano dei buonissimi gnocchi al sugo. (Sono crudele, lo so)
- James, va via! Se no ti mangi tutto! - lo rimproverò Queenie.
- Allora mi porto Alexandra, così non potete gossippare! - disse James facendo la linguaccia e prendendo in braccio la ragazza come un sacco di patate.
- JAMES! METTIMI GIÙ! - urlò Alexandra quando ormai erano arrivati in salotto.
Queenie, ridendo, prese la bacchetta e con un incantesimo la tavola fu apparecchiata.
Uscì fuori dalla cucina e chiese ai ragazzi di porterla aiutare con gli antipasti e i vari contorni.
- Allora che ne dite? - chiese Queenie. - Forse dovrei preparare un altro primo o secondo - disse afferrando il quaderno delle ricette.
- Queenie, va benissimo così. Non preoccuparti - disse Alexandra togliendole da mano il quaderno e abbracciandola.
Sirius le guardò pensando che in un universo parallelo anche sua madre lo avrebbe abbracciato così, e gli venne spontaneo fare un sorriso malinconico.
James gli mise una mano sulla spalla e gli disse: - Andrà tutto bene Pad -.
Sirius continuò a sistemare le portate sulla tavola fino a quando non suonò il campanello.
- È QUI LA FIESTA? - urlò Habram con gli occhiali da sole.
- E adesso questi dove li hai presi? - chiese Sirius ridendo.
- Non dovevo regalarglieli... No... - disse Emily.
Tutti si salutarono e gli ospiti misero i regali sotto il grande albero che Alexandra aveva decarato da sola. (Foto sopra... Buon gusto la ragazza eh!)

- Venite - li invitò Queenie.
- Queenie! - la richiamò Euphemia. - Avevamo detto che avresti preparato poca roba! -.
- È quello che ho fatto - disse Queenie prendendo posto affianco ad Alexandra.
- E questo ti sembra poca roba? - disse Euphemia indicando la tavola.
- Mamma - disse James abbracciandola da dietro. - Che ne dici se iniziamo a mangiare e poi sgridi chi vuoi? -.
Quando finalmente tutti si sedettero, il pranzo iniziò.
- Allora principessa... - disse Sirius che, casualmente, si era seduto vicino a Marlene.
- Che vuoi Black? - sbuffò Marlene.
- Sai che a Natale sono tutti più buoni? - disse lui.
- Se credi che io ti baci perchè hai fatto questa orrenda battuta, ti sbagli. Anche perchè c'è mio padre e potresti morire - disse lei.
- Mi sembra che a tuo padre piaccia molto il Whisky Incendiario - disse Sirius indicandolo.
In effetti il signor. McKinnon e il signor. Lupin non erano molto sobri, in quanto stavano ridendo da un quarto d'ora senza nessun motivo in particolare.
- Ti odio Black! - disse Marlene incrociando le braccia sotto al seno.
- Nah... Non mi odi - disse Sirius mettendo il braccio sulle sue spalle.
- Aspetta un attimo Jamie - disse Alexandra interrompendo la conversazione che stava facendo con James.
Andò verso la finestra e l'aprì. Due gufi fecero il loro ingresso nella sala e lasciarono due lettere ai piedi di Alexandra, che le prese per leggere i destinatari. "Mrs. Goldstein" e "Sirius Orion Black".
- Tieni Queenie - disse Alexandra dando le lettere.
Sirius l'aprì e gli bastò leggere le prime righe per capire chi gliela avesse scritta.
- Scusate... Arrivo subito... - disse alzandosi e salendo le scale per andare in camera sua.
- Sir - esclamò James, pronto a seguirlo.
- Lascialo andare, James. Ha bisogno di stare da solo - disse Queenie guardando le scale.

- Saranno ormai passati trenta minuti e Sirius non scende - disse Remus. - Vado... -.
- Vado io, voi continuate - disse Queenie alzandosi e aggiustandosi la gonna.
Salì le scale e, man mano che si avvicinava alla stanza di Sirius, sentiva dei singhiozzi che si facevano sempre più forti.
- Sirius... Posso entrare? Sono Queenie - disse bussando con le nocche della mano destra. Aspettò una risposta, ma non arrivò, quindi decise di entrare.
La camera era irriconoscibile: carte, libri, magliette a terra, la sedia rotta in mille pezzi, il muro pieno di schegge e lui, Sirius, che piangeva a dirotto rannicchiato in un angolo.
- Sirius! - Queenie corse subito verso il ragazzo e lo abbracciò.
- Sono un disastro...faccio schifo... - sussurrò il ragazzo sulla spalla della donna.
L'occhio di Queenie cadde sulla lettera che gli era arrivata proprio qualche minuto prima, la prese sempre rimanendo abbracciata a lui per dargli sostegno e iniziò a leggerla.
"Oh mio dio" pensò leggendo così tanti insulti da non riuscire a finirla.
- Sirius... Guardami e ascoltami attentamente -. Queenie gli prese il viso tra le mani. - Tu sei un ragazzo forte. Non devi assolutamente farti abbattere da queste cose che non dovrebbero neanche essere pensate. So che ti dispiace per tuo fratello, ma devi capire che ti vorrà sempre bene come te ne vogliono gli altri, come te ne vuole James o Alexandra, come Frank o Remus, e tutti gli altri. Tu sei Sirius Black, un semplice ragazzo che è riuscito a scappare da un destino crudele. E di questo devi essere orgoglioso -.
A Sirius scese una lacrima di felicità e strinse forte Queenie tra le sue braccia.
- Grazie... Ti voglio bene, mamma -.
Sirius non si rese conto di quello che aveva detto, e quando lo capì si staccò immediatamente da quell'abbraccio.
- Scusami Queenie... Io... - disse Sirius mettendosi le mani sul volto.
- Non ti preoccupare, Sirius - disse Queenie sorridendo e togliendogli le mani dal viso. - Sirius, cosa ne pensi se ti adottassi? -.
Sirius non credeva alle sue orecchie. Se era vero, quello per lui era un magnifico regalo di Natale.
- D...davvero? -.
- Si, Sirius -.
- E ti potrò chiamare...m...mamma? -.
- Quante volte vorrai, piccolo - disse Queenie accarezzandogli i capelli.
- E Alexandra? -.
- E se ti dicessi che lei mi ha costretto a compilare le carte? - disse mostrandogli le carte dell'adozione arrivate quel pomeriggio.
Sirius rise e abbracciò quella che, ora, poteva chiamare mamma. Scattò in piedi e scese le scale di corsa.
- SORELLINA! - urlò correndo verso Alexandra allargando le braccia.
- FRATELLINO! - urlò Alexandra abbracciando e scompigliandogli i capelli.
- Sei arrivato giusto in tempo! - esclamò Emmeline. - Stiamo aprendo i regali -.
- Vieni Black - disse Marlene facendogli spazio. Appena lui si sedette, Marlene gli buttò le braccia al collo e lo abbracciò forte e gli diede un bacio sulla guancia.
- Accontentati di questo - gli sussurrò Marlene, facendolo sorridere.
- Attenzione, prego! Ecco i vostri regali! - esclamò la madre di Remus distribuendo i regali a tutti i ragazzi.
- Sono degli skate! - esclamò Frank.
- Oddio... Qua muoio - disse Alice massaggiandosi gli occhi col pollice e l'indice.
- Sirius - disse Alexandra.
- James - disse Sirius.
- Alexandra - disse James.
- O mio sacro santo Babbo Natale! - disse Remus.
- POSSIAMO ANDARE A LONDRA! - eclamarono i tre dandosi il cinque.
Alexandra si rigirò tra le mani il suo skate e tra le ruote un biglietto.
"Per la mia adorata figlia".
Alexandra alzò sguardo e Queenie le fece l'occhiolino.
- Chi vuole un po' di the? - chiese Euphemia.
Ma qualcuno stava entrando nel vialetto di Casa Potter, per riabbracciare la persona che più gli era mancata.

𝐀𝐥𝐞𝐱𝐚𝐧𝐝𝐫𝐚 𝐆𝐫𝐢𝐧𝐝𝐞𝐥𝐰𝐚𝐥𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐚𝐮𝐝𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora