Una sorpresa platinata alla porta

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- SWEET CAROLINE! FUCK! FUCK! FUCK! - cantarono James, Habram e Sirius abbracciati. Adoravano modificare le canzoni, in peggio.
- FUCK! FUCK! FUCK! - continuarono mentre gli altri ridevano a crepa pelle.
- Basta! Basta, vi prego! - li supplicò Alexandra mentre si asciuga a le lacrime dalle troppe risate.
James smise e, continuando a ridere, si avvicinò a lei e l'abbracciò.
- Dai principessa! Un ballo! - chiese Sirius facendo il labbruccio a Marlene.
- Ancora Black? Non ho... -.
La loro 'soave' conversazione venne interrotta da uno strano rumore al piano di sotto: una tazza, o di più, che andava in frantumi.
I ragazzi scesero di corsa giù per le scale.
- MAMMA! -.
- PAPÀ! -.
- QUEENIE! -.
Tutti urlarono vedendo le facce pallide dei genitori, ma non Alexandra. Lei era concentrata su un altra persona.
Sirius corse verso Queenie e posò le sue mani sulle sue spalle. Guardò a terra e vide la tazza ridotta a pezzi e tutto il thè sul pavimento. I suoi occhi furono attirati da un'ombra, alzò piano lo sguardo e si irrigidì anche lui all'istante.
Gellert Grindelwald era lì davanti a lui in persona. "Come fa a essere così giovane?" pensò. Tutto il suo corpo si era fatto di pietra quando aveva incrociato gli occhi bicolore che trasmettevano tanta paura, e riuscì solamente ad immaginare la faccia dei suoi amici.
- Papà? - domandò Alexandra facendo attirare l'attenzione su di lei.
- Alexandra... - sussurrò il padre voltandosi verso di lei.
- Papà - ripetè di nuovo la ragazza scendendo un gradino, mentre le lacrime iniziavano a scendere e non riuscì a trattenersi.
- PAPÀ! - urlò correndo verso di lui.
Mancavano tre gradini quando inciampò.
A Gellert gli passò davanti agli occhi una bambina, con gli stessi capelli mossi castani, che stava per inciampare. Così l'uomo si precipitò a prendere la sua adorata figlia, posando le grandi mani sulla sua vita.
- Devi stare più attenta piccolina - disse facendola volare, come quando era piccola.
- Sei tornato! - disse Alexandra in lacrime e stringendolo più forte, credendo che potesse scomparire.
- Ti sei fatta grande troppo in fretta... - disse mettendole una mano tra i capelli.
Sirius ripensò a quella frase.
"Accetta sempre quello che busserà alla porta".
- Queenie... Mio padre... -.
- Si... Lo sapeva... - disse Queenie iniziando a piangere. Finalmente Alexandra poteva essere felice.
Sirius l'abbracciò senza troppe cerimonie e girò il capo verso James.
Il ragazzo dagli occhi nocciola era abbastanza nervoso. Faceva grossi respiri, sperando di rimanere calmo e che il padre della sua migliore amica non lo uccidesse.
- Mi dispiace davvero molto interrompere questo momento, ma io e Gellert avremmo delle notizie non molto soddisfacenti - disse Albus Sielnte.
- Da dove è sbucato? - chiese Frank guadagnandosi uno schiaffo sul braccio dalla madre.
- Davvero Albus? Dobbiamo davvero rovinare il Natale a mia figlia? - disse Gellert stringendo Alexandra al petto.
- È il nostro dovere, e lo sai. Vi prego di sedervi - disse rivolgendosi a tutti.
Gellert si sedette con affianco sua figlia, che gli teneva la mano.
- So di non essere Babbo Natale e so di non essere di buon gradimento qui. Soprattutto per lei, signorina McKinnon - disse volgendo uno sguardo a Marlene.
- No... No.. Davvero - disse balbettando.
- Ma sono sicuro che quello che sta succedendo vi faccia cambiare idea sul mio conto -.
- Abbiamo accettato sua figlia, signor. Grindelwald. Non si preoccupi - disse James, con quel poco coraggio che gli era rimasto.
- James Potter, vero? - chiese Gellert squadrandolo e il ragazzo annuì deglutendo.
- Te lo sei trovato bello, devo ammettere, ma non lo sarà mai quanto me - disse rivolgendosi alla figlia. Alexandra sbiancò.
- Non... -.
- Non parlerò -.
- Gellert, ti prego - disse Albus ritornando indietro con i ricordi, quando il biondo platino aveva incontrato Malefica.
- Va bene, va bene! - esclamò Gellert sbuffando. - Sapete bene che molti non magici stanno morendo, ogni giorno il numero di morti si moltiplicano. Questa è tutta opera dei Mangiamorte, i seguaci di Lord Voldemort -.
- Ovviamente abbiamo riunito tutti i seguaci di Gellert, ma non ci bastano - disse Silente.
- Abbiamo il M. A. C. U. S. A. - disse Alexandra.
- Il capo. Abbiamo il capo, Alexandra. Ma non possiamo fidarci dei suoi Auror, loro possono tradirci in ogni momento - disse Gellert.
- E abbiamo avuto tutte le possibilità per decidere di creare un'associazione: L'ordine della fenice. Faremo tutto quello che il Ministero non sta facendo, cioè combattere. Agiremo di nascosto. È la nostra unica possibilità di sopravvivere. Caramel sta facendo ancora perseguitare Grindelwald e... - disse Albus.
- Sì, mi cercano, lo sappiamo. Ma dobbiamo anche contare che Caramel non sta facendo nulla per ridurre gli omicidi nel mondo babbano, oltre che a non combattere - disse Gellert alterandosi.
- Ormai lavoro al ministero da un paio di anni e Caramel non ci manda in missione da tempo. Ma posso giurare di averlo sentito parlare con Barty Crouch, non era per niente tranquillo - disse Fleamont.
- Allora se lui sa tutto, perchè continua a negare - chiese Remus.
- Non vuole creare panico - disse Sirius e Gellert si irrigidì.
- Ma ormai neanche la gente crede più alla Gazzetta del Profeta - disse Emmeline.
- È questo il punto, signorina Vance. Per questo non possiamo stare con le mani in mano. Dobbiamo agire - disse Albus.
- E non è pericoloso? - disse Queenie.
- Ormai tutto è pericoloso - disse Alice.
- Alexandra tu non parteciperai, è troppo pericoloso - disse Queenie seria.
- Cosa? Perché? - disse Alexandra.
- Ha bisogno di sapere, te l'ho detto! - disse Gellert.
- No, è solo una ragazza! - disse Queenie.
- Non mi interessa. So cosa sono, ma se Voldemort crea un esercito io voglio combattere! - protestò Alexandra.
- Visto? - disse Gellert incrociando le braccia e poggiando la schiena alla schienale della sedia, guardando Queenie con uno sguardo di sfida.
- Queenie, penso sia arrivato il momento - disse Silente prendendo la bacchetta. Fece comparire una nuvola blu cobalto che iniziò a parlare con voce roca:

          Sull'estinguersi del settimo mese
          Un bimbo nascerà...
          Nato dal bene superiore e
          Dall'amore puro...
          Egli scoprirà un potere che una ragazza
          Gli darà...
          Sul nascere del settimo mese
          Una bimba nascerà...
          E la sua degna erede sarà...
          Lei darà il potere al Bimbo
          Sopravvissuto...
          E questo potere al Signore Oscuro
          Sconosciuto a dir poco sarà...
          Ma la morte uno via porterà...
          Perchè nessuno dei due può vivere
          Se l'altro sopravvive...

- Questo significa... Cosa significa? - chiese James.
- Ancora non sono riuscito a capirlo - disse Silente insicuro.
- Io credo di sì...ma sono solo ipotesi, una più improbabile dell'altra - disse Grindelwald.
- Papà - disse Alexandra. - Fammi combattere al tuo fianco. Voglio vedere Voldemort morire, voglio che tu sia giustiziato -.
- Ce la faremo - disse Gellert accarezzando la guancia.
- Combatteremo insieme! - dissero i ragazzi insieme.
Gellert abbracciò la figlia sussurrandole all'orecchio: - Sono orgoglioso di te -.
- Stavo pensando... - iniziò il padre di Habram, ma fu interrotto da un gufo alla finestra. Alexandra si alzò.
- O mio dio! - disse mettendosi una mano sulla bocca.
- Remus, sei solo tu come prefetto vero? - disse Alexandra.
- Di Grifondoro sì. Non so il perchè - disse Remus accucciandosi tra le braccia di Emmeline che alzò gli occhi al cielo sorridendo.
- Allora non sei più solo! - urlò mostrandogli la spilla.
- Bravissima! - disse Queenie abbracciandola.
- Ma come mai a quasi metà anno? - chiese Marlene guardando Silente, che alzò le spalle sorridendo. Guardò Gellert, che stava abbracciando la figlia, pensando che lo avrebbe dovuto consolare di nuovo tra un paio di anni.
Albus Silente, per la prima volta, sapeva tutto, ma quel 'tutto' ancora non era pronto a dirlo.

          

𝐀𝐥𝐞𝐱𝐚𝐧𝐝𝐫𝐚 𝐆𝐫𝐢𝐧𝐝𝐞𝐥𝐰𝐚𝐥𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐚𝐮𝐝𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora