66. Panico

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"Panico, panico, panico quando mi guardi."

Haeun's pov

Erano già passati due giorni da quando mi trovavo a Daegu. Non sentivo Taehyung dalla sera prima, quando mi aveva chiamata; era furioso. A quanto pare Taeyong gli aveva confessato di avermi baciata e, quando si era liberato dai suoi impegni di lavoro, mi aveva immediatamente chiamata. Il suo tono di voce era molto alto e lo aveva apostrofato in tutte le maniere possibili, prima di affermare che lo avrebbe ucciso non appena lo avrebbe rincontrato. Poi, sempre irritato, aveva detto che il giorno dopo sarebbe stato impegnato con il lavoro ma che avrebbe ritelefonato quando sarebbe stato un po' più libero. Avevo sorriso per la gelosia che ostentava nei miei confronti, ma allo stesso tempo ero un po' triste per ciò che stava accadendo. Io non volevo perdere nessuno dei due, visto che consideravo Taeyong un buon amico che mi aveva aiutata nei momenti di bisogno... solo che ad un certo punto ha deciso di non comportarsi più come tale. Tutto ciò mi rendeva molto depressa, e in più gli avevo anche detto delle cose, dettate dalla mia rabbia, di cui mi ero subito pentita. Non ci parlavamo e né ci vedevamo da due giorni interi, visto che si era chiuso in camera sua e non ne era più uscito. Sospirai mentre cambiavo canale e anche se stavo fissando lo schermo, effettivamente troppo pensierosa, non riuscivo a vederlo. Credevo che essermi fidanzata con Taehyung mi avrebbe reso felice per sempre, invece anche se di sicuro ero molto euforica, erano anche successe delle cose che non mi rendevano molto contenta, ecco. Primo tra tutto l'allontanamento da Seoul e dal mio ragazzo. Nonostante era quello il mio obiettivo, così da farmi una nuova vita lontano da mio padre, non potevo fare a meno di sentirmi triste perché ero lontana da Taehyung. Sapevo che era tutto per il mio bene, che così facendo sarebbe anche stato più veloce prendere mio padre e tornare alla vita di sempre, ma era tutto molto seccante, soprattutto non sapere quando avrei rivisto il ragazzo che mi faceva tanto battere il cuore.

Mentre lasciavo che uno sbadiglio mi uscisse sonoro di bocca il mio telefono iniziò a squillare, mostrando il nome di Jeonghan sul display. Sorrisi sporgendomi per prenderlo e me lo portai all'orecchio mettendomi più comoda sui cuscini.

«Jeonghan!» esclamai contenta. Mi mancava anche il mio migliore amico.

«Ehi! Come stai? Come ti sembra Daegu?» chiese interessato, probabilmente anche lui era sdraiato, sul suo letto, a godersi quelle sere prive di ansia. Il fatto che non stessi più a Seoul aveva reso leggeri anche i loro cuori e quindi potevano stare più tranquilli mentre le ore e i giorni passavo, in attesa che finalmente mio padre venisse sbattuto dietro le sbarre.

«Carina, anche se Seoul mi manca un sacco.» risposi sbuffando un po' troppo sonoramente. Sarei tornata indietro volentieri, solo che non volevo essere di peso a Taehyung mentre lavorava.

«Mh, presto sarà tutto finito. Poi alla fine non sei sola, c'è Taeyong che ti fa compagnia.» disse, ignaro di ciò che era successo. Visto che Taehyung non aveva avuto tempo quando gli avevo chiamato per informarlo non volevo che lo venisse a sapere da altri, quindi avevo anche evitato di dirlo al mio migliore amico. Ma tutto ciò si era rivelato senza senso, visto alla fine era stato Taeyong stesso a confessare tutto. Mi chiedevo ovviamente come mai lo avesse fatto, ma lasciai perdere visto che il ragazzo in questione aveva deciso di non uscire più dalla sua stanza.

«Ecco, non è che sia di tanta compagnia.» ammisi sospirando, mettendomi in piedi per poter prendere la pizza che mi era rimasta da quella cena e tornare poi alla mia postazione.

«Come mai? È successo qualcosa?» mi chiese lui curioso e preoccupato, così mi lanciai a raccontargli tutto ciò che era successo, in tutti i suoi dettagli. Jeonghan sbalordito mi ascoltò con molta attenzione, lasciandosi a volte a qualche sospiro sorpreso e qualcuno un po' comprensivo. Alla fine del racconto sbuffò, anche lui ovviamente sconcertato dalla situazione, prima di schiarirsi la gola. «Ovviamente ha sbagliato. Sa che sei fidanzata quindi non avrebbe dovuto permettersi di baciarti come se nulla fosse! Eppure mi sento un po' triste per lui... ha confessato di amarti e sicuramente ci sta anche molto male per il fatto che tu sia fidanzata.» commentò frustrato.

Annuii a me stessa, visto che sapevo come si stava sentendo, anche se non sapevo che fare. Era una di quelle situazioni che vivevo per la prima volta e avevo paura di sbagliare, di fare allontanare uno dei due per colpa dei miei atteggiamenti.

«Sì, lo so Jeonghan. Aish, per la prima volta nella vita la persona che amo ricambia i miei sentimenti e allo stesso tempo piaccio ad un amico. Questa è sfortuna.» mi lamentai finendo la fetta di pizza.

«Ah be', sembra che la vita lo faccia di proposito effettivamente! Quando non sei fidanzata nessuno che ti considera, appena ti metti con qualcuno ecco che si presentano i problemi!» scherzò divertito. Sorrisi anch'io. Ci voleva proprio quella chiacchierata con il mio migliore amico.

Mentre ridevo per ciò che avevo detto la mia attenzione fu catturata dall'ingresso di Taeyong nella stanza. Mi rivolse uno sguardo acido mentre si dirigeva verso il frigorifero per poter versarsi dell'acqua in un bicchiere.

«Comunque Jeonghan ti richiamo domani. Adesso vado a dormire.» e dopo che ci scambiammo la buonanotte e riattaccammo mi misi in piedi per guardare Taeyong darmi le spalle mentre si dirigeva di nuovo verso la sua stanza.

«Aspetta!» dissi facendo un passo verso di lui.

Si fermò di scatto, stringendo le mani in due pugni, per poi voltarsi verso di me e guardarmi con un astio che mi ferì. Gli volevo ancora molto bene nonostante si fosse comportato male, ma lui sembrava ancora al quanto arrabbiato con me.

«Che c'è?» chiese sgarbato. Presi un lungo respiro, tentando di mantenere la calma.

«Parliamo.» dissi. I suoi occhi si spalancarono e un'espressione sorpresa e anche sdegnosa si presentò sul suo viso. Mi squadrò dalla testa ai piedi senza dire una parola, poi annuì portandosi le braccia al petto.

«Di cosa esattamente?» mi chiese arrabbiato.

«Di noi.»

«Noi non siamo nulla, per tanto non abbiamo nulla di che parlare. Hai fatto la tua scelta ed io la mia. Ho sbagliato a baciarti e per questo ti chiedo di perdonarmi, visto che appartieni già a qualcuno, ma per il resto non chiedermi nulla.» dalla sua voce traspariva una nota aspra e seccata.

Presi un altro respiro.

«Sono sempre stata molto sincera con te, non ti ho mai nascosto nulla. Il fatto che tu mi abbia baciata per ripicca a Taehyung mi ha fatto male, visto che io non sono un oggetto. Ma ammetto che per me sei davvero importante, perciò non lasciare che tutto vada a rotoli.» feci un altro passo in avanti, gli occhi che mi bruciavano di lacrime.

«Non renderlo più difficile. Sparisci semplicemente dalla mia vita.» disse deluso.

Affranta andai per rispondere, quando all'improvviso il campanello suonò. Guardai confusa Taeyong, che mi rivolse lo stesso sguardo, prima che mi precipitassi alla porta. Il ragazzo mi seguì, probabilmente preoccupato, ma quando aprii e vidi chi c'era dietro la soglia la mia unica sensazione fu la sorpresa, mista al panico... visto che avevo davanti Namjoon e Jungkook, entrambi macchiati di aloni rossi che sembrava proprio sangue.

||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora