Haeun
"Non riesci, cadi a pezzi seduto tra i miei complessi. Mi appoggio sui miei dubbi, tanto sono sempre gli stessi."
Fu una lunga riflessione la mia. Taehyung mi fissò per tutto il tempo mentre io mi chiedevo se fosse o no pericoloso entrare in casa sua. Avevo un po' paura che ormai si fosse ricordato chi ero... ma allo stesso tempo il mio cuore mi stava letteralmente urlando di entrare e scoprire un po' della sua vita, di parlargli seriamente per una volta.
"Dae, mi sto sciogliendo dal caldo." Rise Taehyung mettendosi nella soglia della porta di casa sua, sbottonandosi il primo bottone della camicia che indossava e guardandomi in tralice.
Rossa in viso annuii seguendolo dentro mentre lui mi conduceva verso un corridoio grigio brillante dalle pareti piene di foto che dovevano essere di lui insieme alla sua famiglia.
"Tu sistemati pure qui in salotto, io un attimo vado a cambiarmi perché sto letteralmente morendo di caldo." Sorrise indicandomi l'enorme spazio, sparendo nelle scale.
In imbarazzo avanzai verso il salotto e mi sedetti in una delle poltrone che riempivano la stanza, guardandomi attorno; le pareti erano di un bordeaux splendente e i mobili chiari erano un dolce distacco da tutto quel colore. Al centro della stanza c'era un tavolo in vetro basso e alla mia destra, grande e colorata, spiccava una libreria piena zeppa di libri. I libri... forse erano la cosa che più mi mancavano di casa mia. Leggere mi era sempre piaciuto, l'avevo considerato una scappatoia da quell'inferno per scappare in posti lontani e fantastici. Quando leggevo entravo in un mondo di spensieratezza e stupore, dicendo a me stessa più volte che avrei preferito di grand lunga essere la principessa che viene chiusa in un castello sorvegliato da un drago o di essere la protagonista di un libro dal finale inaspettato e bellissimo. Ma c'era per me un finale? Nelle fiabe arriva il principe alla fine, a salvare la principessa. Che il principe fosse Taehyung...?
"Tutto bene?" La sua voce mi fece sobbalzare e quasi come essersi svegliata da un sogno mi voltai e finsi mezzo sorriso al ragazzo dai capelli scuri. Ora indossava un paio di pantaloncini da ginnastica neri e una maglia bianca semplice.
In imbarazzo annuii immediatamente e lui sorrise ancora massaggiandosi il collo con un espressione stanca in viso.
"Togli lo zaino, così starai più comoda." Aggiunse avviandosi verso la cucina e aprendo il frigorifero, fissando le cose che c'erano dentro con interesse.
Impacciata tolsi lo zaino dalle spalle e lo posai ai piedi della poltrona, giocando nervosa con le mani e iniziando a sudare.
"Ah, fa davvero caldo. Forse è meglio se accendo il climatizzatore." Disse quasi più a se stesso, prendendo il telecomando da uno sportello e accendendolo con mezzo sorriso.
Dopo di che riprese a guardare il frigorifero e lentamente mise la mano dentro; okay, devo ammettere che in un primo momento avevo pensato che avrebbe preso le manette e avrebbe detto "beccata, adesso andiamo in caserma", invece prese un cartone di succo di frutta e lo posò nel tavolo alle sue spalle. Prese un po' di cose dal frigo e le sistemo su un vassoio insieme a due bicchieri, poi prese tutto e tornò in salotto, posandolo sul tavolo di vetro e sorridendomi ancora.
Il suo sorriso era così bello che quasi sembrava spendere in quella stanza.
Taehyung prese posto nella poltrona davanti alla mia e allungò un braccio per prendere il succo e versarlo in entrambi i bicchieri.
"Allora, primo ho visto che guardavi con una certa insistenza la libreria. Ti piace leggere?" Domandò curioso mentre mi passava la bevande ed io tremando l'afferravo. Ah, dovevo calmarmi!
"S-sì. Leggere è bellissimo." Risposi con lo sguardo basso mentre lui annuiva, concordando a pieno.
"Ti portano in mondi bellissimi, vero? È come scappare dalla realtà." Rispose con gli occhi amari, che quel giorno suscitarono il mio interesse come non mai. Ovviamente ero basita e contenta che la pensasse come me, ma per avere quei tipi di pensieri probabilmente anche lui desiderava scappare da qualcosa...
"S-sì. È una scappatoia da questi mondo per tutti coloro a cui non piace e spera di trovare il suo lieto fine presto." Risposi semplicemente mentre lui sorrideva come se stesse riflettendo sulla frase da me pronunciata, prendendo un sorso della bevanda.
"È buono, non fissarlo così." Rise quando si accorse che io stavo fissando il bicchiere con una certa insistenza senza bere. Risi bevendone un po' mentre lui posava il suo e scivolava un po' sulla poltrona.
"Ti confesso che la tua persona mi suscita parecchio interesse. Da quando ti ho visto per la prima volta ho notato che i tuoi occhi hanno una nota amara e che sembra tu stia quasi in conflitto con qualcuno o forse semplicemente con te stessa. E poi..." disse mentre io lo ascoltavo con gli occhi aperti. Mi aveva solo vista nel contesto lavorativo... eppure aveva già capito tutto di me.
"P-poi?" Chiesi nervosa mentre lui incurvava la schiena e appoggiava i gomiti sulle ginocchia, fissandomi curioso e con la testa leggermente inclinata a destra.
"Il tuo viso... è stranamente familiare." Rispose guardandomi negli occhi.
Lo sapevo che non era una buona idea entrare in casa sua!
"Non saprei... io non ti ho mai visto, magari ti somiglio semplicemente a qualcuno." Risposi cercando di tenere sotto controllo la situazione mentre lui continuava a guardarmi.
"Può essere." Fu la sua risposta, ma non mi era per niente sembrato convinto.
"Comunque la tua casa è davvero grande." Cercai di cambiare discorso mentre lui si appoggiava contro poltrona e sorrideva ancora un po' distratto.
"Sì, vero? Troppo grande per una sola persona." Rispose amaro, giocando con un anello che portava al dito.
"Tu vivi da solo, vero?" Domandai curiosa mente lui fissava un punto indefinito della stanza con insistenza.
"Sì. Prima abitavo con la mia ex ragazza... poi ci siamo lasciati e lei è andata via." Mi spiegò distratto.
E quindi aveva avuto una relazione importante... per essere andata a vivere con lei doveva per forza essere così.
"Capisco."
"Comunque, ti va di metterci qui in veranda? La casa adesso è diventata troppo stretta per contenere sia noi che i miei pensieri." Disse amaro mentre sorrideva forzatamente.In colpa annuii semplicemente, grattandomi la testa.
"Se ho detto qualcosa che non va io..." cercai di dire, ma lui agitò la testa sorridendo.
"No, sono io che penso spesso. Non preoccuparti, ti raggiungo subito fuori." Disse alzandosi e prendendo le cose che c'erano sul tavolo, indicandomi la porta trasparente che dava su un giardino.
Ancora in colpa mi chiusi alle spalle la porta scorrevole e stupita dalla bellezza di quel posto ammirai i fiori e le piante verdi colorare tutto.
Mi sedetti in una delle panchine di legno che delimitavano i lati dello spazio e con il cuore che batteva aspettai che anche Taehyung arrivasse.
"È una bella cosa quella che hai detto prima sui libri, Haeun giusto?" Disse all'improvviso sedendosi accanto a me sulla panchina, mentre io pacata guardavo il cielo e facevo spallucce stringendomi nelle spalle.
Taehyung mi mise nella mano una liquirizia, sorridendo quando mi voltai a guardarlo e posando poco dopo gli occhi sul cielo di nuovo.
"Ti piacciono le liquirizie vero? Hai cercato di rubarle da quel supermercato." Disse addentando la sua, sorridendo quando lo guardai di sottecchi scocciata, ma poi mi resi conto di quello che aveva detto...
"Aspetta, come mi hai chiamata prima?!" Scattai come una pazza dal mio posto sbattendo più volte le palpebre.
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||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸
FanfictionCompleta✔️ Haeun ha sempre vissuto sotto l'ombra di un padre autoritario, capo di una rete criminale che impone regole ferree e una vita di restrizioni. La sua esistenza era un susseguirsi di giornate tutte uguali, scandite da doveri e aspettative c...