"But it's you, you are the one that I want. You! Everything that I want."
Be', spalancai gli occhi quando mi aveva baciata. Avevo sentito letteralmente il mio cuore accelerare di battiti e una sensazione di euforia che non avevo mai provato prima. Diamine, quel giorno erano successe così tante cose tutti insieme ed erano una più bella dell'altra! Ero riuscita a scappare, ero di nuovo libera, Taehyung mi aveva chiesto di tornare a stare da lui, mi chiese di non andarmene da Seoul e mi baciò! Cioè, dire che avrei voluto alzarmi e mettermi a correre per tutta la casa urlando era dire poco! Dopo quel bacio lui chiuse gli occhi, si appoggiò sul mio petto e si addormentò, invece io rimasi a fissarlo anche se c'era buio con stupore immenso e le guance accaldate. Insomma, se si fosse svegliato e mi avesse visto guardarlo nel buio mi avrebbe preso per una pazza stalker! Eppure non ne potevo fare a meno. Il suo viso era così angelico e calmo mentre dormiva che mi riempiva di una calda sensazione dentro, era voglia di proteggerlo, voglia che non gli accadesse mai nulla di male. Sorrisi spostandogli i capelli dagli occhi e mi addormentai tra le sue braccia, al sicuro.
Purtroppo il risveglio non fu dolce quanto il sonno. Perché diamine Taeyong aveva spalancato le tende e mi aveva quasi resa cieca? Scocciata lo guardai male, rendendomi conto che Taehyung non era più al mio fianco ma appoggiato allo stipite della porta, le braccia al petto, con gli occhi rivolti al soffitto mentre nel frattempo mormorava, probabilmente, maledizioni contro Taeyong. Dopo che praticamente mi ritrovai inondata di luce calda e fastidiosa Taeyong mi buttò sulla faccia un cuscino, rendendomi ancora più nervosa! Ma cosa diamine ci faceva a casa di Taehyung alle otto del mattino?
«Yah, confettino di Pasqua non più rosa! Non credevo fossi quel tipo di ragazza.» esordì mettendosi a sedere sulla poltrona adagiata accanto all'armadio di Taehyung che lo fissò incredulo e allo stesso tempo divertito dalla soglia dell'entrata di camera sua. Io ovviamente ero diventata paonazza dopo le parole di Taeyong! Ma che diamine andava a pensare?
«Yah, ma non te l'ha spiegato nessuno che non ci si comporta in questo modo a casa degli altri?» gli chiese fingendo finta offesa. Taeyong si voltò verso di lui e alzò un sopracciglio per poi voltarsi di nuovo verso di me e fare spallucce.
«Ah, sei qui? Non mi ero accorto della tua presenza.» rispose. Taehyung trattenne una risata e si grattò la testa allegro, poi fece un passo indietro.
«Vado a finire di preparare la colazione. Ah, certa gente che si presenta così presto nelle case degli altri e fanno come vogliono! Incredibile.» si lamentò allontanandosi ed io sorrisi per il suo cambiamento. Era bello vederlo così felice e spensierato, ma volevo a tutti i costi che tornasse a lavorare insieme agli altri perché quel lavoro lo amava davvero e sarebbe stata un'aggiunta in più per la sua allegria!
Sbadigliai stirandomi quando io e Taeyong ci ritrovammo da soli in stanza mentre lui fissava minuziosamente ogni parta di me, come se stesse cercando qualcosa, in assoluto silenzio. A disagio per la prima volta da quando lo conoscevo mi grattai la testa, spostando le lenzuola calde e poggiando i piedi sul pavimento. Si comportava in modo strano.
«Yah non guardarmi così! Mi spieghi che stai facendo?» gli domandai confusa, già sudata per il dannato caldo che faceva! Come faceva a piacermi l'estate? Non si riusciva nemmeno a dormire bene la notte, non si poteva fare niente senza ritrovarsi tutta appiccicaticcia.
«Ma quelli sono di Taehyung?» chiese sdegnosamente riferendosi ai vestiti che indossavo. Annuii con fare innocente ed uscii dalla stanza per raggiungere Taehyung di sotto perché stavo morendo di fame! Taeyong mi seguì con chiara scocciatura addosso che mi m'infastidii per un po', insomma non poteva semplicemente dirmi che voleva senza fare tutte quelle domande e rendermi così imbarazzata? Che gli importava di cosa indossavo?
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||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸
FanficCompleta✔️ Haeun ha sempre vissuto sotto l'ombra di un padre autoritario, capo di una rete criminale che impone regole ferree e una vita di restrizioni. La sua esistenza era un susseguirsi di giornate tutte uguali, scandite da doveri e aspettative c...