-Will you come back home?-
«Credo di non aver capito bene. Gli hai dato il numero di Taehyung?» mi domandò incredulo Taeyong fissandomi come se gli avessi appena detto di voler tornare a casa ed eseguire tutti gli ordini di mio padre!
Imbarazzata mi grattai il collo sentendo la pelle della mia faccia rossa al solo pensiero di vederlo arrivare in ospedale e fingere di essere un mio parente. Frustrata per la faccia sbalordita di Taeyong sbuffai mettendomi a sedere sulla sedia, sentendo il braccio già formicolarmi sotto il gesso bianco e pesante. Capivo la sua reazione, lui mica sapeva che Taehyung era stato costretto a fare quei lavori e che alla fine non aveva nemmeno ubbidito! Mi tornò in mente che Taehyung mi aveva detto che era stato proprio il mio amico a fargli tutti quei lividi in viso e all'improvviso sentii un po' d'ansia nello stomaco. Chissà cosa sarebbe successo se i due si fossero trovati insieme nella stessa stanza! Volevo che nemmeno si vedessero, ma ormai Taehyung stava sicuramente per arrivare e non potevo di certo chiedere a Taeyong di andarsene!
«Conosci qualche altro maggiorenne che può farci uscire da questa situazione?» chiesi stanca, assonnata e dolorante. Taeyong sbuffò guardandomi come se fossi pazza, con un sorriso sarcastico in viso che mi fece alzare gli occhi al cielo. Lui lo avrebbe odiato anche se gli avessi spiegato perché mio padre l'aveva ringraziato quel giorno quando mi trovò, e forse ne capivo anche il motivo.
«No, ma come puoi fidarti di lui visto che ti ha portato direttamente da tuo padre? Sei stupida?» chiese arrabbiato, iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza stipata di gente. Stanca misi le mani sulla testa e con due dita mi massaggiai le tempie doloranti.
«Yah Taeyong, io e lui ne abbiamo parlato. È stato invitato a cena da mio padre una sera, non so per quale motivo, e in quella occasione mi ha fermata per poter raccontarmi ciò che era successo.» gli spiegai ed evitai di dirgli che mi aveva fatto aspettare una settimana in realtà! Ero sicura che avrebbe reagito male e avrebbe trovato nuove scuse per prendersela con lui.
«E esattamente cosa è successo di così grande dal spingerlo a lavorare per una persona come tuo padre?» domandò irritato. Vidi Jeonghan passare lo sguardo dal mio a quello di Taeyong leggermente confuso, restando il silenzio cercando di capire forse come mai Taeyong ce l'avesse con Taehyung.
«In poche parole è successo che si è ritrovato a dover lavorare per lui per colpa dei dei debiti che aveva suo padre con il mio. Il papà di Taehyung è scappato cinque anni fa e lui non sa cosa gli è successo, mio padre è andato a cercarlo e gli ha detto che doveva saldare il debito e l'unico modo possibile, visto che non aveva i soldi, era questo. Ma ti posso dire che ha avuto mille occasioni per portarmi da lui ma non l'ha mai fatto. Neanche quando mio padre mi ha preso l'ha fatto, perché Taehyung era venuto da me per dirmi che la polizia mi stava cercando e lui l'ha seguito e mi ha trovato.» dissi tutto di fretta.
Lo sguardo di Taeyong era indecifrabile e fece una risatina sommessa non appena ebbi finito di raccontare. Non mi aspettavo che capisse comunque, tra lui e Taehyung c'era troppo astio ormai e forse la colpa era la mia.
«Che ingenua. Ci credi davvero?» domandò e feci per rispondere quando Jeonghan mi precedette.
«Yah, io non vedo l'ora di vederlo! Non è il ragazzo di cui ti sei innamorata? Il poliziotto dai capelli mori e la voce bassa?» chiese con un sorriso a trentadue denti e mentre io arrossivo imbarazzata Taeyong alzava gli occhi al cielo seccato. Avrei voluto tanto ridere di quella situazione; insomma, ero libera di nuovo, il mio migliore amico stava bene, Taehyung non era colpevole come immaginavo e Taeyong era sempre lo stesso rompiscatole! Però gli volevo bene davvero, anche se ce l'aveva con il ragazzo che mi piaceva da impazzire.
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||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸
FanfictionCompleta✔️ Haeun ha sempre vissuto sotto l'ombra di un padre autoritario, capo di una rete criminale che impone regole ferree e una vita di restrizioni. La sua esistenza era un susseguirsi di giornate tutte uguali, scandite da doveri e aspettative c...