13. Nineteen

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"Please give me a remedy."

Haeun

"Tuo padre è venuto a cercarmi." La voce di Jeonghan al telefono mi fece trasalire e quasi di fretta mi misi a sedere sul letto che i signori Lee mi avevano dato e spalancai la bocca.

"Cosa? Stai bene, vero?" Domandai di fretta passandomi una mano tra i capelli.

Dovevo aspettarmelo no? Che prima o poi sarebbe andato dal mio migliore amico avrei dovuto saperlo... stavo mettendo in pericolo tutti. Ogni persona accanto a me e che mi voleva bene... in questo caso solo il mio migliore amico... probabilmente. Mia madre non la sentivo da molto tempo e forse lei un minimo mi amava... però non potevo continuare a vivere in quella casa. Pretendevano troppo da me, e poi io con loro non c'entravo nulla. Erano diversi, erano crudeli.

"Certo, però è stato difficile. Ho mentito e in un primo momento non mi ha creduto... però poi mi sono messo a piangere e a dire che mi mancavi così lui ha annuito ed è andato via." Raccontò con la sua solita voce dolce mentre io con il batticuore annuivo appoggiandomi sul muro.

"Credi che ti abbia davvero creduto?" Domandai con il cuore che mi batteva a mille, sicura della risposta. Mio padre credere a qualcuno? Non era mai accaduto. Quante volte era capitato, che la gente giurasse di non essere colpevole e lui aveva comunque deciso di ammazzarli tutti?

"Se devo essere sincero non ne sono molto sicuro. Ho paura che tornerà, Haeun." Rispose lui sospirando.

Non potevo permettere che anche lui fosse in pericolo...

"Vado a lavorare Jeonghan. Ci sentiamo dopo va bene?" La mia voce tremava, io stavo tremando.

"Sì." Fu la sua risposta, poi attaccai la chiamata e mi passai disperata la mano tra i capelli quando la porta si spalancò d'un tratto e quasi urlai.

Mi voltai sconvolta e mi ritrovai davanti Taeyong, il figlio dei Lee, che da quando abitavo in quella casa non aveva fatto altro che guardarmi male e scoccarmi occhiate fredde e furenti.

"Devi ancora restare per molto?" Mi chiese con la sua voce bassa e tagliente, facendomi innervosire.

Stavo lì da ancora due giorni e lui e i suoi genitori avevano litigato per tutto il tempo. Non so esattamente perché fosse così riluttante nei miei confronti, ma mi odiava e si vedeva a chilometri di distanza.

"Forse." Risposi senza guardarlo, dandogli le spalle e sistemando il letto.

Erano le nove di mattina e in poche ore sarei andata a lavoro e avrei visto quel ragazzo che mi aveva pagato tutto in quel negozio, Taehyung...
Ero davvero una masochista a non veder l'ora di vedere un poliziotto. Mi ero innamorata di un mio nemico... una volta che si sarebbe reso conto che la ragazza che aveva tentato di rubare in quel negozio ero io mi avrebbe portato in caserma, avrebbe chiamato i miei e in un secondo mi sarei di nuovo ritrovata in quella trappola.

"Non so se te ne sei resa conto ma qui non sei la benvenuta." Rispose lui incrociando la braccia e appoggiandosi al muro mentre io lo guardavo con lo stesso suo sguardo di ghiaccio.

"Sì, mi sono resa conto che a te non vado molto a genio." Risposi mettendomi i capelli dietro l'orecchio e fissando torva il ragazzo dallo sguardo magnetico.

In risposta fece mezzo sorriso che, devo dire, era davvero bello, con quel suo sarcasmo e quella freddezza che ti colpiscono all'improvviso in pieno, come la pioggia in estate.

"Allora perché continui a stare qui, se sai di non essere la benvenuta?" Domandò mostrando la mascella marcata e fissando a vuoto la parete.

Per alcuni secondi non dissi nulla, guardandolo ignorarmi.

"Perché non piaccio solo a te. Potrei chiederti come mai?" Domandai piegando la testa di lato mentre lui si voltava e mi guardava serio, gli occhi stretti in due fessure.

"La tua faccia non mi piace." Rispose fugace, agitando la testa e fissandomi duro.

"Sono così brutta?" Domandai con mezzo sorriso e per la prima volta vidi l'imbarazzo colorare il viso di Lee Taeyong. La sua faccia bianca divenne rosa pallido e i suoi occhi spalancati misero in mostra un bel colore nocciola.

"Non intendevo questo." Rispose più duro, non lasciando trasparire l'imbarazzo nella voce. Aveva un modo di tenere in mano la situazione alquanto notevole. Era un ragazzo davvero interessante...

"Allora?" Chiesi curiosa, cercando di conquistare la sua fiducia ma sicuramente fallendo.

"La tua faccia... è come se la conoscessi, ma non m'ispiri nessuna fiducia. Come hai detto che ti chiami?" Domandò e una luce si accese all'improvviso nella mia testa. Conosceva mio padre?

"D-Dae." Risposi tremando, distogliendo lo sguardo da suo. Taeyong fece un passo in avanti, ed io iniziai ad avere paura.

"Il cognome." Aggiunse freddo.
"Park." Mentii, ma a quanto sarebbe servito mentire?

Taeyong rimase in silenzio, poi fece un passo indietro e aprì la porta.

"Comunque questa era la stanza della mia sorellina. Odio vederti dormire sul suo letto, odio che tu entri qui dentro... e odio i miei genitori per averti fatto entrare." Disse prima di sbattere la porta e farmi cadere in un pianto isterico. Odiavo la mia vita.

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Taehyung

"M-morto?" Chiese Jimin con la faccia improvvisamente bianca e lo sguardo spalancato.

Namjoon annuì sospirando e mettendo le mani dentro le tasche dei pantaloni da divisa blu.

"Un altro?" Domandai io sconvolto mentre gli altri ascoltavano in silenzio.

"L'hanno trovato stamattina alcuni civili, in mezzo la loro campagna. Ma c'è un fatto ancora più agghiacciante... sulla maglia abbiamo trovato un foglietto che recita alcune parole, che confermano tutte le nostre ipotesi." Aggiunse il biondo lasciandosi cadere nella sedia della sua scrivania.

"Cioè?" Chiese Jungkook agghiacciato mentre tutti fissavano impauriti il pavimento. Yoongi, lui era freddo e aveva il coraggio di guardare tutti in faccia mentre pronunciava quelle parole.

"'Non mi fermo fino a che non ti trovo.' Questa persona sta cercando qualcuno, e continuerà ad uccidere fino a quando non la troverà. Ma la cosa che più ci ha resi schifati è l'età del ragazzo che è stato trovato morto stamattina in quella campagna." Disse il menta grattandosi la fronte mentre curiosi lo guardavamo.

"Diciannove. Abbiamo il sospetto che sia un conoscente della persona che stanno cercando." Spiegò.

Jimin agitò la testa trattenendo le lacrime mentre io fissavo il pavimento agghiacciato. Letteralmente.

"Andiamo ad indagare sul posto. Dobbiamo trovarlo prima che uccida altre persone." Ordinò Namjoon alzandosi dalla sedia e uscendo dall'ufficio. In silenzio lo seguimmo, la mia testa che scoppiava a causa di tutti quei pensieri.

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Raga, sono tornataa
Da ora in poi aggiornerò di nuovo come prima! Scusate l'assenza, ma finalmente ho finito con gli esami e posso dedicarmi alla scrittura.
Spero il capitolo vi sia piaciuto!

-Cher_Kim💫

||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora