"Portami con te, dove tutto si trasforma, dove il mondo non mi tocca. E portami con te, dove è leggero il mio bagaglio, dove mi ami anche se sbaglio."
"Come mi hai chiamata?!" Mi aveva scoperta. Come diamine aveva fatto a riconoscermi?
"Haeun. Non è forse il tuo nome?" Chiese lui serio, spostandosi da davanti gli occhi i capelli scuri e fissandomi curioso. Abbassai lo sguardo disperata e lui sospirò di fronte a me senza muoversi di un solo passo.
"Come hai fatto a-a capirlo?" Domandai con il cuore che mi batteva a mille e l'ansia che aumentava. Ero finita davvero quella volta.
"Me lo stai davvero chiedendo?" Rise accavallando una gamba e grattandosi la testa distratto.
Annuii semplicemente, perché non riuscivo più nemmeno a pensare, e lui mi guardò ancora con l'espressione seria.
"Il tuo zaino. L'ho riconosciuto, e c'è scritto il tuo nome." Mi spiegò in attesa di una mia risposta mentre io annuivo a me stessa semplicemente. Avrei dovuto saperlo che entrare in casa sua sarebbe stato pericoloso... tutta colpa del mio cuore.
"E a-adesso che vuoi fare? Denunciarmi?" Domandai impaurita che la sua risposta fosse sì. Lui si sistemò sulla panchina e incrociò le braccia mentre fissava il giardino di casa sua. Furono i secondi più lunghi della mia vita, seriamente.
"Denunciarti per 10.598,40* won?" Rise alzando gli occhi al cielo mentre io lo guardavo senza sapere che dire in quel momento. Ma proprio lui doveva abitarci dove ero andata a cercare rifugio?
"No, non lo farò. Piuttosto mi piacerebbe sapere una cosa... perché stai scappando?" Mi domandò.
Quando finì di pronunciare quelle parole una strana morsa mi strinse il cuore, facendomi male. Come facevo a spiegarlo? E che avrebbe fatto lui, dato che era un poliziotto e doveva garantire la sicurezza e la giustizia dei civili? Io avevo troppa paura del grande potere di mio padre, che avrei dovuto spiegare?
"Non credo mi vada molto di parlarne." Risposi mettendo una ciocca di capelli dietro le orecchie e trattenendo le lacrime.
Taehyung mi guardò senza dire nulla, la testa leggermente inclinata e gli occhi posati su ogni mio movimento.
"Sai, anch'io ho tante cose di cui non vorrei mai parlare... eppure proprio il fatto di tenerle dentro mi sta facendo perdere me stesso e anche le altre persone. Probabilmente se parlassimo di più tutti i macigni che ci portiamo dentro diventerebbero leggeri come piume, e non li sentiremmo più. Non voglio che tu me ne parli ora... capisco che magari la situazione è più grande di te, ma di farlo quando ne sentirai il bisogno." Disse sorridendo, mettendo una mano sulla mia spalla e stirandosi mentre io riflettevo sulle sue parole. Chissà quali macigni si portava dentro lui.
"Questa casa è troppo grande per una sola persona. Se non hai dove tornare questa notte sta qui, così come i giorni a seguire fino a che non avrai un posto da chiamare casa. Apprezza la mia gentilezza, mi farebbe sentire più tranquillo sapere che hai un tetto sotto la testa." Disse prima di entrare dentro, lasciandomi perplessa e con il batticuore sulla panchina.
Mi aveva invitata a stare a casa sua?!Immediatamente afferrai il telefono per informare Jeonghan, ma anche quella volta non mi rispose. Tutto ciò iniziò a farmi preoccupare, così con l'ansia causata dal mio migliore amico entrai dentro casa e non feci che pensare a ciò che stava succedendo. Perché mi rispondeva da quella mattina?
"La stanza degli ospiti è in fondo a destra. Ti ho messa qualche vestito sul letto che penso ti vadano bene. Prenoto le pizze mentre ti fai la doccia." Sorrise buttandosi sul divano con il telefono in mano mentre io lo guardavo grata.
"G-grazie per tutto." Dissi facendo un passo indietro mentre lui si portava l'apparecchio nell'orecchio e faceva spallucce.
"È mio dovere proteggere i civili." Rispose facendomi sorridere. Corsi quindi a prendere i vestiti che Taehyung mi aveva lasciato sul letto, continuando a pensare a quanto probabilmente fosse lui il principe che mi avrebbe dato un lieto fine.
E non potevo davvero desiderare di meglio!Quando finii di lavarmi e indossai la maglia e i pantaloncini che Taehyung mi aveva prestato sentii una strana sensazione allo stomaco che riconobbi subito; le farfalle. Non vedevo l'ora di scendere in cucina e guardarlo ancora una volta!
Così corsi di sotto ed entrai nella stanza, dove lui stava ancora sdraiato sul divano.
"Sì, certamente. A risentirci." Disse lui, poi posò il telefono e sospirò come stanco.
"Ah, Haeun. Tutto bene? Tra qualche minuto arriveranno le pizze, nel frattempo potremmo parlare ancora, ti va?" Domandò sorridendo. Rossa in viso feci un passo in avanti, avanzando piano verso di lui.
Non appena mi sedetti accanto a lui sul divano Taehyung sospirò massaggiandosi gli occhi stanco.
"Tutto bene?" Gli chiesi preoccupata mentre lui annuiva debole.
"Sì. Il fatto è che ultimamente stanno succedendo delle cose gravi, ma io e la mia squadra non riusciamo a capire chi sia il mandante di tutto ciò e la cosa ci preoccupa parecchio." Mi spiegò.
Mi sentii un po' in colpa quando pronunciò quelle parole, perché sapevo cosa intendeva e a chi si riferiva... ma io ero troppo vigliacca per ammetterlo a me stessa, tanto meno agli altri.
Allo stesso tempo però non sapevo cosa stesse succedendo... ed io volevo sapere."È così grave?" Domandai quindi guardandolo mentre lui annuiva.
"Hanno trovato i documenti del ragazzo che è stato trovato morto in campagna." Disse facendomi spalancare gli occhi. Cosa?!
"R-ragazzo? Chi?" Chiesi sconvolta mentre lui mi guardava disperato.
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||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸
FanfictionCompleta✔️ Haeun ha sempre vissuto sotto l'ombra di un padre autoritario, capo di una rete criminale che impone regole ferree e una vita di restrizioni. La sua esistenza era un susseguirsi di giornate tutte uguali, scandite da doveri e aspettative c...