17. Discorsi

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"Vorrei portarti al mare ma non ho più belle parole."

Ci fu un minuto di silenzio che sembrò durare secoli. Taehyung inghiottì la sua saliva mentre pallido si metteva seduto sul divano intanto che io iniziavo a farmi mille ipotesi in testa.

Avevano trovato un ragazzo morto... e se per caso fosse stato...

"Chi?" Domandai disperata mentre lui mi guardava curioso e pallido dalla sua postazione. Come preso alla sprovvista tossì lievemente, sistemandosi i capelli.

"A Seoul ultimante stanno succedendo cose strane. È come... è come se qualcuno stesse cercando una persona e per farlo sta come cercando di intimidirla facendo questo... come se questa persona si presenterà se continua ad uccidere." Mi spiegò grattandosi la testa mentre io evitavo il suo sguardo. Dannazione, la colpa era mia...

"Chi... chi è stato ucciso?" Domandai catturando la sua attenzione, cercando di non guardarlo. Stavo tremando.

"Non posso rivelare nessuna informazione. Adesso siediti a tavola,  la pizza starà per arrivare." Disse alzandosi dal divano e spostando una sedia dal tavolo.

Immediatamente presi il cellulare dallo zaino e chiamai di nuovo Jeonghan. Lo squillare senza nessuna risposta del mio telefono fece aumentare la mia ansia intanto che il poliziotto che mi aveva gentilmente offerto la sua casa mi guardava confuso. Se continuavo il quel modo mi sarei fatta scoprire.

"Qual è il problema?" Domandò guardandomi di sbieco, facendomi agitare la testa con mezzo sorriso falso mentre l'ansia aumentava.

"Nessuno. Arrivo." Mentii sedendomi alla sua destra.

Taehyung mi versò della coca cola nel bicchiere mentre io fissavo la tovaglia della tavola senza neanche vederla.

"Mi sbaglio o sapere che è stata uccisa una persona ti ha sconvolto parecchio? Mi sbaglierò, ma è come se avessi paura che sia una persona a te cara." Disse mettendomi davanti agli occhi il bicchiere pieno. Cercai di trattenere la crisi nervosa che stava minacciando di mandare all'aria tutto ed alzai lo sguardo sul suo facendo spallucce.

"È brutto sapere che una persona sia stata uccisa, no? Adesso avrei davvero paura ad uscire da sola sapendo che potrei fare la stessa fine." Mentii, ma sotto il tavolo, lontano dai suoi occhi, stavo torturando le mie mani.

Taehyung alzò un sopracciglio come se si stesse chiedendo se credermi o no, poi abbassò lo sguardo e alzò le spalle.

"Be', qui puoi stare fino a quando vuoi. Abito da solo e non mi daresti nessun fastidio... sempre se ovviamente vuoi. E comunque non aver paura del mondo là fuori, non aver paura di uscire. Non saresti vivendo sennò." Disse alzando lo sguardo e facendo mezzo sorriso, mentre i suoi occhi esprimevano tutta l'amarezza di questo mondo.

"Come faccio a non aver paura?" Domandai d'istinto.

Taehyung sospirò grattandosi un braccio mentre guardava il soffitto distratto.

"Be', la paura complica solo la vita. Insomma, ti rifiuteresti di vivere sapendo che tanto un giorno morirai?
No, devi vivere lo stesso ed essere consapevole che un giorno non esisterai più. Fare il mio lavoro è duro, e ammetto che tante volte avrei voluto smettere di farlo. Però c'è una cosa in cui credo, ed è la giustizia. Durante la mia formazione ho assistito a casi bizzarri e altri più drammatici, ma non posso rifiutarmi di vivere per questo. Tante volte vediamo le cose come se fossero tutte nere, pensiamo che non ci sia una soluzione e ci chiudiamo nel nostro mondo lontani da tutti, rifiutandoci di vivere; quello che dovremmo iniziare a capire è che invece, se vuoi, una soluzione la trovi sempre. Un compromesso per sentirti meglio lo trovi, per questo ti sto dicendo di non aver mai paura di come andranno le cose; ti ripeto, ti rifiuteresti di vivere solo perché un giorno dovrai morire?"

All'improvviso i suoi occhi diventarono lucidi ma il suo sorriso era brillante. Mi fissò dritto negli occhi per alcuni minuti prima di abbassarli e fare spallucce.

"Potresti rispondere che sì, ti rifiuteresti di vivere. Però lascia che ti dica una cosa; questo è scegliere facile. Arriva un momento della vita in cui ti svegli e devi capire che è arrivato il momento di reagire, anche se può sembrare la cosa più difficile da fare. La vita a volte è crudele, ma allo stesso tempo ti mette davanti delle scelte: se scegli la via più semplice allora tutta diventa facile. Ho paura di vivere perché tanto morirò, quindi mi chiudo nel mio mondo lontano da tutti e aspetto che quel giorno arrivi il più lontano possibile. Se scelgo la via più difficile complico le cose, è vero, ma sai quante cose scoprirai se apri la porta del tuo mondo? Okay, ho paura di vivere ma se un attimo apro gli occhi so che nel mondo un posto per me esiste. Ci sarà sempre una soluzione per chi vuole trovarla, basta volerla, è solo questione di priorità. Quindi ora, prendi in mano la tua vita e lascia che accada quel che accada. Se le cose devono andare bene andranno bene, se devono andare male ci sarà sempre modo di iniziare di nuovo. Quindi non aver paura del mondo qui fuori."

Le sue parole innescarono in me un senso di amara comprensione e una lacrima mi rigò il viso senza nemmeno essermene accorta.

"Non so da cosa tu stia scappando, non so qual è la tua paura, ma affrontala. Non scegliere la strada facile, ovvero scappare, scegli quella difficile e troverai cose meravigliose lungo il cammino. Ora ho davvero fame, che fine hanno fatto le pizze?" Sospirò facendomi sorridere intanto che si alzava dalla sedia e nel frattempo in campanello suonava.

Taehyung mostrò un sorriso quadrato adorabile mentre si avvicinava alla porta velocemente e l'apriva.

"Arrivano proprio quando le nomino... Dae?"

||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora