30. Preoccupazioni

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Taehyung's pov

«Cosa metto in questo?» mi chiese la commessa di Starbucks guardandomi dalla testa ai piedi. Mi sentii quasi a disagio sotto il suo sguardo di desiderio e senza darle troppa attenzione tirai fuori dalla tasca dei jeans il mio telefono e posai gli occhi sullo schermo. «Glassa al cioccolato.» risposi freddo. 

Andavo quasi tutti i giorni in quella caffetteria, e tutti i giorni dovevo sopportare gli sguardi di quella cameriera. Non è che mi desse fastidio, pensavo solo che se Dae fosse venuta a saperlo si sarebbe arrabbiata di più. Ora non sapevo perché mi dava fastidio, alla fine ci eravamo lasciati e lei non avrebbe più avuto il diritto di arrabbiarsi, forse lo facevo per abitudine.

La cameriera mi guardò prendendo in mano il pennarello, guardandomi mentre si mordeva il labbro inferiore.  «Qui che scrivo?» mi chiese sporgendosi più in avanti, come se sperasse che la guardassi con più interesse se mi mostrava quante più parti scoperte del suo corpo. Annoiato bloccai il telefono e mi misi gli occhiali da sole sul naso. Per sfortuna neanche il telefono mi prendeva! «Jimin.» risposi infastidito. Lei scrisse il nome sul bicchiere e lo sistemo poi dentro l'involucro di cartone insieme agli altri sei. «Va bene così?» chiese sistemando tutto dentro un sacchetto mentre io prendevo il portafoglio in mano e annuivo distratto dal reparto dolciume dove erano esposte anche delle liquirizie. «Mi dia anche delle liquirizie.» posai il telefono dentro la tasca dei pantaloni di nuovo mentre lei mi dava le spalle per prendere ciò che le avevo chiesto. Le mise dentro il sacchetto mentre stringendosi la coda alta che aveva sulla testa si avvicinava alla cassa. «Vengono 46.172,70 won*» aggiunse staccando lo scontrino dalla macchina. Presi i soldi e li posai sul bancone, guardandola mentre con un sorriso mi passava il resto. «Comunque, è possibile che in tre anni che vieni qui so solo il tuo nome, e che per di più lo so solo perché lo scrivo sui bicchieri dei frappè che ordini?» sorrise passandomi anche il sacchetto. Feci spallucce, reggendo con una mano l'involucro di carta e mettendo l'altra dentro la tasca dei pantaloni.  «Non credo che sapere il mio nome sia la cosa più importante.» risposi semplicemente, guardando l'orologio che avevo al polso. Ero in ritardo di cinquanta minuti a lavoro! «Sei fidanzato?» mi chiese sperando che la risposta fosse un no. Ed era così... ma io non volevo scocciature. «Sì, sono fidanzato.» mentii sorridendo. Il suo volto cambiò espressione e corrucciando le sopracciglia annuì delusa. «Oh, be' suppongo sia normale che sei fidanzato.» alzò le spalle guardandomi delusa. «Dici?» le sorrisi facendo un passo indietro mentre lei cercava di fare lo stesso annuendo semplicemente. «Come si chiama la fortunata?» afferrò un panno ed iniziò a lavare con rabbia il bancone senza nemmeno guardarmi. Grato che non potesse vedermi, dato che non aveva più alzato lo sguardo sul mio, mi avvicinai alla porta aprendola. «Haeun. Adesso scusami, ma devo andare a lavoro.» me la chiusi alle spalle e sospirai rumorosamente. Aprii la macchina e posai il sacchetto nel sedile anteriore, poi feci il giro e mi si sistemai nel sedile del conduttore e partendo velocemente dato che ero in super ritardo! 

Sfrecciai per le strade maledicendomi, fermandomi poco dopo davanti la caserma. Velocemente presi il sacchetto e corsi dentro, trovando tutti dentro l'ufficio di Namjoon, tutti tranne Yoongi, che si precipitarono su di me non appena varcai la soglia della porta. «Hyung! Stai bene?» mi chiese Jungkook preoccupato. Confuso alzai un sopracciglio, grattandomi la testa. «Perché non dovrei?» domandai a mia volta, sentendo gli sguardi di tutti addosso. «Non lo so, sei in ritardo di quasi un'ora e non rispondevi al telefono, così ci siamo preoccupati.» aggiunse il corvino. Sorridendo sistemai il sacchetto sulla scrivani di Namjoon, scuotendo la testa. «Non mi prendeva il telefono. Sono solo passato a prendere qualcosa di fresco da bere per tutti, solo che c'era fila.» dissi indicando l'involucro di carta che tutti si voltarono a guardare. «Non ricordavo a chi piacesse alla vaniglia oltre a me, a te piace vero Jimin?» domandai inclinando la testa. Namjoon si grattò la testa meno preoccupato e Jimin annuì con un sorriso a trentadue denti. «Ci siamo preoccupati per niente, un bel frappè fresco ci sta benissimo con questo caldo.» Jungkook e Jimin si avvicinarono ai sacchetti e cercarono il loro mentre io mi sedevo sulla sedia accalorato. «Chiamo Yoongi per dirgli che è tutto apposto.» disse Hoseok afferrando il telefono e uscendo fuori dall'ufficio.  «Lui dov'è?» chiesi curioso mentre ringraziavo il corvino per avermi passato il mio bicchiere. Jungkook prese un sorso della sua bevanda e sorrise mentre si sedeva accanto a me e mi guardava facendo spallucce. «Eravamo preoccupati e lui è venuto a cercarti a casa.» disse. Mi strozzai con la bevanda, balzando in piedi mentre le mie gambe tremavano. 

||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora