31. Annoiato

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"Parlo piano, manco mi sentiresti."

Haeun

Lo riconobbi subito non appena lo guardai attraverso le telecamere di casa Kim. I suoi capelli platinati splendevano sotto la luce del sole e i suoi occhi fissi sulla telecamera, che sembravano quasi mi fissasse, erano annoiati come al solito. Sentendo il cuore battere mi chiesi cosa dovessi fare, intanto che lui suonava un'altra volta e scocciato aspettava che qualcuno, ovvero Taehyung, rispondesse. Sapevo benissimo che non dovevo rispondere; nessuno doveva sapere dove abitassi e Taehyung era stato chiaro a riguardo. Nessuno doveva sapere che Kim mi stava ospitando, soprattutto nessuno doveva sapere chi fossi. L'unica persona di cui mi fidavo era Taehyung, e sebbene loro fossero dei poliziotti non potevo fidarmi anche di loro. Mi avrebbero riportata da lui.

Sentendo il cuore battere ancora lo fissai mentre alzava la mano per suonare nuovamente, quando il suo cellulare squillò e lui fece un passo indietro. Non capii bene cosa stesse succedendo, ma non appena mise via il telefono fissò distratto la telecamera per poi fare retro front e andare via.

Sospirai asciugandomi teatralmente il sudore dalla fronte. Chissà perché era venuto fino a casa sua, alla fine lavoravano insieme e Taehyung quella mattina era uscito molto presto.

Facendo spallucce mi grattai la testa e mi diressi verso il frigorifero, prendendo dell'acqua che versai in un bicchiere. Mentre bevevo pensai che avrei dovuto chiedere il numero a Taehyung, così che potessi chiamarlo in caso di emergenza, stirandomi poco dopo e salendo in camera mia di nuovo. Misi un paio di pantaloncini e una maglia, poi per allontanare i brutti pensieri che mi ormai da giorni mi annebbiavano la mente decisi di mettermi un po' in veranda, a prendere aria.

Sarei rimasta a casa da sola fino all'ora di pranzo. Taehyung sarebbe tornato per pranzare insieme a me e poi sarebbe tornato a lavoro. Avrei voluto in realtà passare molto più tempo in sua compagnia, ma mi sarei accontentata del suo giorno libero, quando sarebbe rimasto in casa  insieme a me per tutto il giorno.

Sorrisi spontaneamente quando il suo sorriso quadrato e gentile mi spuntò in mente, arrossendo automaticamente. Chi l'avrebbe mai detto che sarei arrivata a fidarmi di una persona che nemmeno conoscevo. Eppure lui mi trasmetteva sentimenti davvero positivi.

Mentre pensavo a tutto questo sentii di nuovo il campanello suonare. Sbuffando scocciata mi alzai dalla panchina per dirigermi di nuovo in soggiorno, morendo letteralmente dal caldo! Chi era adesso?

Non appena guardai di nuovo il piccolo apparecchio che mi permetteva di guardare chi ci fosse dietro il portone di casa Kim spalancai gli occhi. Era la ragazza che ci aveva sorpresi a casa sua, quella che se non avevo capito male era la sua ex ragazza.

Un senso di gelosia mi invase e senza nemmeno pensare le risposi. «Casa Kim.» dissi e la vidi fissare con gli occhi spalancati la telecamera.

Taehyung

Yoongi entrò in ufficio con lo stesso sguardo annoiato di sempre. Sbadigliò mentre posava le chiavi dell'auto sulla scrivania di NamJoon, intanto quest'ultimo era impegnato a leggere della carte e non si accorse del suo rientro.

Lo guardai in attesa che dicesse qualcosa mentre prendeva il bicchiere di Starbucks con su scritto "Yoongi" e sorrideva. Sperai davvero che Haeun non avesse risposto e l'ansia iniziava a squarciarmi dentro. Cosa avrei inventato in caso contrario? Cosa avrei detto?

«Sei arrivato in ritardo oggi, Taehyung. Ti hanno detto che il caso dei Lee è stato risolto? Alla fine abbiamo trovato i due coniugi confusi in una strada buia dove hanno perso entrambi i sensi ma non ricordano molto. Abbiamo deciso di lasciarli in una casa riposo al momento. Ma adesso parliamo di te, la sveglia non ti ha svegliato?» disse dopo un'eternità, gustando il suo frappè alla fragola. Cercando di apparire calmo feci spallucce, sistemandomi la cintura sui pantaloni. «Da Starbucks c'era fila.» risposi semplicemente, sistemandomi i capelli mentre Jungkook entrava nell'ufficio. «Noi siamo pronti.» disse prima di uscire di nuovo, facendo alzare lo sguardo a Namjoon che sospirando posò tutte le carte dentro una cartella gialla. «Devi essere uscito tardi di casa oggi.» disse guardando il bicchiere che aveva in mano, senza degnarmi di uno sguardo.

Yoongi era intelligente, dovevo ricordarmene. «Sì, ho perso un po' di tempo.» dissi sorridendo, poi uscii da quella stanza e raggiunsi gli altri. Mi dava così fastidio il fatto che sospettasse qualcosa, soprattutto sapendo che effettivamente qualcosa sotto c'era.

Ci sistemammo in macchina e partimmo poi velocemente. Io stavo insieme a Jungkook e Jimin, gli unici due che ancora non mi avevano urtato i nervi da quando tutta quella situazione era iniziata. Sospirai poco dopo, quel giorno avremmo saputo se il ragazzo di diciannove anni corrispondeva ai dati nella carte d'identità. E io avrei saputo anche se si trattava del migliore amico di Haeun.

||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora