46. Grigio

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-I want some good day, good day, good day.-

Haeun's pov

«Hai preso tutto, vero?» mi chiese Taeyong mentre si metteva lo zaino in spalla. Ancora non riuscivo a credere a quello che stavamo facendo. Stavamo scappando da Seoul, dalla nostra amata città, e Taeyong lo stava facendo lasciando solo un misero messaggio alla direttrice della casa di riposo dove stavano i suoi per dirgli che se ne stava andando. Ma davvero stava abbandonando tutto per me? Da una parte mi rendeva felice, perché significava che ci teneva e che mi voleva davvero bene, ma dall'altra mi sentivo dannatamente in colpa. Per causa mia era cambiata la vita di molte persone e questo mi faceva male. Ma alla fine era una sua scelta e se lui era felice così allora io avrei accettato mi seguisse.

Chiusi la cerniera del mio zaino sospirando, portandomelo in spalla con lo sguardo un po' perso. Non avrei potuto salutare né Taehyung e né Jeonghan e il fatto che non li avrei più rivisti mi stava facendo sentire male. Mi sarebbero mancati da morire...

«Sì, ho preso tutto. Seoul mi mancherà.» dissi guardandomi attorno quella casa dove avevo passato la maggior parte delle ultime settimane. Il cuore poteva scoppiarmi da un momento all'altro per ciò che sentivo. Non volevo andare via ma allo stesso tempo non avevo altra scelta.

«Se vuoi restare resteremo. Troveremo una soluzione.» Taeyong mise una mano sulla mia spalla e mi sentii un po' più rincuorata. Almeno ci sarebbe stato lui con me in quella nuova avventura.

«Non c'è una soluzione Taeyong, io non posso vivere qui perché dovrei sempre nascondermi e non voglio. Conserverò Seoul e i suoi ricordi nel mio cuore per sempre.» dissi e mi trattenni dal piangere perché il senso di vuoto che sentivo dentro mi stava uccidendo.

«Ma sei davvero sicura di voler andartene senza aver salutato Taehyung?» non appena sentii il suono di quel nome che mi procurava tante emozioni dentro, belle e brutte, trattenni il respiro come se da un momento all'altro potesse sparire l'aria.

Non ci volevo pensare, volevo cancellarlo dalla mia memoria fino a quando non me ne sarei andata perché se continuavo a tentennare sarei rimasta lì per sempre.

«No, fa parte del passato. E poi non saprei proprio dove andare a cercarlo.» risposi senza guardarlo, sistemandomi i vestiti e mettendomi addosso la mascherina nera. Taeyong mi guardò fisso e poi un sospiro gli uscì dalla bocca. Sapeva che stavo morendo dentro.

«Haeun, non lo rivedrai per un bel po' di tempo, forse mai più... non dire che non sai dove andare a cercarlo, conosci tutti i posti che frequenta. Sai dove abita, dove lavora e anche dove va a mangiare a pranzo e guarda caso è già mezzogiorno.» aggiunse.

Scrutai il pavimento come se fosse la cosa più interessante del mondo cercando di azzittire i miei sentimenti. Il mio cuore mi stava gridando di dare ascolto a Taeyong e correre da lui mentre la testa mi diceva il contrario. E io volevo ascoltare lei, perché per aver seguito il cuore avevo sofferto un sacco di volte, anche per colpa di Taehyung, anzi soprattutto.

«Non ho voglia di vederlo dopo quello che è successo tra di noi. Non andrò a cercarlo.» fu la mia ultima parola mentre scuotevo la testa e speravo che smettesse di farmi male tutto. Dovevo convincermi che si era trattata solo di una cotta e che sarebbe passata presto. Anche se mi ripetevo questo da maggio, da quando lo avevo incontrato per la prima volta. Mi veniva nostalgia al solo pensiero...

Taeyong rimase in silenzio a guardarmi mentre recuperavo le ultime cose. Stavo cercando di distrarmi perché se mi fossi fermata a pensare avrei pianto e se avessi iniziato a versare lacrime non mi sarei più ripresa. Lo amavo da impazzire, il solo pensiero di non vederlo mai più mi stava prosciugando tutte le forze. Ma perché le cose erano diventate così tra di noi? Perché avevamo litigato? Perché ero andata via da casa sua? Sebbene avessi trovato un ottimo amico in Taeyong non riuscivo a smettere di pormi quella domanda ogni giorno. Se solo le cose fossero state differenti, se solo il mio cuore avesse accettato i suoi sentimenti o se solo fosse stato il suo di cuore a palpitare per me...

Senza volevo mi lasciai scappare un singhiozzo dalle labbra catturando immediatamente l'attenzione di Taeyong che si precipitò su di me. Avvolse un braccio attorno le mie spalle e mi strinse sussurrando parole dolci al mio orecchio. Mi faceva male che fosse lui a consolarmi perché ogni volta che incontravo il suo sguardo vedevo nei suoi occhi rassegnazione. E avrei tanto voluto che non me ne parlasse perché non volevo che stesse male per me.

«Haeun, resta... se il tuo cuore fa così male al solo pensiero, non andare via.» disse.

Agitai la testa ancora una volta. Perché non capiva che non potevo restare? Se mio padre mi avesse presa mi avrebbe di nuovo impedito la libertà che avevo tanto sognato e di cui avevo letto nei libri che amavo, non potevo vedermela strappata via ancora una volta... e perché non capiva che se continuava a chiedermi di restare io l'avrei fatto?

«Non posso.» ribadii asciugandomi gli occhi e liberandomi dalla sua presa. Era tutto inutile, Seoul non era il mio posto.

«Ma non vedi come sei ridotta solo al pensiero di andare via? Non troverai la felicità a Busan, sarai solo libera ma che senso avrebbe se ciò che ami è qui?» ora la voce di Taeyong era infastidita.

Chiusi gli occhi lasciando andare i miei pensieri... volevo che mi liberassero la testa, volevo che la smettessero di farmi vedere tutto grigio!

«Passerà.» risposi.

Avevo ancora gli occhi serrati e bagnati dalle lacrime, la testa piena del sorriso quadrato di Kim Taehyung. Che stava facendo in quel momento? Come si sentiva dopo il nostro ultimo incontro? Era triste? Era ancora arrabbiato? Pensava realmente quelle cose che aveva detto al negozio? Avrei tanto voluto dirgli di quanto mi aveva reso felice anche solo se mi chiedeva di guardare un film insieme, che non ero arrabbiata con lui per i sentimenti non ricambiati, che mi ero fidata ciecamente solo di lui nella vita e che gli ero grata di ogni cosa. Per i momenti belli e per quelli brutti e inesorabilmente mi tornò in memoria il bacio che gli diedi quando ci eravamo ubriacati e questo mi fece sorridere malgrado tutto. Lo avrei per sempre portato dentro il mio cuore perché era stato importante come non lo era stato nessuno. Che gli appartenevo anche se lui non mi voleva, che era stato un modello da seguire. Che lo avrei amato per sempre.

Aprii gli occhi ritrovandomi le pareti sfoglie di casa Lee e il vuoto aumentò, ma dovevo metterlo a tacere, dovevo andare avanti.

«Sono pronta per andare via. Su, prima che perdiamo la metro.» dissi e uscii fuori dalla casa.

Taeyong mi seguii con gli occhi puntati su ogni mio movimento, come se avesse paura che crollassi da un momento all'altro, quando mi spuntò davanti il ragazzo che avrei più desiderato vedere. Stavo sognando? Lo avevo immaginato così tante volte che la mia testa si stava prendendo gioco di me? Eppure lo vidi avvicinarsi con il fiatone, tutto sudato come se avesse corso per interi chilometri, facendomi corrucciare le sopracciglia confusa quando gridò il mio nome accelerando sempre di più il passo. Non mi ero accorta che una macchina nera si era fermata al mio fianco, solo quando udii quella voce sbarrai gli occhi sentendomi svenire.

«Ottimo lavoro Taehyung.» sorrise prima che mi afferrasse il braccio con forza.

||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora