10. Straniero

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"E per chi aspetta una vita diversa, per me che avevo una stella e l'ho persa."

Haeun

Fissai i sei poliziotti lasciare il ristorante alla velocità della luce senza nemmeno aver pranzato, sotto lo sguardo perplesso mio e del signor Lee, il proprietario del ristorante.

Fissai la porta chiudersi e distratta continuai a pulire il tavolo con il panno, la testa con mille pensieri. Chissà cosa era successo... probabilmente qualche reato...

Sospirai continuando a pensare a Taehyung, con i suoi capelli mori e il bel viso e non potei fare a meno di sorridere; ero una stupida? In pratica amavo il mio nemico.

La polizia era mia nemica, me ne dovevo ricordare. Non potevo permettere che il mio sogno di scappare da Seoul per sempre venisse distrutto.

Ma lui era così bello...

"No, Haeun. Basta con questa messinscena." Dissi a me stessa riprendendo a strofinare il piano del tavolo.

"Haeun? Chi è Haeun?" La voce del signor Lee mi fece sobbalzare e in preda alla paura saltai di almeno due centimetri dal tavolo!

Diamine, diamine, diamine!

"Signor Lee!" Esclamai portandomi una mano sul cuore mentre lui sorrideva gentile e stanco, appoggiandosi su un muro.

"Allora? Chi è Haeun? È un bel nome!" Chiese incrociando le braccia e guardandomi dalla testa ai piedi.

Il panico m'invase, così iniziai a grattarmi con insistenza la spalla cercando una scusa plausibile.

"Haeun... è... mia sorella! Mia sorella, non fa che combinare guai!" Risi imbarazzata mentre il signor Lee annuiva comprensivo intanto che io evitavo il suo sguardo.

"Mmh, posso farti una domanda?" Chiese facendomi alzare lo sguardo sul suo, un po' impaurita di cosa potesse chiedermi.

La cosa mi preoccupava, ma se avessi detto di no sarei andata sulla difensiva e avrebbe capito che c'era qualcosa che non andava...

"Certo, mi dica pure." Risposi inchinandomi, sorridendo cordiale e tremando dalla paura.

"Perché continui a mentire?" Chiese.

Il mio cuore accelerò di battiti e per un minuto mi mancò il respiro; mentire? Che intendeva? Cosa aveva capito?

"S-Scusi?" La mia voce tremava. Quella situazione iniziava a non piacermi.

"Quando io e mia moglie ti abbiamo offerto un passaggio a casa e hai rifiutato non ci abbiamo fatto molto caso... poi te lo abbiamo offerto di nuovo, e ancora una volta e ancora una, e tu hai sempre detto che non c'era bisogno. Così una sera ti abbiamo seguito... abbiamo visto con molto dispiacere che non hai una casa, ti sei sistemata in un vicolo. Non mi piace che tu stia per strada tutta la notte... quindi accetta la nostra gentilezza e trasferisciti per un po' a casa nostra."

Spalancai gli occhi a quel racconto e la mano iniziò a tremarmi. Dannazione, non avevo mai pensato che mi avrebbero seguito! Ora che m'inventavo?

"A-ah" riuscii a dire solo questo. Nient'altro che un semplice "ah" perché mi mancavano le parole. Avrebbe denunciato la mia situazione? Avrei dovuto accettare di stare con loro per un po'?

||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora