23. Fiducia

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"Do your thang, do your thang with me now."

Un leggero imbarazzo e anche un po' d'ansia mi colpì. Mi fidavo di lui, ma ero pronta a rivelargli il perché ero scappata di casa? Lui era un poliziotto, avrebbe anche potuto prendermi e portarmi in caserma, interrogarmi, chiamare i miei genitori... eppure mi trasmetteva un sentimento di positività. Sapevo di potermi fidare di lui, così avevo scelto di sì, di parlargliene. Lui mi aveva raccontato le sue cose, anche lui in un certo senso aveva fiducia in me. « Allora? Hai per caso perso la lingua?» chiese facendo un sorriso mentre io mi riprendevo dai miei pensieri e agitavo la testa. Sentivo ancora la pelle calda, nel frattempo lui si era voltato completamente verso di me e si era messo più comodo sul sedile, appoggiando la faccia sulle mani e sorridendo gioviale. La luce del tramonto stava piano a piano diventando sempre più arancione, il cielo era bellissimo: squarci di nuvole bianche si estendevano tra l'azzurro e l'arancione, alcuni uccelli a volte volavano attraverso quei colori bellissimi, i fiori e l'erba sul terreno svolazzavano al vento tiepido di maggio e il silenzio incorniciava quel paesaggio bellissimo, e poi c'era Taehyung. Non indossava la sua solita divisa nera, un semplice paio di jeans bianchi, una maglia rossa e le scarpe dello stesso colore, la faccia bella e angelica, un sorriso quadrato e gli occhi assottigliati. Stare in quel posto con lui era semplicemente fantastico. Tutto era calmo, tutto era perfetto. « Sai, non so esattamente perché io mi fidi tanto di te, ma se sto per raccontarti tutto è per questo. Non dovrei davvero farlo, dato il tuo lavoro, ma tu mi dai davvero un senso di calma mai provato prima.» La faccia di Taehyung assunse un espressione curiosa, ma intimorita allo stesso tempo. Inclinò un po' la testa di lato e grattandosi la fronte m'incitò a continuare. « La mia famiglia non è esattamente una di quelle di cui vantarsi. A dirla tutta io sono scappata di casa.» iniziai. Sentivo un dolore al petto, che aumentava sempre di più. Io ero preoccupata a causa di ciò che avevo fatto: Jeonghan non mi rispondeva da giorni e l'ansia che mio padre gli avesse fatto qualcosa era davvero alta. Taehyung mi fissò concentrato: continuava a guardarmi mettendomi in imbarazzo, e allo stesso tempo mi rendeva grata che fosse lì ad ascoltarmi. « Da quando sono nata ho dovuto stare sotto certe regole. Non potevo vestirmi come volevo, dovevo indossare abiti eleganti, di buona classe nonostante fossi molto giovane. Non potevo indossare un paio di jeans come tutte le mie altre amiche, o una semplice maglietta... soltanto a scuola non mi sentivo a disagio, perché indossavamo tutti la stessa divisa e quindi amavo quella parte di giornata più delle altre. Non potevo ascoltare la musica che volevo, e inoltre ero stata costretta a imparare a suonare il pianoforte e il violino dai migliori maestri di musica della città. Potevo frequentare solo certa gente, io dovevo avere il meglio soltanto. Il miglior vestito, la migliore compagnia, gli hobby più belli. Tutto fantastico se detto in questo modo, no?» sorrisi amaramente e lui annuì sospirando comprensivo.  « Sì be', non posso dire il contrario.» fece spallucce, appoggiando la testa sul sedile e incrociando la braccia, curioso di sapere ancora. « Ma la mia famiglia è immischiata con affari loschi. Non ci girerò molto, mio padre ha a che fare con la mafia.» gli vidi spalancare gli occhi e fare una faccia perplessa, e potevo ben capirlo. Era un poliziotto, avrei dovuto aspettarmi quella reazione. Taehyung deglutì senza dire ancora una parola ed io continuai a raccontare, sentendo le lacrime iniziare a scendere. « Ho visto morire delle persone.  Ho sempre cercato di non fare parte di quella vita, quella famiglia, così un giorno ho deciso che non volevo più stare lì. Ho preso tutti i soldi che potevo per cercare di sopravvivere, ma per rendermi irriconoscibile agli occhi di qualcuno che conoscesse mio padre e di lui stesso ho dovuto spendere parte di quei soldi per cambiare aspetto. Ho comprato vestiti che non avevo mai sognato solo di poter indossare, non di chissà quale marca, ma già vedermi addosso tutto ciò che prima non potevo indossare mi rendeva felice.» lo sguardo del moro era attento e gentile. Mi aveva per tutto il tempo ascoltato senza dire una sola parola, e il suo sguardo dolce aveva fatto in modo che le parole uscissero dalla mia bocca senza troppi ripensamenti. Mi faceva bene parlare con lui, era una di quelle persone che solo a guardarle rendono meno pesante la vita. «E così vivo per la strada da un po' di tempo ormai. Qualche volta dormivo a casa del mio migliore amico, ma per scappare da Seoul più presto possibile dovevo piano a piano allontanarmi, solo che...» continuai, ma il solo pensiero che gli fosse accaduto qualcosa mi stava davvero rendendo isterica. Non riuscivo a pensarlo ferito, o addirittura morto. « Cosa, Haeun? Cosa ti rende pensierosa?» chiese dolcemente, mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e fissandomi ora più vicino. Alzai gli occhi sui suoi, ipnotizzata dalla sua bellezza disarmante.  « Gli chiamo da due giorni ormai, e lui non ha risposto ad una sola chiamata.» sputai fuori ansiosa. Il suo sguardo era comprensivo e voltandosi verso la luce del sole che ormai era quasi del tutto andata via sospirò. «Deve essere difficile.» disse giocando con le mani guardando il cielo che diventava sempre più scuro. Annuii semplicemente, voltandomi a guardare verso la sua stessa direzione. «Voglio poterti dare una mano, Haeun. Accetta di venire a stare da me fino a quando non avrai di meglio dove andare, e farò in modo di farti sapere se qualcuno ti cerca o è scomparso.» Grata gli sorrisi, ma agitai la testa, mi sentivo troppo di peso. « Taehyung, sei davvero molto gentile ma-» m'interruppe. « Haeun, non sei di peso. Dalla prima volta che ti vidi quasi rubare in quel supermercato ho deciso che se avessi avuto ancora bisogno ti avrei aiutato.» mise una mano sulla mia, e il suo sorriso luminoso non mi permise di dire di no.

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Spazio autrice.

Come va? Spero bene:) Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare, ma in questi giorni mi sono dedicata alla revisione di the devil wears gucci per poterlo mandare alla casa editrice di cui vi parlavo. Non odiatemi:( 

Questa quarantena mi ha fatto venire in mente altre idee per altre storie che spero di poter condividere presto!:)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto:)

||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora