-I know that your love is gone.-
«Scusate, ma io non capisco! Prima ci sono delle morti misteriose, poi abbiamo trovato il corpo di un ragazzo di appena diciannove anni morto con accanto i suoi documenti, addirittura veniamo a sapere che nemmeno corrispondono e ora questo? Biglietti di per annunciare la scomparsa di una ragazza? Ma che diamine, io non ci capisco più niente!» alzò la voce Jungkook buttando a terra la locandina che era stata attaccata per tutte le mura di Seoul con sopra la faccia di Haeun, la famosa Dae che loro conoscevano pure ma che non riuscivano a collegare per il diverso aspetto tra lei vera e quella della foto.
Quella notte non avevo dormito e mentirei se dicessi che l'incontro di Haeun insieme a quel ragazzo dal nome simile al mio non c'entrasse nulla con la mia insonnia. Non so esattamente perché mi avesse fatto quell'effetto vederla insieme ad un altro che stesse adempiendo al compito di proteggerla, io non ero innamorato di lei e ne ero più che sicuro! L'amore, quello vero, lo senti nelle ossa e nella pelle ed io non provavo quel tipo di affetto per lei. Eppure, perché avevo pianto al solo pensiero di poter sentirmi tradito? Io non potevo, non dovevo innamorarmi di lei per nessuna ragione al mondo... forse per questo le lacrime erano scese così copiose sul mio viso? Forse mi ero così fissato dal dover mettere a freno qualsiasi sentimento per quella ragazza che il mio cuore inconsciamente ne risentiva? Ma non poteva essere. Forse aveva semplicemente ragione lei e mi ero abituato così tanto ad un seconda presenza in quella casa, differente da quella di Dae, dal sentirmi spaesato e triste perché ero di nuovo da solo. Mi sentivo ridicolo! Provare quei sentimenti tanti insensati non era da me e adesso mi piangevo addosso perché una ragazzina di diciannove anni aveva lasciato casa mia per andare a vivere da un altro! Ma che mi prendeva? Mi stavo rammollendo, ecco tutto! Mi ero fatto trascinare da quella ragazzina... ma perché il mio cuore faceva male anche in quel momento? Perché mi sentivo soffocare? Stavo annegando in me stesso solo per reprimere qualsiasi interesse nei suoi confronti perché il mondo era crudele ed io troppo egoista per fare giustizia. Che patetico, avevo iniziato con quel lavoro proprio per quelle crudeltà che non ho mai sopportato e ora non ero in grado di risolvere quel piccolo problemino... ero inutile. Affondai di più nella poltrona di pelle ascoltando distrattamente gli altri. Non avevo voglia di lavorare, non avevo voglia di fare nient'altro che andarmene a casa e chiudermi nella mia stanza fino a che non passava. Avrei preso anche a pugni il mio cuore se era necessario pur di non piegarmi al suo volere. Quella mattina ero stato così cattivo con lei... le avevo riservato parole di astio e rabbia che non erano da me, che erano uscite dalla mia bocca con il più aspro dei sapori e lei si era fatta male a causa di quegli spigoli creati dalle mie labbra infami che si erano aperte per colpa della mia testa che dettava legge! Quasi quasi sarei tornato indietro per chiederle scusa ed il mio orgoglio l'aveva impedito, ma forse era meglio così. Era meglio se si allontanava da me così non avrei potuto farle del male in alcun modo al mondo. Mi ero stancato.
Senza farci caso avevo sentito una lacrima bagnarmi la guancia e questo mi fece destare dai miei pensieri, quindi mi portai subito una mano ad asciugarla così che nessuno di loro la notasse, ma come sempre ero stato troppo lento. Fottutamente troppo lento come sempre.
«Va tutto bene Tae?» chiese sbalordito Jimin mentre gli altri cinque mi fissavano curiosi e preoccupati. Se solo avessero saputo di cosa dovevo essere costretto a patire per i miei legami del passato.
«Sì scusate, mi concentro subito su di voi. Di cosa stavamo parlando?» mi passai la manica della giacca sugli occhi e tirai su con il naso per cercare di riprendermi. Avrei fatto finta di non sapere nulla sulla situazione di Haeun e dei manifesti, ma io sapevo tutto.
«No Taehyung aspetta, perché piangevi? Lo sai che con noi puoi parlare.» disse Namjoon mettendomi una mano sulla spalla. Il suo tocco era caldo e amichevole come pochi. Il solo pensiero di deluderlo mi stava squarciando in mille parti l'anima. Ma io un'anima ce l'avevo?
«È tutto okay, solo che sapere di questa scomparsa mi ha fatto ricordare di mio padre. Tutto qui, ma adesso mi passa.» ovviamente mio padre mi mancava davvero ma mentii come il perfetto bugiardo che ero sul perché del mio pianto e finsi anche un sorriso per cercare di convincerli. Ormai mi ero abituato alla sua assenza improvvisa.
Ma sapevo che uno di loro era troppo intelligente per credere alle mie parole, lo sapevo perché sentivo già il suo sguardo bruciarmi la pelle sebbene non lo stessi guardando e infatti mentre tutti annuivano comprensivi e dispiaciuti lui mi guardava con un sopracciglio alzato e lo sguardo felino, ma non disse nulla. Yoongi si limitò ad un sorrisetto che mi fece davvero andare su tutte le furie, ma dovevo sopprimere anche quel sentimento per non destargli sospetti.
«Oh, mi dispiace Taehyung. Ti va di restare ancora qui?» dolcemente Namjoon mi accarezzò i capelli e io annuii non volendo tornare a casa e sentire ancora quel vuoto. Mi sentivo però uno schifo per star mentendo al mio migliore amico, quindi non lo avevo guardato negli occhi.
«Okay... allora riprendiamo.» Namjoon si mise di nuovo comodo sulla sedia e quella volta mi concentrai davvero sulle loro parole.
Yoongi guardò la ragazza della foto con un cipiglio in viso, la sua mente che probabilmente rifletteva veloce. Ma non poteva riconoscerla, era troppo differente adesso per riconoscere "Dae".
Ma quando vidi che i suoi occhi s'illuminarono all'improvviso immaginai che avesse capito qualcosa e speravo vivamente che non si accorgesse della somiglianza, anche se era minima.
«Eppure mi ricorda qualcuno...» bisbigliò corrucciando le sopracciglia e portandosi una mano sotto il mento concentrato su quei lineamenti, il viso di Haeun, la ragazza che era andata via lasciando in me quello strano senso di vuoto.
«Non lo so, anch'io vedo una strana familiarità sul suo volto, ma davvero non capisco...» Jimin assottigliò gli occhi per concentrarsi meglio. Perché mi stava venendo l'ansia? Perché speravo che Haeun si fosse in qualche modo allontanata da Seoul?
«E comunque, dopo questi volantini è chiaro che tutto è successo per colpa di questa sparizione no? Le sparizioni, gli omicidi, tutto?» Hoseok richiamò l'attenzione di tutti tranne di Yoongi che fissava quella foto come se così facendo gli sarebbe sbucato il nome della ragazza mentre Namjoon, esausto, si spostava i capelli dalla fronte sudata. Luglio era quasi finito, era già passato tutto quel tempo dal nostro primo incontro... un'altra volta mi ero fermato a pensarla senza farci caso. Diamine.
«Sì, ne sono certo.» rispose il ragazzo con le fossette, esasperato per tutta quella situazione.
«Io ve l'avevo detto! Non ci ho creduto manco per un minuto che tutto fosse dettato dalle condizioni calme di Seoul. Chi diamine è quella ragazza? Perché sarà scomparsa?» disse Hoseok scuotendo la testa.
In quel momento decisi anch'io di dire la mia, di non farli arrivare alla giusta conclusione del quesito.
«Non avete mai pensato che quella ragazza possa essere stata rapita da qualcuno e che ora i suoi genitori la stiano cercando? Non potete pensare nemmeno per un attimo che la stessa persona che ha ucciso tutta quella gente possa aver ucciso anche lei?» dissi calmo ma con una nota di fastidio nella voce.
Non dovevano arrivare a Haeun per nessun motivo al mondo.
«Se così fosse perché i suoi genitori non hanno denunciato la scomparsa invece di fare da sé?» chiese confuso Jungkook alzando gli occhi su di me. Il suo cipiglio in viso mi fece sentire male, avrebbero tanto voluto risolvere quel caso e invece io...
Namjoon interruppe quei pensieri nella mia testa sospirando rumorosamente.
«Non saprei proprio.» rispose quest'ultimo impensierito.
«Credo abbiano pensato che comunque non cambia molto se è la polizia a cercare qualcuno o se mettere dei volantini nella speranza che più di una persona l'abbia vista.» mentii spudoratamente facendo spallucce e risultai convincente mentre i cinque annuivano. Yoongi invece sorrise guardando quella foto, come se si fosse perso nei suoi pensieri, poi alzò gli occhi su di noi e si portò la braccia al petto.
«Io non credo.» annunciò e i suoi occhi cercarono i miei, la testa inclinata e il sorriso di chi era appena arrivato dove gli altri non si erano nemmeno avvicinati.
«Perché questa ragazza somiglia abbastanza a quella Dae del ristorante dei Lee.» concluse. Era diventato pericoloso Min Yoongi.
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||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸
FanfictionCompleta✔️ Haeun ha sempre vissuto sotto l'ombra di un padre autoritario, capo di una rete criminale che impone regole ferree e una vita di restrizioni. La sua esistenza era un susseguirsi di giornate tutte uguali, scandite da doveri e aspettative c...