27. Ansie

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"But your wings are the devil's"

«Perché quella faccia?» domandai e l'ansia iniziò a squarciarmi lo stomaco. I suoi occhi erano ancora spalancati, le sue labbra chiuse e la mano ancora sulla mia. Non mi piaceva quell'espressione, perché mi stava guardando in quel modo? Come per riprendersi da uno stato di shock agitò la testa, schiarendosi la gola mentre spostava il bicchiere un po' più lontano dalla mia portata. Ma che stava succedendo? «Taehyung? Cosa succede?»  domandai impaurita, fissandolo mentre lui evitava di farlo. La sua espressione era drasticamente cambiata e ora si grattava la testa evitando di guardarmi.  «Haeun... non so se si tratti della stessa persona o no, non vorrei fare conclusioni affrettate.» disse serio, alzando finalmente lo sguardo sul mio. I suoi occhi color nocciola si dilatarono quando incontrarono i miei e potei notare quanto lucidi fossero in quel momento. «Cosa stai cercando di dirmi?» gli chiesi cercando di mantenere la calma, ma semplicemente non ci riuscivo. Stavo male, la voce mi tremava, il mio corpo anche nonostante ci fossero trenta gradi. Taehyung mi strinse la mano, fissandomi dritto negli occhi. Potevo vedere la fiducia e la gentilezza trasparire in essi. «Non so se si tratta della stessa persona Haeun. N-noi abbiamo trovato un corpo senza vita qualche giorno fa e... abbiamo trovato dei documenti e... il nome e il cognome corrispondono.» anche la sua voce tremava parecchio e mentre i miei occhi si riempivano di lacrime lui si alzava e mi abbracciava forte. Avvolse le sue braccia su di me, una mano a tenermi la testa posata sul suo petto. 

Il cuore mi faceva male, come forse non lo aveva mai fatto. Jeonghan era morto, per colpa mia. Sarei mai riuscita a sopportare quel dolore che mi martellava il petto così forte? Sarei riuscita mai a perdonarmi per quello che avevo fatto? «Haeun, non so se si tratta di lui. Nel suo documento non era presente una foto, il corpo si trova ancora in fase di autopsia, e anche i documenti stanno venendo controllati. Magari non è stato ucciso davvero lui, magari voleva spaventarti.» agitai la testa. Anche se non si trattava di lui erano comunque morte delle persone per colpa mia, e ora forse anche Jeoghan era stato ucciso, come stava sua madre? Che avrei detto quando sarei andata da lui? «P-per colpa mia sta morendo un sacco di gente. Per colpa mia forse anche il mio migliore amico è morto.» singhiozzai disperata. Come aveva potuto fare una cosa del genere? Mio padre era così meschino, e ora avevo paura che facesse del male anche a Taehyung, anche lui che era così gentile. «Haeun, non passare a-» stava per dire, ma fu interrotto dal suo cellulare che iniziò a squillare. Velocemente si staccò da me e corse a prendere il telefono e a portarselo all'orecchio poggiando le mani sul piano della cucina. «Jungkook-ah» disse con il suo solito tono basso di voce. Nel frattempo si voltò a guardarmi stringere i pugni e fare un espressione dispiaciuta. «Hyung! Di nuovo, è successo di nuovo.» sentii gridare dall'altra parte mentre Taehyung si metteva dritto e spalancava di nuovo gli occhi. «Jungkook calmati, arrivo immediatamente.» chiuse la chiamata afferrando le chiavi della sua auto e sistemandosi la cintura nei pantaloni. A me girava la testa, non riuscivo più a stare tranquilla per colpa di tutto quello che stava succedendo. «Haeun» disse avvicinandosi e mettendo le mani sulle mie spalle, gli occhi fissi su di me, «adesso devi promettermi una cosa. Io non posso restare al momento, è successo qualcosa ed è richiesta la mia presenza. Mi devi promettere che non uscirai di casa in mia assenza. Lo so che essere venuta a conoscenza di quel ragazzo ti abbia sconvolto, ma adesso devi promettermi che non farai niente di stupido. Se posso e se te la senti domani ti accompagnerò all'obitorio, così potrai dirmi se si tratta di lui... ma non fare né scelte e né conclusioni affrettate, per favore.» mi fissò ancora una volta ed io annuii. Taehyung uscì di casa velocemente ed io distrutta mi lasciai cadere sul suo divano. Mi  rannicchiai su me stessa e con le lacrimi agli occhi continuai ad incolparmi.

*

Taehyung's pov

Premetti il piede sull'acceleratore e voltai a sinistra. La testa mi faceva male e mille domande mi stavano praticamente rendendo pazzo. Strinsi gli occhi mentre saettavo per la strada e più le lacrime di Haeun mi apparivano in testa più la mia rabbia aumentava. Mi sentivo inutile e colpevole. Girai lo sterzo con forza e di nuovo accelerai, fermandomi davanti al ristorante dove pranzavamo sempre e dove lavorava la piccola Haeun. Intravidi Namjoon davanti al locale parlare con un ragazzo che aveva pressoché diciannove anni e gli altri cinque un po' più là con le facce perplesse e mi affrettai a parcheggiare l'auto. Mi precipitai dagli altri e con il cuore in gola li vidi guardarmi mentre mi fermavano davanti a loro. «Cosa è successo?» chiesi guardando lo sguardo ostile di Yoongi nei miei confronti. Ormai andava così da settimane, tra di noi c'erano solo diverbi. Jimin si grattò la testa, fissando prima Namjoon che stava ancora parlando con il ragazzo, poi su di me.  «Forse ora finalmente inizierai a pensare che c'è un mandante a tutto ciò. Che qualcuno si sta muovendo alla ricerca di qualcuno.» sputò ostile Yoongi, guardandomi annoiato. Lui era troppo intelligente, molto presto si sarebbe accorto di qualcosa... «Non è il momento di litigare! Comunque, anche io penso sia così. Taehyung, la coppia che gestisce questo locale è scomparsa misteriosamente. A denunciare tutto è stato il figlio Taeyong.» disse Jimin e così facendo mi fece cenno verso il ragazzo che con lo sguardo distrutto guardava Namjoon mentre gli parlava. Sconvolto mi voltai di nuovo verso di loro, e stavo per rispondere quando Yoongi mi precedette. «Le accuse di Taeyong sono chiare. Secondo lui tutto questo è successo per colpa della ragazza che lavorava qui, quella che secondo te era una semplice ragazzina di quindici anni che aveva solo cercato di rubare del cibo e la stessa che è scappata quando l'abbiamo salvata da quella gang.» disse facendomi spalancare gli occhi. Come faceva a sapere che si trattava di lei? Vidi Jimin, Jungkook, Jin e Hoseok guardarlo confuso mentre Yoongi alzava un sopracciglio guardandomi con lo sguardo di chi la sa lunga. «Dalla prima volta che l'ho vista qui in questo locale ho avuto la sensazione che si trattasse della stessa ragazza che era scappata dalla macchina di Namjoon quella notte. E ora sono convinto che si tratti della stessa ragazza che hai fatto scappare quando ha tentato di rubare.» aggiunse. Stavo per rispondere quando la voce di Namjoon mi fece azzittire. Tutti alzammo lo sguardo sul suo e lui stanco posò il block notes nella tasca dei pantaloni e si massaggiò gli occhi. «La situazione è peggiore di quello che sembra. Dobbiamo trovare la ragazza che lavorava qui, quella Dae.» tutti annuirono mentre io ero ancora sconvolto. «Ammesso e concesso che sia il suo vero nome.» aggiunse Yoongi e con la coda dell'occhi lo vidi guardarmi intensamente.

||La divisa e la ribelle||Kim Taehyung||🌸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora