Post-sbornia

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Uscii dalla stanza professori delusa e spiazzata dal suo comportamento. Avevo mandato in vacca tutto il mio orgoglio e lui, lui non ha fatto nulla! Mi sono umiliata, in preda all'alcool che avevo in circolo e sotto l'effetto del suo carisma. Mai una gioia, d'ora in poi mai più mi sarei umiliata così. La cosa che mi poteva consolare era che solo un pugno di persone sapevano quello che era successo, ma tra quelle c'era Felton. Avrei dovuto parlargli per assicurarmi che non finisse per spargere la voce ai quattro venti.

Perlustrai la Sala Grande con lo sguardo e individuai Felton parlare con Sam. Bene! Due piccioni con una fava. Di gran carriera mi diressi verso di loro.

- Voi due! - dissi richiamando la loro attenzione da qualsiasi discorso stessero facendo.

- La prossima volta che tu mi chiederai di scommettere ti ignorerò! Anche se ti offrirai di farmi tutti i compiti per il resto dell'anno! - dissi puntando il dito contro Sam, - Quanto a te Felton. Seguimi. - gli dissi afferrandolo per il polso e trascinandomelo dietro. Dovevo parlagli lontano da tutti.

- Ehi! Ti seguo non serve che mi trascini! - mi disse strattonando il braccio per liberarsi dalla mia presa. Allentai la mano e lui tolse il suo polso dalla mia mano, continuando a seguirmi. Ci infilammo nella prima stanza vuota che trovai.

- Allora, cos'è tutta questa privacy, baby! - disse Felton venendomi vicino.

- Spiffera a qualcuno che mi sono inginocchiata professando amore a Hiddleston e io ti affatturo. Ti faccio provare le pene dell'inferno! - dichiarai.

- Capisco. Sei come le altre. Innamorate di una figura importante con un po' di potere. Ti facevo più interessante e complicata di così, Y/N! - disse deluso.

- Non è questo. Io amo il personaggio di cui ha indossato i panni! L'ho sempre amato, come ho sempre trovato Thor viziato. - dissi indicando il suo costume.

- Ah... quindi il fatto che siate usciti entrambi dalla sala professori, non voleva dire nulla, immagino? - 

- Ha una brutta abitudine. Aiutare le persone. Mi aveva già soccorso prima che la magia si risvegliasse in me. Era un perfetto estraneo all'epoca. Manco sapevo come si chiamasse prima di venire qua. -

- Non dirò a nessuno del tuo siparietto. Ma sappi che mi devi due bei grossi favori, Y/N. Prima o poi li riscuoterò. Anzi uno potrei anche riscuoterlo ora. - disse avvicinandosi terribilmente. Per quanto le immagini di quanto fosse successo con Hiddleston bombardassero la mia memoria, il profumo di legno, inchiostro e cannella le stavano sopraffacendo. Il mio respiro era sempre più irregolare e involontariamente chiusi gli occhi per cercare di regolare il mio respiro.

Felton appoggiò una mano sulla mia guancia e una piccola scossa mi attraversò. Anche lui aveva le mani ruvide e callose. Un ricordo più potente spazzò il torpore in cui mi trovavo, la sensazione di un'altra mano che mi sfiorava mi donò lucidità.

- Felton! Non ti azzardare. - dissi aprendo gli occhi e puntandogli la bacchetta contro lo stomaco.

- Non lo faresti mai. - disse avvicinandosi ancora di più. 

- Fastronum! - esclamai quando fu a qualche millimetro dalle mie labbra tanto che sentivo il suo alito caldo sul mio viso. Mi allontanai guardandolo portarsi le mani a coprirsi le orecchie per non sentire il rumore assordante con il quale lo stavo disorientando. Non riuscendo più a stare in piedi si accovacciò e mise la testa fra le gambe, io invece raggiunsi la porta.

- Passerà fra qualche minuto. Provaci nuovamente e ti scaglio via da me! - dissi uscendo.

"Perché ogni volta lui doveva provare a baciarmi!? Perché!? Non ha capito che io non potrei mai baciare il ragazzo di cui è ancora innamorata la mia migliore amica! Che poi... pure lui un musicista. Ma il mondo ce l'ha con me!"

L'indomani mi alzai con un mal di testa allucinante. Sentivo la mia testa pesante e mi sembrava che pulsasse talmente forte da scoppiare.

- Y/N, ti ho portato l'aspirina. Se hai bevuto quanto me ieri, ti servirà. - mi disse Sam allungandomi la pastiglia e un bicchiere d'acqua, - Poi mi racconti cos'è successo con Felton. -

- Non voglio parlarne. Voglio dimenticare la serata di ieri. -

- Lo so. Ma ti ricordo che devi rimetterti in piedi, dobbiamo aiutare il professor Scamander con gli Snasi. - mi disse alzandosi dal mio letto per andare a vestirsi. Me n'ero completamente dimenticata. Timmy saltò sul mio cuscino e cominciò a leccarmi la faccia. Lo presi tra le mani e cominciai a coccolarlo. Iniziò a farmi le fusa e mi fissò con i suoi occhioni cerulei. Cazzo, quanto erano belli. Perché gli occhi azzurri mi piacciono così tanto. Rompipalle con i suoi occhi azzurri come il mare e che come quest'ultimo anche loro cambiavano colore, andavano dall'azzurro chiaro del mare poco profondo col fondale di sabbia, al blu scuro del mare in tempesta e come il mare erano tremendamente espressivi. Azzurri come il cielo d'estate erano quelli di Felton, e come il cielo erano luminosi e limpidi. Infine gli occhi dell'unica creatura che avrei stretto per sempre al mio petto, Timmy. Lui era buono e non mi avrebbe mai tradita. Mi amava per quello che ero. 

- Dai Y/N! Scamander ci sta aspettando! - mi urlò Sam.

Mugugnando mi alzai e mandai giù la pastiglia. Presi la tuta che Hiddleston mi aveva dato il giorno precedente e che aveva addosso ancora il suo profumo e andai a lavarmi. Restai sotto il getto di acqua tiepida per un po'. Era qualcosa di rinvigorente, come se l'acqua scorrendo si stesse portando via tutti i miei dubbi, i miei problemi. 

Con la mente un po' più lucida ripensai agli scontri con Rompipalle e Incubo. Se solo Rompipalle fosse venuto a conoscenza della fattura che avevo lanciato e del perché l'avevo fatto, probabilmente Felton sarebbe già sul treno per andarsene a casa. Di riflesso sorrisi, perché avrebbe significato trascorrere il resto dell'anno tranquillamente, ma una fitta al cuore mi fece capire che non avrei mai sopportato di essere la causa dell'allontanamento di uno studente, anche se si trattava di Felton. E poi, a chi vogliamo darla a bere; in certe occasioni mi piacevano le sue attenzioni. Non mi piaceva solamente quando tentava di baciarmi. Ma cos'avevo che non andava. Marco si era dimostrato uno stronzo bastardo traditore e ora mi piacevano ben due uomini. Uno che, se poteva, mi avrebbe infilato la lingua in bocca davanti a tutti, senza preoccuparsi che io lo volessi o meno e l'altro che era un maniaco del controllo. Ma che cazzo di istinti avevo. Chiusi l'acqua e mi avvolsi nel mio morbido asciugamano. Mi asciugai e indossai la tuta. L'odore di bergamotto, arancia e tè verde mi avvolse e io mi sentii le gambe di gelatina. Strofinai i capelli nell'asciugamano per togliere l'acqua in più e poi presi il phon. Li asciugai con calma rendendoli morbidi e setosi e poi stesi un filo di fondotinta sul mio viso e un tocco di mascara blu sulle ciglia. Infilai le scarpe da ginnastica e andai in sala comune dove Sam mi stava aspettando.

- Y/N. Aspetta! - mi sentii chiamare da Felton. Non ne aveva avuto abbastanza dopo ieri? Ne voleva ancora? Perché ero più che felice di accontentarlo. Mi fermai prima di passare il ritratto della Signora Grassa.

- Cosa vuoi ancora? -

- Solo dirti che mi dispiace per ieri. La prossima volta aspetterò che sia tu a poggiare quelle cazzo di labbra fantastiche sulle mie. - disse facendomi l'occhiolino.

- Aspetta e spera, allora! - dissi io facendo un mezzo sorriso. Non me la sarei mai aspettata da lui. 

- So che succederà prima o poi. Quindi non serve forzarti. - disse sicuro di sé.

Lo guardai divertita e scrollai le spalle. Mi voltai e lo lasciai lì in corridoio. Raggiunta Sam sul pianerottolo, scendemmo le scale di gran carriera dirette alla Foresta Proibita.


Anche se... (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora