Battibecchi

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- Perché mi hai fatta ammettere in questa scuola? Perché me? - urlai contro il professor Hiddleston.

- Calmati, Y/N. Ci potrebbero sentire! -

- Che mi sentano pure! Mi dirai adesso perché sono qui! - urlai disperata.

- Se lo vuoi tanto sapere, supplicami. - mi rispose il professore facendo mezzo passo verso di me. Il suo profumo addensò l'aria che mi circondava, rendendomi difficile respirare.

- Non lo farò mai. - sibilai acida.

- Prima o poi lo farai dolcezza. Dipende solo da te, dove e quando. - replicò sornione, facendo scorrere lo sguardo lascivamente dai miei occhi alla mie labbra.

Sapevo che quella lotta era impari. Io non avevo controllo del mio corpo. Questo traditore si era venduto al nostro nemico. L'unica cosa che mi permetteva di tenergli testa e non cedere al suo bisogno di essere toccato dal pericolo pubblico che avevo di fronte, era la mia coscienza, la mia dignità. Quel desiderio di non essere l'ennesima tacca sulla cintura di qualcuno. Perché lo sapevamo entrambi, che prima o poi avremmo capitolato tra le lenzuola.

- Non sarò io la prima a supplicare. - dissi mormorando, più a me stessa che a lui.

I suoi occhi agganciarono i miei, mentre con velocità metteva le mani contro il muro, facendo in modo che vi aderissi completamente per non essere spalmata contro il suo torace e impedendomi, a tutti gli effetti, di muovermi. Stava per rispondermi a dovere quando sentimmo la porta aprirsi e senza nemmeno rendermene conto, lui si allontanò rapido da me.

- Scusi professore, ma la Preside vorrebbe parlare con Y/N. - disse il disturbatore, che per mio immenso sconforto era Felton.

- Certo. Signorina Y/N, vada pure. Felton, accompagnala. Ha la tendenza a perdersi. - disse.

Che gioia dalla padella alla brace!

Senza guardare il professor Hiddleston, mi mossi come un automa verso la porta che Felton, da buon cavaliere, mi stava tenendo aperta. Dovevo sapere che la sua cavalleria era tutta ad appannaggio del professore e non mia; perché come la porta si richiuse, tornò quello di sempre.

- Tu e il professore, eh? Da te certo non me l'aspettavo! - cominciò a canzonarmi.

- Tra me e lui cosa, Felton? - ringhiai.

- Vi ho visti. Eravate spalmati uno contro l'altra! - disse come a sfidarmi a negare l'ovvio.

- Credi quello che vuoi, Felton. Tanto qualsiasi cosa ti racconti, non crederesti. - dissi lasciando perdere - Che cosa vuole la McGranitt? -

- Credo che tu sia ufficialmente nei guai. - sogghignò, - Hiddleston non è l'unico ad essersi accorto dei tuoi vagabondaggi notturni. - disse sibillino.

Mi lasciò davanti all'ingresso dell'ufficio della Preside e senza salutare se ne andò.

Entrai e vidi la McGranitt seduta rigida dietro la scrivania. Aveva l'aria cupa mentre firmava delle carte.

- Signorina, si sieda. -

Feci come mi era stato detto, con un enorme nodo allo stomaco.

- Non so come sia potuto succedere, ma tra i suoi vagabondaggi e i suoi bassi profitti nelle verifiche, siamo costretti a espellerla. Non crediamo che possa affrontare con rendimento i sette anni che l'aspettano qui. Inoltre, sono arrivate voci che tra lei e un docente si sia instaurato un love affaire del tutto inappropriato. Queste cose non sono tollerate in questa scuola. -

Anche se... (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora