Capitolo 43

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Mangiai veramente poco a colazione e quando la Sala Grande si riempì completamente la Preside richiamò l'attenzione di tutti su di sé.

- Silenzio! - tuonò la McGranitt alzandosi dallo scranno al centro della tavolata dei docenti - Come certo saprete, ieri è scomparso il Professor Scamander. Non sappiamo ancora cosa sia successo. Due studenti hanno trovato il laboratorio sottosopra e non v'era traccia di lui. Per quest'oggi le lezioni sono sospese. I docenti saranno impegnati nelle ricerche e gli studenti più grandi possono parteciparvi, se vogliono. Agli altri chiediamo di restare all'interno del Castello. Le aree permesse sono: le Sale comuni, la Sala Grande e la Biblioteca. Tutte le altre stanze e aule verranno sigillate. Chiunque viene sorpreso in giro, verrà espulso. Questo è quanto. - disse autoritaria.

Guardai i miei due amici e notai che si muovevano ancora a scatti.

- Mi dispiace. Io... Non ho pensato che avrei potuto essere in pericolo. Sono stata una sconsiderata - sussurrai rivolta a loro due.

- Quello che mi fa star male e incazzare, N/C, è che tu abbia pensato solo a te stessa. Tu non sei così. Sei buona e altruista, ma questa storia ti sta cambiando e non so se questa nuova te mi piaccia. - mi disse Tom con tristezza.

- Hai ragione. Ho pensato solo a me stessa e al mio senso di colpa. Se Winky non fosse arrivata, quasi sicuramente non starei così bene da potervi raccontare le cose. -

- Spero che ti sia sufficiente da lezione - mi disse Sam.

- Mi perdonate, vero? -

I due si guardarono e poi puntarono i loro occhi nei miei. Con lentezza un sorriso si aprì sui loro volti stanchi ed io capii che mi avevano perdonata.

- Grazie ragazzi -

Ora dovevo solamente chiedere scusa a quell'uomo dolcissimo, alquanto dominante e infinitamente buono che fin da quando ci siamo incontrati mi ha fatto sentire strana, viva, piena di emozioni e innamorata. Anche ora che ero abbattuta, piena di sensi di colpa, quando il mio sguardo si posò su di lui, intento a piluccare l'uovo e il bacon che aveva nel piatto, il mio cuore cominciava a battere velocemente, le farfalle cominciarono a volare nel mio stomaco e brividi mi percorsero la spina dorsale. Thomas alzò la testa e incrociò il mio sguardo. Il fuoco che avevo visto ardere era ancora lì, leggermente velato, ma ancora presente. Un piccolo accenno di sorriso increspò le sue labbra e l'intensità dello sguardo cambiò. Non era più arrabbiato o forse lo era ancora, ma in quegli occhi vidi arrivare una tempesta che forse questo giro non ero più in grado di contenere. La direzione presa dai miei pensieri, mi fece arrossire e deglutire rumorosamente. Thomas se ne accorse e il sorriso sghembo si allargò.

- Ahia! - esclamai. Sam mi aveva appena tirato un calcio nello stinco parecchio forte.

- Manca solo che ti esca la bava dalla bocca! - mi disse ridacchiando Tom.

- Grazie tante - dissi con una smorfia.

- Hai finito di mangiare? Perché dobbiamo raggiungere le stanze prima che le chiudano. - mi disse Sam.

- Sì. Non avevo molta fame - dissi allontanando da me il piatto quasi completamente pulito. Segno che non avevo mangiato praticamente nulla.

Ci alzammo e tra il vociare concitato degli altri studenti che formulavano ipotesi sulla sparizione ci avviammo verso l'uscita.

- N/C! Stai bene? - mi chiese Chris afferrandomi per il polso e trattenendomi indietro. Tom e Sam non si accorsero che non ero dietro di loro. Pazienza li avrei raggiunti dopo, tanto sapevo dove saremmo dovuti andare.

- Sì, Chris. Sto bene. - mentii sentendomi in colpa. In fondo Chris è un mio amico, una delle prime persone con cui ho parlato arrivando qui.

- Non si direbbe! Non hai mangiato nulla. Stai così per quello che é successo? - domandò con aria preoccupata.

Anche se... (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora