Capitolo 38

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Finita la lezione di Erbologia, io e Sam lasciammo che gli altri scappassero verso la Sala Grande per la cena, mentre noi restavamo indietro per poter parlare.

- Sam... Ho bisogno di parlare con te e Tom, il prima possibile. Vi aspetto in ufficio di Thomas. Se non sbaglio dovrebbe ancora essere là. -

- Hai scoperto qualcosa? - mi chiese Sam percependo la mia angoscia.

- Si ma non possiamo parlarne qui. - dissi veloce.

Sam annuì e dopo le scale girò in Sala Grande, io buttai un'occhiata veloce per vedere se Thomas era già dentro e non vedendolo mi diressi spedita nel suo ufficio.

- Thomas? Posso entrare? - dissi stando sull'uscio del suo ufficio.

- Entra. Mi sto cambiando per la cena. - mi rispose dalla camera.

Entrai e chiusi la porta dietro di me. Avevo il cuore che batteva a mille, ma non per il desiderio. Per quello che avevo scoperto.

- Thomas, tra poco arriveranno anche Tom e Sam. Devo parlarvi. - dissi con tono greve.

Thomas uscì dalla camera con la camicia fuori dai pantaloni ancora aperti. Aveva la barba ispida e corta, quella che ti viene se non ti sei rasato per un paio di giorni e che solleticava il viso quando venivo baciata. 

- Stai bene? - mi chiese preoccupato, vedendo che avevo ancora negli occhi la paura provata nel pomeriggio.

Mi rifugiai tra le sue braccia, come un bambino che cerca conforto nell'abbraccio di un genitore. Thomas passò la sua mano fra i miei capelli, mentre l'altra mi accarezzava la schiena lentamente. 

- Non preoccuparti. Sei con me ora - mi sussurrò. Lo strinsi forte e mi sollevai sulle punte dei piedi per poggiare le mie labbra sulle sue. Thomas ricambiò il mio bacio, in maniera dolce e quasi casta, come se volesse infondermi il suo coraggio e la sua sicurezza.

Ci staccammo quando sentimmo bussare.

- Sono loro. - dissi piano.

- Entrate! - disse Thomas, tenendomi per mano.

- N/C! Stai bene? Sam è preoccupata a morte! - esclamò entrando nello studio e venendo a stringermi in un abbraccio.

- Sono ancora scossa da quello che ho scoperto nel pomeriggio per caso - gli dissi.

Ci andammo a sedere sulle poltrone di velluto accanto al camino e presi un respiro profondo prima di raccontare tutto.

- Mi stai dicendo che mio padre vuole rapirti e usare me per arrivare a te? - chiese Tom allibito.

- Purtroppo sì, Tom. Uno dei tre ha proprio nominato te e chiamato quell'uomo tuo padre. Inoltre siamo cugini - gli ripetei per confermare che ero sicura di quello che avevo sentito.

- Perché dovrebbe fare una cosa simile? - 

- Tom non lo so - dissi sconsolata andando ad abbracciarlo. Mi faceva strano pensare a lui come a mio cugino, ma la verità era questa.

- Tom... Non so come tu ti possa sentire, ma il fatto che tuo padre voglia N/C, non cambierà le cose tra voi due. Per quanto la cosa mi piaccia poco, perché sono geloso, so che tu per lei rischieresti la vita e lei farebbe altrettanto. Siete cugini, ma prima di tutto amici - gli disse Thomas, aprendosi finalmente - Inoltre so che nessuno meglio dei presenti potrà difenderla - finì guardando Tom dritto negli occhi.

- Non me l'aspettavo da lei, Prof! - esclamò Sam.

- Ragazzi! Bando alle ciance! Dobbiamo elaborare un piano che ci aiuti a sventare il loro. Io non saprei come tornare là, ma abbiamo una settimana per scoprire qualcosa e riuscire ad avere un certo vantaggio su di loro - dissi, tornando a sedermi al mio posto.

Anche se... (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora