Capitolo 61

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Eravamo pronti a scendere nei sotterranei. Il piano era stato ideato. Samantha aveva con sé la borsa a tracolla con dentro la Polvere Buio Pesto e Tom aveva la Mano della Gloria nascosta nella tasca, grazie all'incanto di espansione invisibile.

I nostri compagni stavano rientrando al Castello per la cena e in mezzo a tutta quella calca, furtivi come ladri, costeggiando il muro, facendo finta di nulla, uscimmo dal portone, nonostante lo stretto controllo dei professori. Per un attimo avevo temuto che la McGranitt ci avesse visto, ma quando arrischiai a guardarmi indietro, la vidi intenta a parlare con Wood. 

- Muoviamoci, prima che i professori si accorgano che non siamo alla tavolata! - ci esortò Sam.

A passo spedito scendemmo crinale che portava alla casa di Scamander. Avevamo già visto che dentro al Castello non c'era e l'unico posto in cui poteva essere era la sua casa/laboratorio. Con un leggero fittone, bussai alla porta.

- Professore! Sono N/C! - dissi mentre con le nocche battevo sulla spessa porta di quercia.

Guardai Sam e Tom preoccupata, finché da dentro non sentimmo dei rumori. Tirammo il fiato, contenti che almeno fin qui era andato tutto bene.

- N/C, ragazzi! Che ci fate qua? Perché non siete a cena? - domandò sorpreso di vederci sulla soglia di casa sua.

- Ecco... Abbiamo bisogno del suo aiuto. - parlai veloce in preda a una leggera ansia. Da adesso le cose potevano anche andare storte e non potevo permettermi che accadesse. Thomas contava su di noi.

- Che succede? - ci chiese facendosi da parte per farci entrare.

Dall'ultima volta che c'ero stata, Scamander aveva rimesso tutto a posto e gli animali che erano scomparsi erano stati trovati a vagabondare spaesati per la foresta. Scamander era andato a recuperarli personalmente.

- Hanno preso il Professor Hiddleston - gli disse Samantha.

Scamander ci guardò sorpreso e allarmato. - Com'è successo? Quando è successo? - 

- Due giorni fa. Tutto perché abbiamo dato retta a mia madre, Euridice, e Thomas ha abbassato la guardia. E' tutta colpa mia! - scoppiai in lacrime di rabbia.

- Non penso che sia colpa tua. In fondo pensavate che Euridice fosse in buona fede. Come avete fatto a capire del contrario? E soprattutto, cos'è il Professor Hiddleston per te, N/C? - mi chiese con voce dolce ferma. Lo stesso tono di voce che gli avevo visto usare con le creature ferite e spaventate.

- Lui... Noi siamo anime gemelle. L'abbiamo scoperto quando è potuto intervenire in mio aiuto per controllare lo scoppio di magia subito dopo le vacanze di Natale. Anche se lui lo sapeva da prima, da quando ho compiuto ventisette anni e la mia magia si è risvegliata. Lui era nello stesso locale e quando è successo, le nostre magie si sono riconosciute. Ma c'è molto di più... - sospirai.

- Credo che un riassunto veloce mi servirà, se non altro per sapere cosa ci può tornare utile. - dichiarò Scamander guardandoci a turno.

Io non ce la facevo a raccontare tutto e così guardai Tom, supplicandolo di riassumere lui tutte le vicende accadute.

Tom capì e prese una sedia. - Le conviene sedersi, non sarò lungo, ma nemmeno breve. C'è tanto da sapere - 

Scamander evocò una sedia e si sedette. Tom cominciò a dirgli dei miei incubi e dei ricordi che il mio potere aveva evocato.

- Quindi Thomas e N/C, sarebbero le due anime gemelle dannate! Interessante. Non pensavo di poter far parte di questo scontro finale. Riconosco che il libro con l'indizio che vi ha portato a scoprire tutto, ve l'ho lasciato io. Certo che mai mi sarei aspettato che Euridice si fosse schierata dalla parte della setta! Insomma, aveva abbandonato la figlia, cioè te N/C - disse guardandomi - per non metterti in pericolo. Ma da qui a passare dall'altra parte! In fondo però credo di capire perché l'ha fatto... - disse prendendosi il mento tra le dita con fare contemplativo.

- A me non importa sapere il perché. L'ha fatto e questa cosa non potrà cambiare! - esclamai furente.

- Professore, ci aiuterà? - chiese preoccupata Sam.

- Ovvio! Non posso dimenticare il debito che ho con voi. Mi siete venuti a salvare e verrò con voi là sotto per trarre d'impaccio Thomas. Quello che posso dirvi e che molto probabilmente ti troverai a dover duellare contro tua madre e Caelia. Ammesso che non abbiano fuso i poteri. In quel caso avremo bisogno che Thomas recuperi i suoi per aiutarti - 

- E se non li riottenesse in tempo? - domandò preoccupata Samantha.

- Allora sarà meglio che ci sia un altro tuo consanguineo disposto ad aiutarti. - svelò Scamander alzandosi dalla sedia e facendola scomparire.

- Un cugino può andare bene? - chiesi guardando Tom.

- Non penso. Meglio sarebbe tuo padre - mi rispose.

- Allora stiamo freschi! - esclamò sarcastico Tom - Mio zio manco si ricorda di avere una figlia! - 

Sam sgranò gli occhi sentendo un rumore di passi proveniente dal piano superiore. Scamander guardò Tom con un sorrisetto sul volto, girandosi verso la porta che dava sulle scale.

- Io non credo - disse una voce proveniente da laggiù. Man mano che i passi si avvicinavano la luce del soggiorno illuminò una sagoma che pian piano si rivelò essere Jackson, mio padre.

- Com'è possibile?! - dissi sorpresa spostando lo sguardo da Scamander a mio padre.

- Devo ringraziare Tom se sono qui. Se non fosse venuto a chiedermi di Euridice e non mi avesse portato a conoscerti, probabilmente avrei continuato ad essere sotto l'incantesimo di mio fratello. Non ha pensato che anche se modifichi o cancelli la memoria di una persona, ci sono cose, come i sentimenti, che non possono essere distrutti. Anche se non ti avevo mai vista, quel giorno in infermeria, la mia magia ti ha riconosciuta. Quando ho sostituito il professor Kramer e di conseguenza ho passato un paio d'ore nella stessa stanza con te, ho preso coscienza che qualcosa non tornava. Ho chiesto aiuto alla McGranitt e al professor Hiddleston e dopo un po', hanno trovato il modo di annullare l'incantesimo obliviante. Ma ora fatti abbracciare, piccola mia! - disse facendo un passo verso di me e allargando le braccia. Dopo un secondo di esitazione mi gettai fra le braccia di mio padre. Dopo tutto quello che era successo, dopo tutte le congetture su di lui, mi fidavo di mio padre. La mia ragione non credeva che fosse possibile, che lui stesse dalla mia parte. Era pronta a prendersi una cantonata da un momento all'altro, ma il mio cuore e la mia magia avevano riconosciuto un'anima affine alla mia. Quando Jackson mi strinse tra le sue braccia, la mia magia mi fece formicolare la nuca e la spina dorsale, come se riconoscesse la magia di mio padre e si fosse instaurata una sorta di connessione.

- Ottimo! Direi che ora possiamo anche avventurarci nelle tenebrose e oscure gallerie. Vediamo di mettere la parola fine a questa storia che dura da un po' troppe generazioni, che ne dite!? - esclamò, quasi tutto contento, Scamander.

Con un debole sorriso, ancora tra le braccia di mio padre, gli feci un cenno d'assenso, subito seguito da quelli più convinti di Sam e Tom.

Uscimmo dalla casa di Scamander e seguendo il sentiero che portava alla foresta incrociammo l'albero cavo.

- Bene ci siamo. Sam sai quello che devi fare. Anche tu Tom! Che il salvataggio cominci! - disse Scamander strofinandosi le mani, come se pregustasse di dare una bella batosta ai suoi rapitori.

Astrammo le bacchette, Tom la Mano della Gloria e Sam lanciò una manciata di Polvere Buio Pesto. Scomparimmo dalla vista di tutti, nella nube.

Anche se... (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora