Capitolo 33 - Amami (revisionato)

107 15 15
                                    

*************** SCENE ESPLICITE *************

Lo stavo letteralmente mangiando con gli occhi.

- On the edge of paradise. Every inch of your skin is a Holy Grail I've got to find. Only you can set my heart on fire, on fire - mi accorsi troppo tardi che stavo mormorando la canzone che mi era venuta in mente osservando i suoi muscoli tesi e pronti a fare di me quello che voleva.

- Perché non cominci allora con l'aiutarmi a togliere i pantaloni? Così ti raggiungo... - mi sussurrò provocatorio, con un ghigno stampato in faccia.

Deglutii rumorosamente, ma feci esattamente quello che mi chiese. Mi portai in ginocchio ai piedi del letto e con mani tremanti tirai giù la cerniera dei pantaloni. Il suo sguardo acceso non abbandonò il mio e in modo contorto mi dette sicurezza. Le mani smisero di tremare e le portai sui suoi fianchi. Mi presi un momento per abbassare lo sguardo su quella "V" perfetta che si formava sopra la cintura e che poi veniva nascosta dai pantaloni. Passai la lingua ad inumidirmi le labbra diventate aride, e con una certa malizia, le posai delicatamente sulla sua anca. Un leggero fremito lo colse e allora decisi di fare esattamente quello che lui aveva appena fatto a me. Lasciai perdere i pantaloni, che rimasero su grazie al suo splendido culo sodo, mi concentrai a baciare e leccare il suo ampio torace muscoloso, i suoi addominali perfetti, le mani seguivano la scia dei miei baci per poi precederli una volta arrivata al suo collo. Sapevo già che baciandolo dietro all'orecchio sarebbe impazzito e quindi me la presi con moltissima calma, leccandogli il pomo d'Adamo e solleticandogli con la lingua tutta la linea sotto la mascella, finché non raggiunsi il punto esatto che lo fece gemere forte.

- Fanculo, tutto! - disse lui a denti stretti.

Mi spintonò contro il materasso e si levò i calzoni ed io arrossii nel constatare l'effetto che gli facevo. Forse, dopotutto, non ero la sola ad aver perso la ragione.

"Tu non hai perso la ragione! Non la vuoi ascoltare! E' competamente diverso! Si sa che gli uomini più di tanto non ragionano e che le volte che lo fanno, lo fanno con la parte sbagliata del corpo!"

La mia ragione star zitta mai! 

Portai lo sguardo nel suo e i nostri occhi si agganciarono. Con una mano prese i miei polsi e li portò sopra la mia testa, dove li tenne bloccati, mentre mi baciava con trasporto. Non era un bacio normale, anche se definire normale un suo bacio era al limite della blasfemia. Questo bacio era diverso, era molto più carnale dei precedenti, era come se volesse fare l'amore con un semplice bacio. Si mangiò tutti i miei gemiti e ansiti. Inoltre stando sopra di me mi impediva di agitarmi come una posseduta. Perchè lo ero, comandava lui il mio corpo. C'era spazio solo per lui nel mio cuore. Esisteva solo lui in ogni mia cellula. Solo lui accendeva quel fuoco nel mio corpo, quel falò che non temevo, quel rogo che mi avrebbe arsa viva senza che io urlassi o avessi paura. Anzi lo accoglievo, lo anelavo. Era tutto ciò che mi faceva sentire viva, come non lo ero mai stata.

La sua mano libera, cominciò ad accarezzarmi ovunque arrivasse, ma non con la delicatezza di una piuma. Questa volta la sentivo decisa, pesante, come se volesse entrarmi sotto la pelle. Sentivo ogni pressione dei suoi polpastrelli ruvidi, che al loro passaggio accendevano le mie terminazioni nervose, eccitandomi ancora di più e facendomi invocare il suo nome come una preghiera. Ed infine le mie preghiere furono esaudite. La sua mano raggiunse la mia femminilità e io strillai.

- N/C, sei così... - la sua voce si spezzò, mentre lasciava andare i miei polsi.

- Thomas, ti prego. - lo pregai.

- Shh... - mi disse guardandomi con gli occhi colmi di desiderio e di passione, che avrebbero potuto dare fuoco all'intera Foresta Proibita e che invece mi fottevano il cervello.

Infilò due dita dentro di me, aiutandomi ad abituarmi a quello che sarebbe entrato di lì a poco. Le muoveva lentamente avanti e indietro piegandole leggermente quando arrivava in fondo, raggiungendo quel punto che mi faceva urlare il suo nome come una supplica. Andò avanti per quella che mi parve un'eternità, tremai e mi contorsi, artigliando le lenzuola, mentre lottavo contro di lui per chiudere le gambe. Il piacere che mi stava dando era incontenibile eppure non volevo arrendermi. Non volevo venire così velocemente. 

- Non... Trattenerti. - mi ringhiò, aggiungendo un leggero movimento circolare del pollice sul mio clitoride e dandomi così il colpo di grazia.

Mi sentii urlare il suo nome, mentre tutto diventava bianco e luminoso. Non percepivo le sue mani come prima, le sentivo lontane, eppure vicine. Era come se mi fossi separata dal mio corpo e mi stessi guardando da fuori. La mia testa era completamente reclinata all'indietro. La bocca di Thomas era sul mio collo e mi stava lasciando un succhiotto, che l'indomani avrei dovuto coprire con foulard, le mie mani non stavano più artigliando e massacrando le coltri, ma stavano lasciando una lunga scia di graffi lungo la schiena del mio professore. 

Thomas era pronto ed io ero persa. Mi guardò negli occhi e con una spinta entrò in me e io ripiombai nella realtà con un gemito, che lui soffocò con un bacio. 

- Sei bellissima, Y/N. Ti ho desiderata dal nostro primo incontro, quando eri distesa sul pavimento freddo di quel locale. - mi sussurrò all'orecchio mentre ci muovevamo l'uno verso l'altro, colmi di desiderio e di bisogno di restare un corpo solo, un'anima sola.

Avevo le lacrime agli occhi per la gioia che stavo provando. Era la prima volta che sentivo tutte queste emozioni dentro di me. Era come andare sulle montagne russe, un secondo mi libravo lontana dal mio corpo e l'attimo successivo sentivo esattamente quale parte del mio corpo la sua bocca stava divorando.

Thomas tremava fra le mie braccia. Il suo respiro era corto e irregolare, come il mio del resto. Sentivo che eravamo entrambi vicini a perdere definitivamente il controllo. Stavamo per saltare nel vuoto insieme, la rincorsa era quasi finita e l'attimo prima di urlare entrambi i nostri reciproci nomi, Thomas afferrò le mie mani e intrecciandole con le sue le portò sopra le nostre teste e lui scivolò ancora di più in me. Là restò sepolto, perché io strinsi le mie gambe intorno alla sua vita urlando il suo nome tra la sua spalla e il collo. Thomas mi seguì quasi immediatamente.

Restammo avvinghiati a lungo dopo, incapaci di muoverci. Avevamo donato tutto l'una all'altro ed eravamo rimasti senza alcuna energia.

Dopo un po', Thomas scivolò affianco a me e mi prese tra le braccia, facendomi aderire al suo petto. Mi sentivo esausta, felice e completa. Ero protetta tra le sue braccia forti e mentre mi cullava, cominciai a cadere in un sonno profondo.

- Mi sto innamorando di te, Thomas. - gli sussurrai un istante prima di dormire.

- Anch'io, piccola, sempredi più. - mi rispose sussurrando fra i miei capelli, ma ormai avevo ceduto al richiamo di Morfeo.


Anche se... (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora